Le eredità immateriali di Expo Milano 2015

“Dichiaro ufficialmente chiusa l’Esposizione Universale Expo Milano 2015”. Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso il suo intervento alla cerim

“Dichiaro ufficialmente chiusa l’Esposizione Universale Expo Milano 2015”. Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso il suo intervento alla cerimonia di chiusura di Expo Milano 2015.
 

La Carta di Milano, un manifesto collettivo per combattere la malnutrizione e lo spreco, promuovere l’accesso equo alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi

Volendo fare il punto sulle “eredità immateriali” del grande evento a poco più di due mesi dalla sua conclusione, l’iniziativa più rappresentativa, in termini di impegno concreto, è certamente la Carta di Milano.
Si tratta di un manifesto collettivo per combattere la malnutrizione e lo spreco, promuovere l’accesso equo alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi. Fondata sul tema cardine “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” si articola in quattro macro-tematiche: cibo, energia, identità e dinamiche della convivenza. Più nello specifico riguarda i modelli economici e produttivi che possono garantire uno sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale, i diversi tipi di agricoltura esistenti in grado di produrre una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità, le pratiche e le tecnologie per ridurre le disuguaglianze all’interno delle città e infine le modalità per considerare il cibo non solo come fonte di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale.
La Carta di Milano si basa in sintesi su un assioma: il diritto universale a un cibo adeguato e sicuro e il diritto all’acqua e all’energia sono da considerare diritti fondamentali senza la cui soddisfazione non si possono garantire tutti gli altri diritti umani. Più che rappresentare un punto di arrivo di Expo Milano 2015 va considerata come un’eredità da mettere a frutto affinché cittadine e cittadini, associazioni e imprese che vi aderiscono possano continuare a riflettere e discutere sui diritti, le consapevolezze e l’impegno assunti rispetto alle proprie abitudini e continuare a sensibilizzare i governi e le istituzioni per raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile individuati dalle Nazioni Unite.
La stesura della Carta di Milano è cominciata 100 giorni prima l’inizio di Expo Milano. Il 7 febbraio 2015 si sono riuniti all’Hangar Bicocca più di 500 esperti suddivisi in 42 tavoli per sviluppare i quattro percorsi tematici della Carta.
 

Nell’Urban Food Policy Pact 49 buone pratiche raccolte in 28 delle prime città aderenti, tra cui ad esempio il consumo di frutta e verdura nella scuole oppure gli orti urbani

Il secondo appuntamento è stato il 10 ottobre 2015 con “Expo dopo Expo. Le eredità di Expo 2015” in cui 200 esperti si sono ritrovati in 26 tavoli tematici per confrontare le testimonianze e i bilanci messi a frutto durante i sei mesi dell’evento. In questa occasione, per esempio, la Fondazione Barilla Center for Food&Nutrition (BCFN) ha condiviso lo Youth Manifesto, un documento redatto da 80 ricercatori di tutto il mondo con le loro proposte concrete per risolvere i paradossi del sistema agroalimentare. Mario Lubetkin, direttore Comunicazione della FAO, ha invece colto l’occasione per fissare cifre e obiettivi: “Bastano 167 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 15 anni per eliminare la fame nel mondo. Ovvero 160 dollari l’anno per ogni persona che soffre. Queste sono cifre reali e raggiungibili”. Ma si è discusso anche dell’importanza di aiutare l’agricoltura famigliare e di garantire l’accesso al credito e alla terra, di autonomia decisionale dei singoli Paesi nella filiera produttiva del cibo, dell’urgenza di trovare una risposta ai cambiamenti climatici in vista di COP21 (Parigi-Le Bourget, 30 novembre – 11 dicembre 2015), di cibo e identità, di lotta alla contraffazione alimentare, della sfida delle indicazioni geografiche controllate e protette, o dell’importanza dell’educazione alimentare tra i giovani.
E proprio per mettere a reddito la cultura trasmessa durante le numerose visite didattiche delle scuole a Expo Milano 2015 è stata ideata dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli la “Carta di Milano dei Bambini” un bello strumento per coinvolgere i più piccoli agevolando la lettura e la comprensione della Carta di Milano guidandoli grazie a un kit modulare utilizzabile sia a scuola che in famiglia.
Infine un’altra iniziativa concreta, che risponde all’impegno sottoscritto con l’adesione alla Carta di Milano, vede il Comune di Milano tra i protagonisti. L’Urban Food Policy Pact è infatti un patto internazionale che si è concretizzato in questi mesi ma la cui ideazione era stata annunciata dal sindaco Giuliano Pisapia già nel febbraio 2014 durante il summit di Johannesburg tra le città sostenibili che fanno parte del gruppo C40. Obiettivo del Pact è quello di promuovere le sinergie tra città  per rendere il sistema alimentare delle aree urbane più equo e sostenibile. Un obiettivo urgente, considerando che oggi metà della popolazione vive in un’area urbana e che questo numero pare destinato a raggiungere il 60% in futuro ponendo ai governi locali dei problemi gestionali enormi.
Il Pact è stato firmato su tablet il 15 ottobre 2015 dai sindaci di 113 grandi città nel mondo che rappresentano 400 milioni di persone. In seguito a questo incontro il presidente dell’Anci Piero Fassino ha voluto sottoporre il Pact a tutti i sindaci delle città italiane al fine di costituire una rete di scambio di idee e buone pratiche sul cibo da tradurre in azioni concrete.
Nel Pact compaiono 49 buone pratiche raccolte in 28 delle prime città aderenti, tra cui ad esempio le misure adottate dalla città di New York  per aumentare il consumo di frutta e verdura nella scuole oppure il piano di sviluppo dei 33 ettari di orti urbani di Parigi.

Per leggere, firmare e condividere la Carta di Milano, rimandiamo al sito dove è possibile trovare anche la Carta dei Bambini. Per consultare l’Urban Food Policy Pact clicca qui.

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