La mappa degli stipendi
Essere una provincia di frontiera aiuta. Così come la composizione di un tessuto produttivo fatto di Pmi dalla grande propensione all’export e di unità locali (spesso anche di hea
Essere una provincia di frontiera aiuta. Così come la composizione di un tessuto produttivo fatto di Pmi dalla grande propensione all’export e di unità locali (spesso anche di headquarter) di importanti multinazionali. Ecco alcuni fattori che permettono a Varese di poter contare su buste paga più alte rispetto a quelle di altri territori. Questo uno dei dati che emerge dall’indagine retributiva svolta dalle Associazioni Territoriali confindustriali del Centro-Nord
In tempi di grandi incertezze nello scenario economico, la pressione competitiva sulle imprese si fa ancora più forte dell’ordinario. E la competitività si gioca, soprattutto, su come valorizzare e trattenere le proprie risorse umane. Su questo fronte, a fornire un importante supporto a imprenditori ed Hr manager è l’indagine retributiva svolta ogni anno dal Centro Studi di Confindustria Varese, in partnership metodologica con OD&M Consulting e insieme alle più importanti Associazioni Territoriali confindustriali del Centro-Nord. Tra queste, Confindustria Bergamo, Confindustria Como, Assolombarda, Unione Industriali Torino, Confindustria Cuneo, Confindustria Veneto Est, Confindustria Vicenza, Confindustria Verona, Confindustria Emilia Area Centro, Unione degli Industriali di Reggio Emilia, Confindustria Firenze e Confindustria Ancona.
I risultati dell’ultima edizione dell’indagine (luglio-settembre 2023) sono raccolti nel rapporto “La Mappa degli Stipendi 2023”, che si compone di due parti. La prima parte, richiedibile gratuitamente da tutte le imprese associate a Confindustria Varese scrivendo a survey@confindustriavarese.it, contiene analisi sui fattori che stanno alla base dei differenziali retributivi. Queste analisi sono riferite all’intero campione, il Centro-Nord, per un totale di 1.000 imprese con 100.000 dipendenti, per 85.000 dei quali sono state fornite dettagliate informazioni utili all’analisi. Oltre all’inquadramento professionale, il Ccnl applicato, l’età, l’anzianità di servizio e il grado di scolarizzazione, in questa edizione sono analizzati le differenze che emergono a livello territoriale. Per tutto il Centro-Nord, emerge infatti come le politiche di “compensation” delle imprese siano influenzate da: localizzazione geografica, ossia la pressione competitiva dei territori limitrofi e dei rispettivi mercati del lavoro; internazionalizzazione dell’azienda, che favorisce dinamiche premiali sulle figure professionali più richieste per gestire i clienti esteri; specializzazioni produttive più concentrate sul territorio, che innalzano la domanda di determinate professionalità; l’effetto “shortage”, ossia l’effetto sulle “compensation” dato dalla difficoltà di reperimento di profili fortemente richiesti.
Nei fatti, Varese si inserisce in una posizione strategica: siamo una provincia di “frontiera” con il Mitteleuropa, connotata dalla presenza di importanti Pmi ma anche di grandi imprese internazionalizzate, con headquarter e unità locali di importanti multinazionali e con una forte vocazione all’export. E ci posizioniamo come una zona con importanti differenziali su tutti i profili professionali, specialmente per quei profili con competenze tecnico-produttive, informatiche, di logistica, di controllo qualità e di sicurezza. Un dato meglio di altri spiega il posizionamento di Varese: figure professionali fortemente ricercate in determinati cluster radicati sul territorio (come il progettista prodotto, il tecnico di manutenzione) o essenziali per la posizione pivot del territorio (come lo specialista di logistica) registrano mediamente differenziali retributivi dal +20% al +30% rispetto agli altri territori indagati nella ricerca (con anche outlier per alcune figure di management).
A tal proposito, un altro elemento ad avere un effetto rilevante sulle compensation è la digitalizzazione.
Sul fronte dei differenziali retributivi, l’indagine mostra che in media nel Centro-Nord i lavoratori con “competenze 4.0” guadagnano stipendi leggermente superiori (circa il +6%) rispetto ai colleghi con job description tradizionale, con picchi del +9% per i tecnici di manutenzione
L’indagine retributiva 2023 ha identificato 9 figure professionali con competenze digitali, 3 delle quali sono nuove professioni nate dall’evoluzione tecnologica: specialista di media digitali, specialista sicurezza Ict (Information and Communication Technologies) e data scientist. Le altre 6 figure rappresentano un’evoluzione di profili professionali tradizionali: progettista di prodotto, responsabile di produzione, tecnico di manutenzione, responsabile assistenza tecnica, specialista di logistica e specialista del controllo di gestione. Sul fronte dei differenziali retributivi, l’indagine mostra che in media nel Centro-Nord i lavoratori con “competenze 4.0” guadagnano stipendi leggermente superiori (circa il +6%) rispetto ai colleghi con job description tradizionale, con picchi del +9% per i tecnici di manutenzione. Tuttavia, il dato si fa più interessante se restringiamo il campione agli under 35, fascia in cui l’effetto dell’anzianità professionale è trascurabile: il differenziale retributivo medio per i lavoratori under 35 con competenze digitali è del +8%, con picchi fino al +14% per i tecnici di manutenzione. In sintesi, per i giovani lavoratori, le competenze digitali si traducono in un vantaggio economico ancor più tangibile.
