#Varese2050
Il Presidente Univa, Roberto Grassi, lo aveva annunciato un anno fa: “Costruiremo insieme al territorio un Piano Strategico per lo sviluppo competitivo nei prossimi decenni del Varesotto”
Il Presidente Univa, Roberto Grassi, lo aveva annunciato un anno fa: “Costruiremo insieme al territorio un Piano Strategico per lo sviluppo competitivo nei prossimi decenni del Varesotto”. I risultati del progetto, portato avanti in questi mesi, sono ormai quasi pronti e verranno presentati il 3 ottobre, durante l’Assemblea Generale di Univa in programma a MalpensaFiere
‘‘Vogliamo lavorare insieme alla politica a un Piano di Sviluppo del territorio. Unico. Che veda la collaborazione di tutti. Che sia capace di valorizzare le diverse specificità. Che vada in un’unica direzione”. Il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Roberto Grassi, aveva lanciato la sfida un anno fa, durante l’Assemblea Generale 2021 dell’associazione datoriale. E ora, a distanza di un anno, è pronto a dare seguito a quell’intento. “Lunedì 3 ottobre, durante la nostra Assemblea Generale pubblica 2022, aperta alla partecipazione delle imprese, delle autorità, degli ospiti e della stampa e che si terrà al Centro Congressi MalpensaFiere di Busto Arsizio, proporremo il Piano Strategico per la provincia di Varese e la nostra associazione datoriale. Si tratterà di un documento ambizioso che vuole contribuire a tratteggiare le linee di sviluppo del territorio da qui ai prossimi decenni. Avanzeremo proposte sui settori sui quali puntare e investire, quelli che secondo noi saranno in grado di fare da traino per la crescita economica e sociale, sulle linee di azione concrete da portare avanti e con quali soggetti lo vorremo e dovremo fare in spirito di piena collaborazione. Disegneremo la Varese del futuro. Ormai da diverse settimane è partita una campagna di comunicazione sui canali social di Univa che ci sta accompagnando verso la presentazione di questo piano. E l’hashtag che è stato scelto non è casuale: #Varese2050. Quella che metteremo sul tavolo è una visione di lungo periodo che vuole andare oltre il contingente, ma inquadrando bene lo scenario attuale del Varesotto da cui partiamo”.
Presidente Grassi, cosa serve alla provincia di Varese?
Non voglio e non posso spoilerare i contenuti finali del Piano Strategico a cui stiamo ancora lavorando. Dico solo una cosa: alla provincia di Varese serve soprattutto trovare una propria identità. Chiara e definita, che ci renda percepibili e attrattivi in termini di investimenti e di persone a livello nazionale e internazionale. In quale sviluppo crediamo? Quale modello di territorio vogliamo costruire? Su quali leve di competitività vogliamo fare forza? Per cosa vogliamo che la provincia di Varese sia riconoscibile e famosa nel mondo? Quali vocazioni vogliamo coltivare? Sono queste le domande a cui il Piano Strategico #Varese2050 vuole dare delle risposte concrete.
Un anno fa, nel corso dell’Assemblea Generale 2021 di Univa, nella sua relazione lei stesso aveva posto al centro del dibattito pubblico del territorio il tema tra percepito e realtà, tra punti deboli e punti di forza del sistema economico e sociale varesino. Da allora cosa è successo? Come si è mossa l’Unione Industriali?
Dopo una fase di progettazione del lavoro, ad aprile di quest’anno è partito, grazie alla collaborazione stretta con il prestigioso think tank Strategique, che ha sede ad Harvard, il percorso di costruzione del Piano Strategico con un workshop che ha riunito i sindaci delle principali città, gli esponenti delle Università del Varesotto, le parti sociali (sindacati in primis) e i vertici dell’Unione Industriali. Tutti insieme per disegnare il futuro di Varese. Sono seguiti altri incontri che hanno coinvolto le persone della struttura della nostra associazione e alcuni titolari di imprese associate. Un workshop specifico è stato dedicato all’ascolto della visione dei giovani imprenditori che avranno un ruolo centrale nella messa a terra delle proposte del piano che ha, tra i suoi principali obiettivi, quello di costruire opportunità concrete per le nuove generazioni. Abbiamo poi svolto delle interviste con altri principali stakeholder, non ultimi alcuni esponenti del mondo del giornalismo locale. Abbiamo dato vita ad un percorso condiviso, un confronto allargato per ridisegnare la competitività futura della provincia. Ognuno ha portato la propria visione e ha potuto ascoltare quella degli altri. Abbiamo raccolto una grande ed entusiasta partecipazione guidata dall’esperienza del team di Strategique e dal professor Fernando G. Alberti che ha anche svolto tutta una serie di analisi su indicatori, indici e dati raccolti in collaborazione con l’Ufficio Studi di Univa. Un metodo scientifico e, allo stesso tempo, di registrazione delle varie visioni sul territorio che ora stiamo sintetizzando in un documento che potrà fare da guida e sarà a disposizione di tutti.
