Le salviette oftalmiche made in Caronno Pertusella

Una storia aziendale lunga oltre 60 anni, fatta di cambiamenti continui, nuovi inizi e tanta ricerca. Promeia Italia Srl, nata nel 1961 come Ivers Lee Italia, in poco tempo ha cambiato totalmente pel

Una storia aziendale lunga oltre 60 anni, fatta di cambiamenti continui, nuovi inizi e tanta ricerca. Promeia Italia Srl, nata nel 1961 come Ivers Lee Italia, in poco tempo ha cambiato totalmente pelle, riuscendo a ritagliarsi uno spazio in una nicchia di mercato, puntando su digitalizzazione dei processi, sostenibilità ambientale e proposte green per clienti del calibro di Amazon e Bayer

Varcando la soglia della palazzina in cui si trovano gli uffici di Promeia Italia Srl, un tempo casa del custode, si entra immediatamente in contatto con i prodotti che l’azienda di Caronno Pertusella realizza e commercializza: sono sparsi un po’ dappertutto, sugli scaffali e nelle nicchie ricavate ovunque. Sono lì in bella mostra e raccontano una storia lunga più di 60 anni. Una sorta di montagna russa che ha portato l’impresa a cambiare pelle più volte, fino ad arrivare alla conformazione attuale. “Promeia attualmente sviluppa e produce dispositivi medici, cosmetici ed integratori alimentari, con soluzioni di packaging innovative e sostenibili ed è leader europeo nello sviluppo e nella produzione di salviette oftalmiche per il trattamento e la cura della zona perioculare”. Ad iniziare il racconto, dal presente, è Stefano Costa, Ceo e proprietario dell’azienda caronnese dal 2021. Eppure, all’inizio della sua storia, la realtà che ora dirige Costa era ben diversa: di proprietà di una multinazionale svizzera, Promeia (dal 1961 al 2016 conosciuta come Ivers Lee Italia) aveva un business orientato al confezionamento di farmaci in polvere. Una specializzazione che, negli anni ‘90, aveva consentito all’impresa una grande espansione, dando lavoro ad un numero di collaboratori che si aggirava intorno ai 200. Col passare del tempo, complice il trasferimento all’estero della produzione farmaceutica, l’azienda aveva dirottato la propria produzione verso il confezionamento conto terzi dei più svariati prodotti in bustina, dalle caramelle alle viti e alle rondelle.

E poi il balzo in direzione delle salviette oftalmiche. “È partito tutto da un’intuizione, ovvero puntare sulla progettazione e sulla produzione di dispositivi medici ad alto valore aggiunto – spiega Stefano Costa –. Abbiamo così trovato una nicchia e ci siamo, parallelamente, specializzati nella realizzazione di formule per questi prodotti. Il mercato evidentemente c’era: abbiamo iniziato producendo 6 milioni di pezzi solo di salviette per occhi, affiancando poi anche quella di salviette detergenti per le lenti degli occhiali”. Ad oggi, appena 3 anni dopo il netto cambio di business, le salviette per occhi (dispositivo medico) valgono l’80% della produzione di Promeia (120 milioni prodotte nel 2024) e le salviette detergenti per lenti degli occhiali, dei microscopi e dei telescopi rappresentano il restante 20% (50 milioni di pezzi nel 2024). “In questi primi anni la struttura organizzativa e industriale dell’azienda è radicalmente cambiata – confessa di nuovo il Ceo –. Nel 2019 quando sono entrato in Promeia come Direttore Generale, c’erano 64 dipendenti di cui 45 in produzione: in due anni, 40 persone sono state accompagnate alla pensione o comunque incentivate all’uscita e ne sono state assunte altre 20. Abbiamo fatto investimenti produttivi importanti, soprattutto in qualità e in ricerca e sviluppo, insieme ad un significativo processo di digitalizzazione dei processi. Ci vuole un sito abilitato e qualificato per fare questo tipo di lavoro, macchine ad alta produttività e il via libera del Ministero della Salute, tutte caratteristiche che abbiamo implementato nel tempo”. 

L’impresa di Caronno Pertusella, il cui fatturato per il 30% è destinato all’estero, principalmente in Spagna, Francia, Regno Unito e Germania, chiuderà l’anno con un ricavo di 8 milioni di euro, in crescita 

L’impresa di Caronno Pertusella, il cui fatturato per il 30% è destinato all’estero, principalmente in Spagna, Francia, Regno Unito e Germania, tra i suoi clienti vanta nomi come Amazon e Bayer e chiuderà l’anno con un ricavo di 8 milioni di euro, in crescita. “Il nostro obiettivo per il futuro è aumentare la produzione del 50% e continuare a crescere, anche nell’organico: nel 2025 vorremmo mettere a segno almeno 5 nuovi inserimenti”, dice Costa. Un altro aspetto su cui Promeia sta puntando è una proposta ecologica da fornire ai clienti per quanto riguarda il packaging dei prodotti, ma anche per i prodotti stessi. “Con il progetto Go Green!, varato nel 2023, siamo in grado di proporre materiali naturali, totalmente plastic free come il cotone oppure il bamboo in sostituzione delle salviettine in poliestere, mantenendo le stesse performance, ovviamente. L’astuccio, il foglietto illustrativo, il folder e perfino la shipping box possono essere realizzati in carta riciclata o proveniente da foreste a gestione responsabile”, precisa Stefano Costa. 

Ma per Promeia Italia la sostenibilità non è solo e solamente intesa nella sua accezione ambientale. “Siamo attenti a garantire costantemente ai nostri dipendenti occasioni di crescita e pari opportunità, un luogo di lavoro sicuro e pulito oltre ad un trattamento economico sopra la media di settore. Dal punto di vista ambientale, operiamo con oculatezza anche economica: il nostro impianto fotovoltaico, ad esempio, ci consente di essere totalmente autonomi nelle ore di luce. Siamo arrivati a questo risultato prima di tutto riducendo i consumi: impianti industriali di ultima generazione con consumi energetici contenuti; coibentazione degli ambienti; riscaldamento/condizionamento e illuminazione legato alla reale presenza fisica di persone in ufficio/reparto; utilizzo esclusivo di luci al led”, conclude il Ceo aziendale.  

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