Il valore dell’arte per le imprese

Gaspare Tronconi Industriale e Beppetex, Praezision, Tmr Cederna, Elmec e Goglio: questi alcuni esempi di realtà varesine che valorizzano, all’interno dei luoghi di lavoro, il patrimonio

Gaspare Tronconi Industriale e Beppetex, Praezision, Tmr Cederna, Elmec e Goglio: questi alcuni esempi di realtà varesine che valorizzano, all’interno dei luoghi di lavoro, il patrimonio artistico e culturale del territorio e non solo. Attraverso svariati e differenti progettualità, a partire dall’esposizione di opere negli spazi aziendali, fino ad arrivare all’adozione di manufatti che necessitano manutenzione

‘‘Il tessile è arte e la fabbrica ne diventa il suo felice e fervido contenitore”. Questa la filosofia di Giuseppe Tronconi, Amministratore della Gaspare Tronconi Industriale Srl e della Beppetex, entrambe di Fagnano Olona. Le parole dell’imprenditore, Vicepresidente del Gruppo merceologico “Tessile e Abbigliamento” di Confindustria Varese, risuonano come un mantra e raccontano perfettamente la volontà di tessere un legame solido tra arte e impresa. Un legame che si traduce, nel suo caso, nella collocazione fisica di opere artistiche all’interno dei luoghi di lavoro. Non solo per rendere gli spazi manifatturieri esteticamente più gradevoli o per portare avanti tradizioni e passioni di famiglia, ma anche per contribuire a valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio. “Le nostre collaborazioni in ambito cultura hanno origini lontane, sono di inizio ‘900 – racconta Tronconi –. Ricordo mio nonno Gaspare Tronconi e l’amico e artista Pasquale Bossi. La relazione tra arte e industria veniva dalla stima e dall’alleanza tra saperi diversi”. Quello della cultura, dell’industria e della pittura che, come sottolinea Tronconi “si ritrova nell’iconografia del nuovo paesaggio delle fabbriche e nei ritratti dei nostri avi”. Sempre il nonno Gaspare, insieme al padre Attilio, furono molto legati anche a Paolo Candiani, industriale tessile, architetto e pittore. “Candiani collaborò con la mia famiglia nel pensare nuovi spazi dove lavorare e vivere”.

Invece, in tempi più recenti, è nato tra Giuseppe Tronconi e Pietro Scampini un nuovo legame. “Scampini si è innamorato degli scampoli, gli scarti delle nostre produzioni tessili. In particolare, dei velluti a coste – continua l’Amministratore aziendale –. E con questi pezzi ha creato delle vere opere d’arte”. In questo modo sono stati riciclati e nobilitati materiali che altrimenti sarebbero stati buttati. “Non posso dimenticare, poi, Paola Ravasio che con le sue sculture ha dato un’idea di forza e tensione che si sposa perfettamente con le nostre produzioni – sottolinea ancora Tronconi –. Credo che gli artisti siano capaci di posare sul mondo uno sguardo diverso dal nostro, perché riescono a guardare dove gli altri non vedono”. Ecco perché, nella visione dell’imprenditore varesino, è importante avere l’arte e gli artisti a fianco dell’industria e le loro opere all’interno dei luoghi di lavoro.  

Se per la Gaspare Tronconi il tessile è arte, per la Praezision di Bodio Lomnago, invece, è tutta questione di famiglia. Quando si varca il cancello dell’azienda che progetta e sviluppa software nell’ambito medico, svoltando a sinistra si procede in direzione degli uffici. A destra, invece, si accede alla pinacoteca. Un luogo che ospita tutte le opere di Giuseppe Rinaldi, bisnonno di Andrea Rinaldi, Amministratore Unico dell’impresa. “La pinacoteca è dedicata ai quadri rintracciati negli anni del mio bisnonno che faceva di mestiere proprio il pittore – racconta Andrea, insieme al papà Liborio –. Sono circa una cinquantina i pezzi presenti e ripercorrono tutte le fasi della sua lunga vita”. Dal 1870 al 1948. Il pittore verbanese non dipingeva en plein air (all’aria aperta) ma, una volta ammirato il paesaggio, tornava in studio e riviveva le emozioni che quel luogo gli aveva trasmesso. Allievo di Cesare Tallone alla Carrara di Bergamo prima e a Brera dopo, Rinaldi si trasferisce a Intra nel 1900 e inizia la sua attività come scapigliato (un movimento artistico noto per il forte anticonformismo e la ribellione nei confronti della tradizione). Nel 1906 si trasferisce poi per qualche anno in Argentina.