La seconda parte del rapporto (ottenibile invece a pagamento) mostra ulteriori approfondimenti con le schede di analisi retributiva di 54 profili professionali a livello varesino. I dati sono riferiti al 2023 e sono differenziati per classe di età, anzianità professionale, genere e qualifica dei dipendenti. Oltre alla retribuzione, viene analizzata anche la dimensione del welfare con la diffusione dei principali benefit, nonché i differenziali retributivi per dimensione, settore (industria vs servizi) e grado di internazionalizzazione (aziende nazionali vs multinazionali) delle imprese; lo scostamento della retribuzione totale effettivamente percepita dal target. Senza spoilerare troppo, dal rapporto emerge come, ad influenzare positivamente i livelli retributivi, non siano necessariamente classe di età, anzianità professionale o qualifica, ma anche l’internazionalizzazione, la dimensione d’impresa e le dinamiche del settore specifico: basti pensare al progettista di prodotto menzionato prima, che nelle internazionalizzate arriva ad avere una retribuzione totale mediamente superiore del +19,9% rispetto alle imprese nazionali e del +27,3% nelle medie-grandi imprese rispetto alle piccole. Per 9 profili con caratteristiche digitali (di cui i 6 doppi menzionati prima), è inoltre proposta un’analisi ad hoc che esamina come sono valorizzate le competenze digitali in termini retributivi (con un campione allargato all’intero Centro-Nord). È possibile acquistare il rapporto completo o le singole schede di profili professionali d’interesse attraverso Servizi Confindustria Varese.
Oltre la Ral c’è di più
Gli stipendi sono argomento di comprensibile interesse ed estremamente dibattuto, sebbene spesso senza la scientificità e sistematicità che occorrerebbe. Tema sfaccettato e complesso, soprattutto per le imprese: non fanno eccezione quelle grandi, strutturate e con una storia alle spalle. A confermarlo anche Luisa Gecchele, HR manager di Fives Intralogistics di Lonate Pozzolo, realtà del gruppo internazionale Fives che si occupa di logistica. Un’impresa che fornisce tutti i sistemi per la movimentazione di oggetti ad alta velocità che permettono ai principali attori dell’e-commerce mondiale (poste, corrieri e nomi di riferimento del settore) di garantire le consegne con l’efficienza che tutti conosciamo. “Anche in una realtà strutturata come la nostra e con professionalità diverse per età e per competenze è opportuna una costante riflessione e un confronto con il contesto di riferimento, il mercato e le altre aziende. Una mappatura degli stipendi, come quella realizzata dal Centro Studi della Confindustria varesina, è quindi un importante strumento di riferimento e di lavoro – spiega Gecchele –. I contesti cambiano, così come le competenze delle persone: in azienda la crescita in termini professionali, è naturalmente legata alla crescita economica ed è importante avere dei parametri solidi”. Che però non si riferiscono solo alla busta paga. “Oggi ci sono nuovi strumenti e sensibilità, nate anche per fare fronte ad un sistema della tassazione penalizzante, che danno valore alla vita lavorativa di una persona nella sua complessità. Non c’è solo la Ral (Retribuzione Annua Lorda) nella politica retributiva. Pensiamo a tutto il sistema del welfare, ma anche ai progetti di benessere in azienda che rappresentano benefit da non sottovalutare all’interno di una progettualità complessiva. Poi c’è il tema delle competenze: in Fives abbiamo un percorso di Academy interna che accompagna le persone nella crescita professionale e, quindi, anche retributiva. C’è poi tutta un’altra serie di variabili più legate alla tipicità del luogo di lavoro. Noi, ad esempio, lavoriamo molto su un tema che sembra di dettaglio ma non lo è in un’azienda in cui il personale viaggia molto, quello delle trasferte, adeguando le indennità e i rimborsi spese ai reali tenori delle specifiche località in cui si effettuano le missioni”. Un tema che Gecchele ha affrontato nel podcast “Vita d’impresa” realizzato da Confindustria Varese per fare luce su argomenti fondamentali, appunto, nel quotidiano delle aziende. (Silvia Giovannini)
Nella foto, un impianto Fives a Lonate Pozzolo.
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