Da dove siete partiti per impostare questo lavoro?
Non abbiamo voluto ingabbiare nessuno in una visione precostituita intorno alla quale schierare le varie anime economiche, politiche e sociali a suo favore o contro. L’ascolto è stata la parola d’ordine e lo sarà anche nella fase di esecuzione. Solo l’obiettivo doveva essere chiaro: partecipare a un confronto allargato per sviluppare un Piano Strategico che nei prossimi decenni deve aumentare il fermento imprenditoriale, rendere Varese più attrattiva per gli investimenti, far leva sulle nostre eccellenze, creare un territorio che si ispiri ai pilastri della modernità, della sostenibilità, dell’attrattività, della connessione, dell’innovazione, del dinamismo.
Perché Univa dovrebbe riuscire dove altri hanno già tentato?
Perché non vogliamo imporre o calare dall’alto nulla. La nostra sarà una proposta che metterà a disposizione della provincia di Varese un Piano di Sviluppo inclusivo e partecipato. Lo scopo non è semplicemente quello di produrre un documento statico: questa è la nostra visione, prendere o lasciare. Ciò rischierebbe di diventare lettera morta il giorno successivo alla sua presentazione. L’Unione Industriali ambisce, invece, a partecipare attivamente alla programmazione del territorio in un’ottica di collaborazione aperta con le amministrazioni locali, le parti sociali e le forze economiche. Proprio per questo è stata nostra intenzione avviare un dialogo che puntasse da subito ad una prospettiva di lungo periodo per contribuire alla definizione di una visione alta della competitività del Varesotto. Partendo anche da noi stessi e dalla nostra Associazione. Siamo i primi a volerci mettere in discussione.
Il Piano Strategico #Varese2050 parlerà anche del futuro di Univa?
Assolutamente sì. Il documento ci servirà come mappa per traghettarci verso l’identità futura di Univa, partendo dal ridisegno della value proposition e di un modello di associazione che sappia incorporare i principali trend di sviluppo, di business, sociali e tecnologici dei prossimi anni: questo uno degli obiettivi del Piano Strategico #Varese2050.
Nessuna visione precostituita. Però Univa, in questi mesi, ha comunque fatto sentire la sua voce su diversi temi legati alla cronaca economica e politica.
Il cantiere che abbiamo aperto non poteva certo fermare la nostra azione di attore sociale. Il contesto così complesso e sempre più turbolento non permette pause di riflessione e richiede capacità di reazione. Ci siamo spesi su tutti i fronti caldi: la crisi energetica, la ricostruzione delle catene globali del valore di fronte alla pandemia e alla guerra russo-ucraina, la crisi politica.
E sui fronti più legati alla politica locale?
Abbiamo concentrato la nostra azione di rappresentanza e di confronto con le Istituzioni su quelle che riteniamo siano le priorità del territorio: investire nell’istruzione tecnico scientifica, puntando su progetti di inclusione delle ragazze nelle materie Stem (in inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr.) e facendo leva sui percorsi post-diploma degli Its; portare al centro della politica locale il tema dello sviluppo dell’area Nord del Varesotto, che vive un declino ormai compatibile con aiuti di Stato sostenuti dalla Ue; rilanciare Malpensa, asset centrale per la crescita economica e sociale della provincia di Varese, anche attraverso l’approvazione del Masterplan e l’ampliamento dell’Area Cargo per sostenerne il forte sviluppo; puntare sullo sport come driver per l’attrattività del territorio, sia in termini turistici sia di investimenti esteri.
E, non ultimo, invertire la curva della denatalità investendo come imprese sui temi del welfare aziendale e della genitorialità. Da qui il lancio del Progetto People.
Qual è la priorità delle priorità?
Per rispondere dobbiamo tornare all’inizio di questa intervista: serve dare un’identità alla provincia di Varese attraverso la progettazione e messa in atto di un Piano Strategico di competitività per il territorio e per la stessa Univa. Dobbiamo valorizzare i nostri punti di forza e costruire la #Varese2050.
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