Inca Cosmetici si rifà il trucco

A due passi dal Lago Maggiore vengono creati prodotti make-up di qualità noti in tutto il mondo. A produrli un’azienda che, grazie alla tenacia dei suoi dipendenti, ha iniziato una secon

A due passi dal Lago Maggiore vengono creati prodotti make-up di qualità noti in tutto il mondo. A produrli un’azienda che, grazie alla tenacia dei suoi dipendenti, ha iniziato una seconda vita dopo una grave crisi che stava portando alla chiusura definitiva dell’attività nel 2019. Ecco i nuovi progetti dell’impresa di Porto Valtravaglia, tra innovazione, ricerca e tanta voglia di crescere

Per citare Stendhal, chi ha un animo sensibile non può non visitare il Lago Maggiore. E, in particolare, aggiungeremmo, Porto Valtravaglia, una delle sue località di maggiore bellezza. Un fascino straordinario, ma tutto sommato ben noto: non una sorpresa. Una novità per molti, invece, è il fatto che Porto Valtravaglia possa essere considerata una meta di bellezza anche in un altro senso, più strettamente industriale. Qui, infatti, dagli anni ‘50, la Inca Cosmetici produce per i grandi marchi, soprattutto, del made in Italy, prodotti per il make-up e la skincare di altissimo livello. Entrare in azienda è un’occasione unica per chi ama il settore: qui si scopre, ad esempio, come nasce un rossetto, dall’idea al confezionamento, passando per tutte le fasi produttive, test compresi. Un mondo ricco di fascino che, però, ha una storia complessa, che molto racconta del comparto fashion, ma anche delle peculiarità del territorio a Nord della provincia di Varese. Tra le ben note difficoltà congenite, prima tra tutti quella di trattenere talenti, attratti dalla vicina Svizzera e la caratteristica voglia di fare impresa.

È una storia complessa ma testimone di grande tenacia, quella di Inca, che dalla nascita nel 1951 per volere della famiglia Faverio, deve attraversare nella sua vita aziendale non poche prove. Alle origini di tutto una passione, che spinge i due figli del fondatore Giuseppe, uno votato all’ingegneria e l’altro alla chimica, a creare due anime aziendali con lo stesso nome, che diventano presto eccellenze (con 450 dipendenti nel momento di massimo successo): una nel settore del packaging per la profumeria di lusso e l’altra nella cosmetica. Quest’ultima si afferma subito per capacità e competenze ma, complice la scomparsa prematura del titolare e andamenti economici sfavorevoli, nel 2019 l’azienda entra in concordato preventivo e rischia il fallimento. E qui la tenacia della squadra viene fuori chiaramente: è un piccolo gruppo di management e operai a rimboccarsi le maniche per salvare l’azienda e i posti di lavoro non più sicuri. Si tratta, prima di tutto, di una questione di cuore. 

A raccontarlo è Ferrante Lavorato, uno degli artefici della rinascita di Inca e di un’operazione importante dal punto di vista economico. “La soluzione più semplice – spiega – era vendere la parte cosmetica e abbandonare tutto. Ma qualcosa ci ha spinto a ricercare un’altra via. Bisogna fare una premessa: Inca è unica nel suo genere e nel territorio. Innanzitutto, è un’azienda di riferimento della cosmetica, che straordinariamente non ha sede in un distretto della cosmetica. Poi è un’azienda nata da una famiglia ma che non è più familiare in senso stretto. Eppure, poggia le basi su legami affettivi molto solidi. Sono state proprio questa forza delle relazioni e la voglia di non mollare a spingerci a voler salvare l’impresa, anche facendo sacrifici personali e indebitandoci noi lavoratori per mantenerla qui, nella sua sede in provincia di Varese. La stessa convinzione che poi ci ha permesso di trovare un finanziatore”. 

È durante una semplice chiacchierata tra Lavorato e l’imprenditore milanese Angelomario Moratti che la storia dell’azienda di Porto Valtravaglia arriva al cuore di quest’ultimo, che decide di investire in maniera importante nella nuova vita di Inca Cosmetici. A due giorni dalla data fissata per l’asta pubblica per la vendita, avviene il salvataggio. Parte così una nuova avventura che mette insieme le competenze d’impresa, il legame con il mercato e una nuova energia. Ad aprile 2020 viene perfezionata l’operazione di cessione delle quote societarie ad una holding partecipata dall’imprenditore milanese. I punti fermi dell’accordo sono ben chiari ed evidenziati nero su bianco nella nota stampa: “Oltre alla valorizzazione dell’attuale management, il mantenimento di tutto il personale della società con l’obiettivo di preservare una realtà imprenditoriale importante per il territorio”. 

