Un progetto al femminile per BTicino
Le ragazze che in Italia si laureano in materie tecnico-scientifiche sono solo il 16%. La metà dei propri colleghi universitari. Una diversità di genere che rappresenta un punto debole
Le ragazze che in Italia si laureano in materie tecnico-scientifiche sono solo il 16%. La metà dei propri colleghi universitari. Una diversità di genere che rappresenta un punto debole del Paese in un settore strategico per la competitività. Da qui l’impegno concreto di molte imprese nel promuovere lo studio delle materie STEM tra le ragazze e, più in generale, di portare al centro dell’attenzione in azienda le tematiche legate alla “diversity”. Tra queste, BTicino
Dai risultati del report “We Stem for Our Future” dell’organizzazione Weward, pubblicato il 7 febbraio 2022 in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza, emerge che in Italia sul totale delle studentesse che si laureano, solo il 16% lo fa in materie STEM (ossia frequentando percorsi di studio legati alla scienza, all’ingegneria, alla tecnologia o alla matematica). Una percentuale che rappresenta la metà di quella che si ritagliano, invece, i propri colleghi universitari maschi che arrivano, dunque, a superare il 30%. Un divario di genere, non può che essere definito così, in uno scenario, quello della conoscenza tecnico-scientifica, che rappresenta un asse portante per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Ma anche per la competitività stessa delle imprese. Da qui l’impegno di molte realtà aziendali anche del territorio varesino in progetti che hanno come obiettivo quello di diffondere tra i giovani, e in modo particolare tra le ragazze, la conoscenza delle numerose e variegate opportunità che gli studi STEM offrono in ambito lavorativo e di carriera. È in questo contesto che nasce il “Progetto Scuola” di BTicino, brand del Gruppo Legrand, in Italia, tra i leader mondiali nelle apparecchiature elettriche e digitali destinate agli spazi abitativi, di lavoro e di produzione, con sede centrale a Varese. L’iniziativa in questione è da contestualizzare all’interno di un network chiamato Lei@BTicino, che si occupa soprattutto di tematiche legate alla diversità di genere. Manuela Bonadei, attuale Presidentessa del network spiega che “l’idea del network al femminile nasce in Francia, nella nostra Corporate del Gruppo Legrand, sotto il nome di elle@legrand. In Italia abbiamo accolto con entusiasmo l’idea e l’abbiamo fatta nostra in quanto crediamo fortemente nel valore della diversità di genere e, più nel complesso, nell’accoglienza della diversità in tutte le sue declinazioni: ciò deve tradursi sempre più in azioni aziendali concrete per rafforzare la cultura dell’inclusione all’interno e all’esterno del contesto lavorativo, visto l’impatto che un’azienda come BTicino ha anche nel tessuto sociale e territoriale in cui opera”.
L’obiettivo principale, dunque, del network Lei@BTicino è contribuire alla realizzazione della roadmap aziendale su temi concreti di inclusione, prestando una maggiore attenzione sulla diversità di genere e mix working. Il network si propone di contribuire a perseguire un cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione in tema di Diversity, con un focus particolare al genere. Un cambiamento graduale attraverso la messa in campo di diverse azioni volte ad alimentare momenti di confronto all’interno e all’esterno dell’azienda. “Al momento del lancio del network – spiega Federica Grazioli, Responsabile Diversity di BTicino – le adesioni sono state spinte soprattutto dalla curiosità, anche se, in prima battuta, abbiamo dovuto sensibilizzare gli interessati verso una dinamica attiva di coinvolgimento nel network; abbiamo creato i gruppi di lavoro intorno a temi che, a nostro avviso, avrebbero attivato l’interesse e quindi la partecipazione di altri colleghi”. Tra i destinatari delle azioni del progetto ci sono le scuole medie e superiori della provincia di Varese. L’obiettivo è quello di supportare studentesse e studenti in un orientamento più consapevole per la scelta del percorso di studio e di lavoro da intraprendere.
Ad esempio, il percorso ideato per gli studenti delle scuole superiori parte da un approccio filosofico, su temi legati alla motivazione, alla libertà e responsabilità verso sé stessi e la collettività per discutere poi di alcune trappole che possono deviare il percorso. Agli studenti viene chiesto così di concretizzare l’esperienza vissuta in una tesina o di effettuare ricerche sui temi trattati, proprio per supportarli nelle riflessioni legate al tema dell’integrazione. Per quanto riguarda le scuole medie, invece, l’azienda ha ideato il concorso “Scopri l’oggetto misterioso e personalizzalo”. Gli studenti, suddivisi in gruppi misti di ragazze e ragazzi, devono scoprire di quale oggetto si tratti, dando libero sfogo alla loro fantasia. Una volta identificato il videocitofono, prende il via l’attività di personalizzazione e decorazione che permette l’implementazione di competenze di educazione artistica e tecnica. Il miglior progetto di ogni scuola viene poi realizzato dall’azienda e donato alla scuola come esemplare unico.
“Si tratta sicuramente di un percorso lungo – chiosa Manuela Bonadei – fatto di molte attività e tanti piccoli passi lungo il cambiamento culturale e verso un approccio di reale inclusione. Ci sono sicuramente due traguardi importanti che abbiamo raggiunto attraverso il network: il primo è quello di aver sensibilizzato ulteriormente sul tema della diversità di genere alimentando di anno in anno un confronto aperto tra diverse generazioni di collaboratori. Il secondo è di aver portato l’azienda ad aderire a Valore D, prima associazione italiana che riunisce oltre 280 imprese per la promozione dell’equilibrio di genere nel mondo del lavoro, una scelta che per noi rappresenta un importante e concreto passo avanti nelle politiche di inclusione che l’azienda sta promuovendo ormai da tempo”.