La sportivissima Varese non ha rivali

La provincia di Varese nel 2021 è salita sul gradino più alto del podio in fatto di sportività, primeggiando nel confronto tra tutte le province d’Italia: un traguardo ancor

La provincia di Varese nel 2021 è salita sul gradino più alto del podio in fatto di sportività, primeggiando nel confronto tra tutte le province d’Italia: un traguardo ancora più ricco di significato in un anno come quello che si è appena concluso, che ha visto il nostro Paese al centro dell’attenzione in fatto di sport in tantissime discipline a livello mondiale. Sono mille i punti che hanno fatto primeggiare il Varesotto, assegnati da PtsClas (soggetto che da 15 anni redige annualmente questa particolare classifica pubblicata da Il Sole 24 Ore) basandosi su 36 indicatori suddivisi all’interno di quattro categorie. Al vaglio sono stati passati macro temi come struttura sportiva, sport di squadra, sport individuali e il capitolo sport e società. Se, in estrema sintesi, possiamo dire che a far “guadagnare punti” sono state soprattutto le medaglie di Tokyo targate Varese, sia in ambito femminile che nelle Paralimpiadi, ci sono anche tanti altri spunti contenuti nel rapporto che ci aiutano a capire meglio cosa ha determinato il titolo di territorio “sportivissmo” per il Varesotto, che nel 2020 era al quattordicesimo posto di questa classifica. 

Come anticipato le ultime Olimpiadi hanno avuto un peso non indifferente per il successo sportivo del nostro territorio e quindi vale la pena cominciare proprio da qui. Varese si piazza in prima posizione per medaglie a Tokyo per quanto riguarda i risultati femminili con le medaglie d’oro di Federica Cesarini nel canottaggio e l’argento di Giorgia Bordignon nel sollevamento pesi. Stesso piazzamento per i risultati ottenuti sempre in Giappone alle Paralimpiadi dove gli atleti della Polha (polisportiva dilettantistica per disabili con 40 anni di vita alle spalle) hanno portato a casa 10 medaglie delle 39 totali conquistate dagli azzurri in acqua. Sempre a proposito di Tokyo 2020 non va inoltre trascurata l’ottava posizione per medaglie maschili, grazie ai due bronzi di Nicolò Martinenghi

Ma non è solo l’effetto Olimpiadi di Tokyo quello che ha spinto in cima alla classifica il nostro territorio: sui 36 indicatori utilizzati per costruire il punteggio, infatti, per ben 12 volte Varese si colloca nella top ten e solo per due volte finisce nella seconda metà della graduatoria. 
Varese è al vertice per il macro-capitolo “struttura sportiva” intesa come un mix dei punteggi che riguardano atleti tesserati (nona posizione), dirigenti e tecnici (trentunesima posizione), enti di promozione sportiva e tasso di praticabilità sportiva (quattordicesima posizione) e attrattività degli eventi sportivi (decima posizione). Per quanto riguarda il capitolo dello “sport di squadra” la ventiquattresima posizione del Varesotto è dovuta a un ottimo piazzamento per il rapporto squadre e territorio, dove occupiamo la terza posizione. In questo caso occorre applaudire al grande impegno e alle lunghe tradizioni sportive che si basano su di una capillare diffusione di associazioni dilettantistiche (1.800 in tutto quelle censite) e sulla presenza di centri di eccellenza. 

Una buona posizione è anche quella ottenuta per un altro macro-capitolo, quello intitolato “sport e società” dove siamo all’undicesimo posto. In questo caso sono determinanti i punteggi ottenuti per quanto riguarda sport al femminile e sport paralimpico, la nostra provincia è rispettivamente in terza posizione in fatto di squadre, atlete e risultati e quarta per numero di società e risultati nell’ambito della disabilità. Anche il capitolo sport e bambini (nona posizione per Varese) contribuisce a tenere alto il piazzamento e permette di guardare al futuro con speranza, non solo per i risultati sportivi, ma anche per una sana cultura in fatto di abitudini di vita e valori. 

Certo, tra tante eccellenze non può comunque mancare anche qualche neo e come per ogni medaglia che si rispetti anche in questo caso esiste un suo rovescio: il tallone d’Achille per Varese risulta il calcio professionistico dove si scivola alla posizione numero 69. C’è da dire che, però, il posizionamento non certo idilliaco deve essere comunque contestualizzato guardando alla parte alta della classifica, dove svettano città come Bergamo, Milano e Torino. Piazze calcistiche che chiaramente hanno ben differenti tradizioni e conseguenti assetti societari. 

Ma per chi è nato, cresciuto o anche solo ha respirato l’aria del Varesotto, al di là di numeri, parametri e punteggi, restano dei punti fermi che rimandano a tradizioni e a una vocazione naturale per le attività sportive. La mente corre per tutti alla Pallacanestro Varese degli anni 60-70 e allo scudetto della Stella di fine anni Novanta, del secolo scorso, a campioni delle due ruote da Ganna a Ivan Basso, ma anche al Lago di Varese le cui acque sono considerate tra le migliori per praticare il canottaggio e non a caso ospitano competizioni di alto livello e squadre in allenamento da tutto il mondo. Passato, presente e futuro si mischiano in un quadro che fa dello sport una vera e propria vocazione del territorio. Volando di sviluppo e attrattività.  

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