L’inclusione tra i banchi della LIUC

Apertura culturale, progetti di accoglienza, politiche in grado di favorire la diversità. L’Università, più di altre istituzioni, ha il compito di inserire le “person

Apertura culturale, progetti di accoglienza, politiche in grado di favorire la diversità. L’Università, più di altre istituzioni, ha il compito di inserire le “persone negli ambiti che consentono lo sviluppo integrale dell’essere umano”. Ecco come interpreta questo ruolo fondamentale di “coesione sociale” l’ateneo di Castellanza. Intervista alla professoressa Eliana Minelli 

‘‘L’Università svolge, più di altre istituzioni, un ruolo di promotore attivo dell’inserimento delle persone negli ambiti che consentono lo sviluppo integrale dell’essere umano”. Le parole sono quelle della professoressa Eliana Minelli, della LIUC – Università Cattaneo di Castellanza e delegata del Rettore all’Inclusione. Le Politiche a favore delle diversità, la propensione all’accoglienza e l’apertura culturale: questi i principi su cui si fonda la filosofia dell’ateneo.

Professoressa Minelli, per Liuc, cosa significa essere un’Università inclusiva?
Essere inclusivi è oggi un must per tutte le organizzazioni: non si tratta solo di una istanza etica o dell’espressione di una cultura evoluta, ma di una vera e propria necessità della nostra società, sempre più complessa, pervasa da forti differenziazioni che paradossalmente ci impongono di riaffermare l’accettazione dell’“altro” come principio fondativo di un consorzio umano sostenibile. L’Università come istituzione rappresenta una condizione essenziale di sviluppo di una comunità e diventa un modello di inclusione e coesione sociale, perché trasmette alle generazioni future i principi su cui si fonda la ragione d’essere della società stessa, in tutte le sue dimensioni. Anche nel suo stesso nome, come universalità della conoscenza, un ateneo esprime il significato profondo del concetto. Non può, dunque, sussistere un’Università che non sia profondamente inclusiva. Soprattutto in questo preciso momento storico, caratterizzato da una crisi demografica, divisioni sociali profonde, tensioni geopolitiche e cambiamento climatico. L’Università svolge, più di altre istituzioni, un ruolo di promotore attivo dell’inserimento delle persone negli ambiti che consentono lo sviluppo integrale dell’essere umano. L’Università ha un ruolo maieutico: quello di offrire alle studentesse e agli studenti capaci e meritevoli gli strumenti per esprimere pienamente il proprio potenziale, mitigando eventuali disparità legate alle specifiche condizioni individuali attraverso la predisposizione di strumenti compensativi. 

Quali progettualità portate avanti come ateneo?
Come è noto, la normativa ha fatto grandi progressi negli ultimi anni, ma molto resta ancora da fare per consentire a studenti meritevoli e volenterosi di esercitare il proprio diritto allo studio. L’Università è un livello di istruzione avanzato che richiede, a prescindere dalle specifiche caratteristiche individuali, un notevole impegno e un investimento importante di tempo e risorse. Per chi presenta disabilità e bisogni educativi speciali, però, lo sforzo per realizzare questo obiettivo di vita può diventare insostenibile. Per questa ragione, da gennaio 2019 la Liuc ha rinnovato il proprio modello operativo e ha attivato un “Servizio Inclusione” rivolto a tutti gli studenti con disabilità e disturbi di apprendimento certificati per accompagnarli nel percorso di studi e assicurare misure compensative che permettano di mitigare gli svantaggi con l’obiettivo di recuperare la piena capacità di apprendimento. Si tratta di un servizio ad accesso volontario basato sulla centralità delle competenze di un team pedagogico, a cui si affianca, quando necessario, la competenza del Servizio Counseling & Welbeing, che fornisce un servizio di supporto psicologico.
Il “Servizio Inclusione” fonda la propria capacità di intervento sulla relazione formativa (come mezzo) attraverso la costruzione di fiducia (come risorsa) per accompagnare gli studenti al cambiamento con lo scopo di sostenere il recupero dell’autonomia personale e dell’autostima nell’affrontare la competizione sul mercato del lavoro, inteso come luogo di espressione delle competenze acquisite durante il percorso universitario. Il nuovo modello operativo del “Servizio Inclusione” ha avuto da subito una ricaduta positiva a livello didattico ed è stato riconosciuto come best practice dai valutatori per l’accreditamento EUR-ACE (Agenzia per la certificazione della qualità e dell’accreditamento dei corsi della Scuola di Ingegneria) e come tratto distintivo ai fini della valutazione ministeriale dell’ateneo. 

Parliamo di inclusione in senso ampio. Politiche a favore delle diversità, propensione all’accoglienza e apertura culturale. Professoressa Minelli, tutte queste iniziative, come si traducono in dati? E quindi, in un impegno tangibile? 
Al “Servizio Inclusione” afferisce circa il 5% della popolazione iscritta alla Liuc, in linea con gli altri atenei italiani che offrono le stesse tipologie di corsi. Ampliando lo sguardo nella prospettiva della diversità, la nostra Università, pur essendo un piccolo ateneo, accoglie studenti provenienti da tutta l’Italia e da ogni parte del mondo. Circa il 40% degli studenti iscritti è residente fuori regione. Ma i dati più significativi che testimoniano la propensione all’accoglienza e l’apertura culturale della Liuc riguardano le esperienze internazionali: oltre un terzo degli iscritti svolge un periodo di studio all’estero durante il percorso universitario oppure consegue il doppio titolo, in una tra le tante università di cui Liuc è partner in quattro continenti. Allo stesso tempo, 250 studenti ogni anno giungono da tutto il mondo per una esperienza formativa qualificata. Il nostro obiettivo per il futuro è quello di non fermarci e di continuare ad espanderci ancora di più: sono, infatti, previste ulteriori partnership che testimoniano il carattere universale della ricerca e della formazione del nostro ateneo. 

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