La nuova via del teatro

Nata 10 anni fa dalla volontà di 5 giovani professionisti del mondo artistico e teatrale, con l’ambizione di lasciare la propria impronta nel territorio varesino, l’Associazione Ka

Nata 10 anni fa dalla volontà di 5 giovani professionisti del mondo artistico e teatrale, con l’ambizione di lasciare la propria impronta nel territorio varesino, l’Associazione Karakorum è diventata, da poco, impresa sociale. Obiettivo: fare della cultura uno strumento di sviluppo territoriale, anche attraverso la creazione di Kalipè, una community dedicata allo scambio di idee e condivisione, che coinvolge anche le realtà aziendali 

Nessuna vetta è insormontabile se c’è la collaborazione di tutti. Come in una cordata in montagna per raggiungere la cima è necessario procedere insieme a passi lenti ma decisi, così Karakorum punta alla diffusione del teatro e dell’arte come mezzo per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, con l’aiuto di vari compagni di squadra. A cominciare da artisti del panorama nazionale e internazionale, che condividano le loro conoscenze ed esperienze, per arrivare alle aziende, che sempre di più si offrono come palco per la realizzazione dei diversi progetti portati avanti dall’impresa culturale e creativa di Varese. 

Karakorum, fondata nel 2013 da 5 giovani artisti varesini che frequentavano la Scuola di Teatro Arsenale a Milano, è nata con la volontà da parte dei soci fondatori di dare un’organizzazione concreta a quelle che, fino a quel momento, erano state attività singole, riconducendole così sotto un unico cappello. Fondamentale per i ragazzi era rimanere legati al territorio varesino: “Noi volevamo assolutamente lavorare a Varese – racconta Stefano Beghi, Presidente e Direttore Creativo di Karakorum –, ma in quegli anni non erano molte le possibilità di realizzarsi nel campo artistico. Per questo motivo abbiamo deciso di fondare un’associazione, proprio qui. Era la forma più ‘convenzionale’ per un’attività come la nostra. Poi siamo arrivati alla decisione che fosse tempo di fare un passo in avanti e diventare una Srl, un’impresa sociale. Siamo la prima impresa sociale di artisti a Varese e tra le prime in Italia”. 

Con il passare degli anni, Karakorum ha accolto all’interno della sua struttura nuove figure provenienti dal territorio. Dei 5 fondatori originari, Beghi è l’unico rimasto nell’impresa culturale che ora ha ampliato la sua compagine sociale raggiungendo quota 10 soci. La localizzazione sul territorio del Varesotto ha permesso di dare un posto di lavoro a diversi varesini professionisti del settore, evitando così una fuga di talenti e ampliando la cerchia dei collaboratori a circa 20 unità. Ma non solo. Dei 10 soci, 3 provengono da Milano e una da Bologna, a dimostrazione del fatto che la provincia varesina, grazie anche ad operazioni come quelle portate avanti da Karakorum, può essere fortemente attrattiva per giovani talenti. “Uno dei nostri obbiettivi – spiega di nuovo Beghi – è quello di offrire ai ragazzi e alle ragazze che decidono di intraprendere una carriera di tipo artistico una possibilità di formazione, in primis, e poi di stabilizzazione a Varese”.     

Una compagnia teatrale sì, ma ibrida e fluida, in cui gli artisti sono a tutti gli effetti una risorsa strategica per la produzione di valore

Le professionalità presenti all’interno dell’impresa culturale comprendono diversi campi dell’arte e della multimedialità: attori, autori, registi, per passare a competenze più trasversali come quelle dei Sound Designer, degli informatici o dei musicisti che si applicano nella produzione di performance immersive. Una compagnia teatrale sì, ma ibrida e fluida, in cui gli artisti sono a tutti gli effetti una risorsa strategica per la produzione di valore. Dall’utilizzo dell’arte performativa come strumento di rigenerazione degli spazi pubblici, all’uso del teatro per attività di formazione per la pubblica amministrazione, dal lavoro sociale al turismo, dalla comunicazione alla consulenza: diversi sono i campi d’azione di Karakorum. A Spazio Yak, quartier generale dell’impresa nel quartiere Bustecche di Varese, vengono svolte, tra le tante, anche attività di inclusione sociale, con laboratori teatrali dedicati a ragazzi, adolescenti e adulti, portando avanti una progettualità di rigenerazione sociale nelle periferie varesine.

“Spazio Yak è il nostro progetto ad impatto e con cui vogliamo lasciare un’impronta sul territorio – continua Beghi –. Si tratta di una progettualità su cui noi intendiamo investire sia a livello economico sia a livello di competenze”. La voglia di lasciare la propria traccia sociale ha portato così alla creazione di una community volta allo scambio di idee e condivisione, Kalipè, che prende il nome di un augurio himalayano rivolto a chi si incammina verso la montagna a passo corto ma efficace, come il passo di Karakorum verso il futuro. Rivolta alle aziende che nel quotidiano già trattano temi di sostenibilità sociale, Kalipè vuole essere uno spazio condiviso di promozione della cultura di qualità e di creazione di benessere per i giovani, le famiglie e le comunità del territorio, possibile solo con la collaborazione di più attori come le diverse parti sociali, la popolazione e anche le imprese stesse. 

Attività di welfare vengono già svolte all’interno delle aziende, con giornate dedicate in cui proprio negli spazi aziendali vengono realizzati dei momenti di teatro per i dipendenti e i loro figli, con attività di storytelling per raccontare, anche ai bambini, i valori del luogo di lavoro in cui si trovano. “Questo è uno dei modi con cui vogliamo lasciare il segno – conclude Beghi –. La cultura può essere leva di sviluppo sul territorio e nelle aziende, ma ciò può avvenire solo con una collaborazione reciproca delle parti, per arrivare all’obiettivo comune di benessere sociale, e di conseguenza, di crescita su più fronti del territorio varesino”. 

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