La seconda vita delle cabine telefoniche
Anche in provincia di Varese sta prendendo sempre più piede il fenomeno del BookCrossing, ovvero l’usanza di mettere a disposizione, in luoghi comuni, libri usati per diffondere la conos
Anche in provincia di Varese sta prendendo sempre più piede il fenomeno del BookCrossing, ovvero l’usanza di mettere a disposizione, in luoghi comuni, libri usati per diffondere la conoscenza e dare a chiunque l’opportunità di fruirne. A Luino e Cantello sono sorte, grazie alla creatività e all’impegno di volontari e cittadini, delle vere e proprie Bibliocabine, nate dal riadattamento di spazi ormai in disuso da tempo
Il fenomeno del BookCrossing, ovvero lasciare un libro già letto in un luogo frequentato, a disposizione di altri lettori, per favorirne la circolazione e il libero scambio, nasce nel 2001 sul web, ad opera di un giovane americano, Ron Hornbaker e di sua moglie Kaori, con lo scopo di dare una seconda vita a libri già consultati, diffondere la cultura e dare l’opportunità anche a chi non avesse la possibilità di accedere a mezzi economici di un certo tipo, di poter comunque leggere ed approfondire il proprio bagaglio culturale. Poi nel tempo l’iniziativa dal mondo digitale si è spostata anche a quello reale, fino ad arrivare sul territorio della provincia di Varese. Per la precisione a Luino e Cantello dove l’estro e la voglia di reinventare spazi ormai dismessi, hanno dato luogo ad una serie di iniziative di BookCrossing a dir poco creative. Tutte sviluppate all’interno di cabine telefoniche in disuso da tempo.
A raccontare l’sperienza luinese è Rosaria Torri, Presidente dell’associazione Banca del Tempo Città di Luino, tra i promotori dell’iniziativa: “Un giorno una socia è arrivata in sede con due scatoloni di libri da buttare, doveva fare spazio per quella che sarebbe diventata la cameretta della nipotina. Subito si è levato un coro di disapprovazione: ‘No, i libri non si possono buttare!’ Così è partito il passaparola e in un battibaleno ogni libro ha trovato un nuovo proprietario. Visto l’interesse e la rapidità con cui è avvenuta la cosa, abbiamo deciso di darci al BookCrossing. Inizialmente portando in giro cassette con i libri nei luoghi più frequentati del paese: notando che, regolarmente, le cassette si svuotavano in poche ore, abbiamo pensato di creare luoghi fissi e meno occasionali in cui lasciarli”. Il primo di questi luoghi è stata la sede della Banca del Tempo in via delle Rimembranze ma, come racconta di nuovo Torri, di lì a poco sono comparsi svariati cartelli della Telecom sulle cabine telefoniche sparse per il territorio, che informavano della loro imminente dismissione. “Quale occasione. Ci si è accesa la lampadina: perché non farle diventare un luogo di scambio per i libri? Grazie ad una delle nostre socie, Antonella Sonnessa, che è anche Vicesindaco, abbiamo inoltrato una richiesta, tramite il Comune di Luino, direttamente a Telecom, chiedendo di poter utilizzare alcune delle cabine che sarebbero state dismesse per scopi sociali”.
Il permesso non ha tardato ad essere accordato ed ha così preso il via il progetto intitolato “Libri a Piede Libero”, promosso per l’appunto dalla Banca del Tempo e realizzato grazie al sostegno del Comune di Luino e all’aiuto concreto di 10 ragazzi coinvolti in lavori socialmente utili attraverso la progettualità “Ci sto? Affare fatica”, nata nel 2016 dalla Cooperativa Adelante di Bassano del Grappa e proposta dalla Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione sul territorio del Varesotto. “A venire a conoscenza di ‘Ci sto? Affare fatica’ è stata la nostra socia, nonché Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Luino, Elena Brocchieri – precisa Rosaria Torri –. Abbiamo perciò avuto la possibilità di essere aiutati da un gruppo di giovani entusiasti della nostra iniziativa, ma anche di accedere a fondi stanziati nell’ambito del progetto, che abbiamo impiegato per la trasformazione delle cabine. Ed è così che in men che non si dica le nostre tre Bibliocabine sono state allestite”. Una in via Vittorio Veneto, una in via 25 Aprile e una, infine, in via Don Folli, lungo il fiume Tresa.
Ma come è stata accolta questa iniziativa di BookCrossing dalla popolazione? “È stato un grande successo: molte volte non facciamo nemmeno in tempo a rifornire le cabine di libri che sono già finiti – racconta con orgoglio Torri –. Ma affinché tutto funzioni al meglio, è necessario un accurato lavoro di preparazione. Ci ritroviamo tutti i mercoledì in associazione per fare una prima cernita dei libri, poi li dividiamo in modo tale che ogni cabina abbia proposte di tipologie differenti. In seguito, ogni volume viene etichettato e viene inserita al suo interno una paginetta con le regole di utilizzo. Per riempire ogni cabina ci vogliono ben tre borsoni pieni: immaginate il lavoro che ci sta dietro. Senza citare poi il settimanale lavoro di pulizia e manutenzione di ciascuna cabina”. In altre parole, un progetto ben organizzato che piace a grandi e bambini, nonostante alcune tipologie di libri siano più difficili da reperire rispetto ad altri. “Abbiamo un po’ di difficoltà a trovare volumi dedicati ai più piccoli – ammette Rosaria Torri – ed è un peccato perché sono tra i più grandi estimatori di questa iniziativa. Ne approfittiamo, quindi, per fare un appello: chi avesse libri per bambini da donare, li può portare tutti i mercoledì dalle 17.00 alle 18.00 in via delle Rimembranze 6. Ovviamente anche altri generi sono ben graditi”.
Il medesimo esperimento di trasformazione di spazi in disuso, solo un po’ più in piccolo, è stato portato avanti a Cantello, all’interno del parco Grande Casa di via Cesare Baj, luogo ideale in cui trascorrere ore serene, immersi nella lettura di un buon libro su una delle tante panchine presenti. In questo caso l’iniziativa è partita dalla volontà di Mirco Di Lernia e della moglie Laura di ricordare il padre del ragazzo, scomparso di recente. L’idea di recuperare e restaurare una vecchia cabina telefonica adattandola a piccola biblioteca in cui lasciare e scambiare libri, seguendone il viaggio di mano in mano, è stata fin da subito supportata dal Comune di Cantello, dal sindaco Chiara Catella e dai servizi sociali, che hanno fatto da cassa di risonanza dell’iniziativa e ne hanno aiutato l’avvio, mettendo a disposizione i libri doppi presenti nella biblioteca comunale. In questo caso, a differenza del progetto realizzato nel luinese, non era presente in loco una cabina telefonica da restaurare che, come racconta Mirco Di Lernia, è stata acquistata nei dintorni di Pavia. “Si trovava all’interno di un bar che era stato da poco ristrutturato, quelle da esterno della Telecom non si possono comprare. È stata una vera faticaccia trasportarla: solo il basamento in marmo della cabina pesa quasi 200 kg, c’è voluto un muletto per alzarla! Ma ne è valsa la pena, mio padre ne sarebbe stato contento. Regalare i suoi libri è stato un modo per tramandarne il suo ricordo ed è bello che quei volumi che lo hanno reso felice possano rendere felici altre persone”.