Andrea Rinaldi, Praezision Srl: “La nostra pinacoteca aziendale è dedicata ai quadri rintracciati negli anni del mio bisnonno che faceva di mestiere proprio il pittore. Sono circa una cinquantina i pezzi presenti e ripercorrono tutte le fasi della sua lunga vita”

Questo periodo della vita dell’artista cambierà molto anche la sua tecnica pittorica. “Si dilettava con giochi di luce e controluce per dare un senso di profondità”. Ritratti, paesaggi, soggetti floreali: questi alcuni dei protagonisti delle opere. “In questa fase cade nel romanticismo – specificano dall’azienda –, affascinato dai paesaggi argentini”. Lunghe distese di praterie, con animali e gauchos (mandriani a cavallo) al lavoro sono alcuni dei principali soggetti raffigurati. Dopo la perdita di un figlio, torna a Intra e ci resta fino alla morte. “Di nuovo, un cambio nei tratti artistici – sottolineano Andrea e Liborio Rinaldi –. Fino all’età matura che sfocia in un neorealismo”. Oggi le opere dell’artista si trovano a Verbania, alla cattedrale di San Vittore. “Durante la festività del patrono – sottolinea Andrea Rinaldi – viene esposto un grande quadro del mio bisnonno”. La pinacoteca aziendale, oggi, è a disposizione dei dipendenti, della comunità o di altri artisti. Sono state fatte diverse mostre pubbliche e molte sono le associazioni e scolaresche della zona che fanno visita alla pinacoteca di Bodio Lomnago. La memoria del mondo e della vita del pittore è tramandata dal libro “Datemi il sole”, scritto dal nipote Liborio. 

La scelta di allestire con l’arte gli spazi produttivi della Tmr Cederna Srl è, invece, duplice. “In famiglia siamo sempre stati grandi amanti di collezioni artistiche. A partire da mio nonno e passando per mio padre, oggi, anche io porto avanti questa tradizione – racconta Piero Giardini, Consigliere Delegato dell’impresa di Ferno –. Siamo sempre stati appassionati di tutte quelle collezioni che partono dall’800 e arrivano fino all’arte moderna e contemporanea”. Tra gli uffici e gli spazi operativi dell’azienda varesina trovano spazio, appunto, diverse opere. “Abbiamo installato una collezione corposa di pezzi che si riferiscono principalmente ad artisti contemporanei”. Non si tratta, però, solo di una pura questione estetica. La missione della Tmr è ben più grande: “Da una parte vogliamo portare avanti, certamente, la tradizione e la passione di famiglia – afferma Giardini –. Dall’altra, invece, ci impegniamo affinché la comunità si avvicini a questo mondo”. L’impresa di Ferno per raggiungere questo obiettivo sensibilizza in primis i propri dipendenti all’aspetto culturale. “Doniamo cataloghi d’arte e forniamo ai nostri collaboratori inviti per partecipare a mostre e fiere in cui vengono esposte le nostre opere – sottolinea il Consigliere Delegato –. Il nostro è un impegno concreto”. Le opere della collezione dell’impresa, inoltre, spesso, fanno il giro dell’Europa. “Prestiamo i nostri pezzi per esposizioni d’arte, se i curatori o gli organizzatori di eventi ce lo chiedono – informa Giardini –. In azienda abbiamo opere di giovani artisti che sono state esposte anche a Villa Panza a Varese. Oppure di artisti più affermati negli anni ‘30 e ‘40, esibiti in Italia e nel Mondo”. A Roma, Venezia, Parigi, Oslo, New York, solo per fare alcuni esempi. Attraverso questo sistema, quindi, emerge la vocazione internazionale di Tmr Cederna, non solo nel suo core business legato all’attività industriale, ma anche nel campo delle arti applicative. Sono molti e differenti i modi di rappresentare e portare l’arte nell’industria.

