Welfare aziendale 2.0

Il welfare aziendale a portata di mano e costo zero a Varese è già realtà. Grazie a “Varese Welfare”, un accordo tra Unione degli Industriali ed Eudaimon (societ&agrav

Il welfare aziendale a portata di mano e costo zero a Varese è già realtà. Grazie a “Varese Welfare”, un accordo tra Unione degli Industriali ed Eudaimon (società specializzata proprio nei servizi di welfare aziendale), in una trentina di imprese del territorio si stanno cogliendo i primi risultati. Chi ha aderito alla proposta ha infatti potuto toccare con mano la possibilità di garantire servizi di welfare ai proprio dipendenti, senza dover sostenere oneri e incombenze.
 

Dai villaggi operai di metà ‘800 allo sviluppo, agli inizi del secolo successivo, dei circoli del dopo lavoro e delle mutue operaie, il welfare aziendale ha una lunga storia. Che oggi si rinnova secondo diverse declinazioni ma sempre con attenzione alla salute, ai giovani, agli anziani

Certamente la ricetta del welfare aziendale – che permette di garantire ai lavoratori servizi di assistenza e cura negli ambiti di famiglia, salute, tempo libero e risparmio – non è nuova nel nostro Paese, dove la tradizione in questo senso è datata: dai villaggi operai di metà ‘800 allo sviluppo, agli inizi del secolo successivo, dei circoli del dopo lavoro e delle mutue operaie. Ma oggi il welfare aziendale è considerato prima di tutto una leva per la competitività delle imprese che permette di fidelizzare, motivare e attrarre le risorse umane.  La novità dell’accordo la spiega Alberto Perfumo, amministratore delegato di Eudaimon. “Da anni – spiega – conoscendo com’è fatto il tessuto dell’impresa nel nostro Paese, ci arrovelliamo per portare alle piccole e medie imprese gli stessi vantaggi competitivi delle grandi aziende. E Varese Welfare è proprio questo: un sistema con cui le imprese di piccole e medie dimensioni raggiungono le aziende di dimensioni maggiori e finalmente accedono alle stesse possibilità”.
Chi ci ha creduto ha già toccato con mano i vantaggi: le voci di chi ha già aderito non fanno che confermare la bontà della proposta. “La nostra impresa – spiega Marco Mossuto, direttore Human Resources di Lindt & Sprüngli – aveva già una forma di welfare aziendale, funzionante da tempo. Abbiamo ugualmente deciso di aderire a questa proposta perché essa completa la nostra. Pertanto, le due iniziative, nel nostro caso, coesistono. Riteniamo che, per quelle imprese che non abbiano mai pensato di realizzare una iniziativa del genere a favore dei propri dipendenti, la formula approntata sia da cogliere al volo, perchè solleva l’impresa da tante incombenze organizzative e amministrative”.
 

Lanciato dall’Unione Industriali varesina, il “pacchetto” di welfare aziendale sta riscuotendo molto interesse tra le tante Pmi associate

“Stavamo considerando l’ipotesi di apprestare qualcosa che potesse aiutare i nostri dipendenti ad affrontare problemi che si presentano spesso in ogni famiglia legati alla salute, ai figli in tenera età, agli anziani non più autosufficienti, al tempo libero”: così spiega Luisella Tiberi, responsabile del personale di Ficep Spa di Gazzada Schianno, azienda che opera nel campo di macchine ed impianti automatizzati per carpenteria metallica. “Siamo consapevoli che, oggi più di ieri, i nostri lavoratori sono una risorsa indispensabile per l’azienda e che compito di quest’ultima sia anche quello di fare in modo di tenersi stretti i propri collaboratori, specie quelli più esperti”.
Una conferma arriva dai dati dell’ottava indagine di Confindustria Lombardia sul lavoro lombardo, curata da Massimiliano Serati e Federica Sottrici del CeRST (Centro di ricerca sullo sviluppo del territorio LIUC – Università Carlo Cattaneo di Castellanza). Da qui risulta infatti che negli ultimi anni, complice la crisi, è aumentato molto il ricorso a strumenti di welfare aziendale da parte delle imprese. Il 41% delle imprese del manifatturiero utilizza strumenti di welfare con percentuali più alte nelle imprese operanti nei settori ad alta intensità tecnologica. Inoltre Le aziende che utilizzano strumenti di welfare hanno mediamente retribuzioni più alte per i loro dipendenti rispetto alle imprese che non li utilizzano. Un dato che dice molto su come tali strumenti siano percepiti. Le politiche di welfare aziendale non sono usate in modo integrativo rispetto alle retribuzioni monetarie, ma sono invece aggiuntive a queste e finalizzate a rispondere a un’ampia gamma di aspettative dei lavoratori, che vanno oltre la semplice remunerazione.

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