E il futuro? “Ora guardiamo avanti: il nostro scopo principale è crescere”, spiega Gianluca Campagnani, oggi Amministratore Delegato di Inca Cosmetici, che si assume il compito di traghettare questa nuova avventura. “Prima di tutto puntiamo a crescere internamente, in termini di spazi, risorse umane e tecnologia. Entro il 2024 ci sposteremo a Gemonio in un nuovo stabilimento di 4.000 metri quadrati, per un investimento importante iniziale di 3 milioni di euro, adeguato a poter accogliere questa crescita. Volontà di tutti, a partire dalla proprietà milanese, è quella di rimanere sul territorio, sempre vicino alle nostre radici, ma in uno spazio più ampio, perfettamente sostenibile e sicuro, consono ad ospitare nuove risorse umane e macchinari. Un biglietto da visita per la clientela importante e sempre più esigente. Parallelamente, la nuova proprietà ci ha dato uno spazio per la sede commerciale in Corso Venezia a Milano, capitale della moda e della cosmetica. L’altra linea di crescita è al di fuori dell’azienda: Inca Cosmetici è nome noto nel mondo, partecipiamo alle fiere più prestigiose, riceviamo riconoscimenti, ma i nostri clienti sono soprattutto grandi marchi del made in Italy. Il 70% del fatturato deriva dall’Italia e il 30% dai mercati esteri, principalmente dall’Europa. Vogliamo aprirci a nuovie piazze al di fuori del nostro Paese, come gli Stati Uniti. Anche questo comporterà l’ingresso in azienda di nuove risorse umane con le giuste skill. L’obiettivo è quello di un fatturato a doppia cifra entro il 2024-2025”. 


Da sinistra, Ferrante Lavorato e Gianluca Campagnani

Il make-up punta sull’ascolto

Non solo rossetti. Prodotti per la cura e il colore di labbra e occhi, viso e corpo, sviluppati in svariate formule e colori. Gli articoli per la bellezza di Inca Cosmetici sono potenzialmente infiniti. Se, infatti, la skincare si evolve ma resta un settore in cui la fidelizzazione vince, il comparto del make-up è più soggetto al cambiamento: sono gli acquisti istintivi a farla da padrone e a definire il mercato sono variabili legate a gusti e psicologia del momento. Basti pensare alla voglia di uscire e di spensieratezza del post-Covid. È quindi possibile per le imprese definire delle tendenze di massima? “Come per tutte le aziende della moda, il settore della cosmetica anticipa le collezioni di un anno. Per intenderci, in autunno vengono presentati i cataloghi dell’autunno successivo. Va chiarito che, quando si lancia una nuova linea, sono tre i fattori in gioco: la texture, i colori moda e il packaging. Per creare un prodotto nuovo con questi tre fattori ci vogliono dai 4 ai 6 mesi”, spiega Ferrante Lavorato, che oggi in azienda ha l’incarico di Strategic Business Consultant. “Quando si parla di nuove tendenze, quindi, bisogna tenere presente questa complessità ma anche che il mercato negli ultimi anni è cambiato. Temi come l’influencer marketing o l’armocromia incidono nell’offerta e la fanno moltiplicare. Senza contare altri aspetti: il settore della profumeria è diverso da quello della farmacia. Ci sono aziende che principalmente si occupano di make-up e altre che lo fanno in modo sporadico (pensiamo al rossetto come occasionale completamento di una linea di un altro prodotto moda). Poi c’è il tema del brief. A volte siamo noi a proporre nuove idee al cliente, altre il contrario, ma per definire il prodotto si lavora insieme: questo è certamente il nostro punto di forza. Quello che conta poi sono le materie prime di alta qualità e la capacità di innovare. Di recente un nostro prodotto struccante viso e occhi ha vinto il premio Award Innovation Millennials a Los Angeles: partendo da Porto Valtravaglia è una bella soddisfazione”, conclude Lavorato.   

Articoli correlati