Un altro esempio virtuoso riguarda il Gruppo Goglio che ha accolto la proposta di adottare la statua di San Longino del Duomo di Milano, selezionata dalla Soprintendenza per finanziare i lavori di restauro. “L’iniziativa si è concretizzata a fine 2020 – racconta Stefano Trombetta, Amministratore Delegato della Goglio Spa di Daverio –, in occasione dell’importante traguardo dei 170 anni di attività. L’adesione al progetto ha rappresentato un sostegno concreto alla conservazione del patrimonio culturale mediante un gesto simbolico in grado di ravvivare speranza e senso di solidarietà ed esprimere la volontà di ringraziamento e restituzione alla collettività da parte di Goglio”. La scelta è ricaduta su questa opera anche perché il suo autore è lo scultore Pompeo Marchesi, originario della zona di Varese. “Abbiamo voluto, in questo modo, rimarcare l’importante legame di Goglio con il territorio, in cui è presente con il suo stabilimento di Daverio ormai da oltre cinquant’anni. Allo stesso tempo – continua Trombetta –, il progetto simboleggia l’attaccamento del Gruppo alla città di Milano”. Goglio, infatti, fondata a Rho, a inizio ‘900 ha poi spostato l’attività a Milano, ancor oggi sede legale, dove è in funzione un reparto produttivo. “Abbiamo avuto la possibilità di restaurare l’opera, che presentava fenomeni di degrado dovuti soprattutto ad agenti atmosferici e metterla in mostra nei nostri spazi, all’ingresso dello stabilimento di Daverio, dove è stata esposta negli ultimi tre anni e dove resterà ancora almeno per un altro anno, a fruizione non solo dei collaboratori, ma anche di visitatori, clienti, fornitori e di tutti i cittadini del territorio. In questi anni ci siamo infatti impegnati per organizzare visite e tour, in particolare con le scuole della zona. D’altronde – conclude l’Ad di Goglio –, molte delle iniziative del Gruppo hanno l’obiettivo di generare un impatto positivo sul territorio non limitato alle ricadute economiche. Con l’adozione della statua di San Longino abbiamo voluto continuare il nostro percorso in questa direzione”.

Un altro esempio, un po’ curioso e inusuale, è quello che riguarda l’istallazione presente alla Elmec di Brunello. L’opera rappresenta uno tra i primi esempi italiani d’Information Design prodotto dall’impresa varesina all’inizio degli anni ‘80 su richiesta di Regione Lombardia. Lo studio scientifico aveva l’obiettivo di ottenere una rappresentazione grafica della distribuzione della popolazione all’interno del territorio regionale, completo di dettagli, quali fiumi, laghi e confini territoriali. “Sviluppammo un programma in linguaggio Assembler – afferma Cesare Corti, Fondatore di Elmec insieme a Clemente Ballerio – che prendeva in esame le classi di ampiezza demografica, le coordinate di tutti i comuni lombardi e i dettagli morfologici del territorio. I dati vennero elaborati da uno dei primi mainframe presenti in Italia, caratterizzato da prestazioni di elaborazione dati di alto livello e di tipo centralizzato: l’IBM System 360/20”. Le tecnologie dei tempi non permettevano l’utilizzo di schermi e non era dunque possibile verificare visivamente il risultato grafico dei calcoli, se non attraverso l’utilizzo di una stampante ad aghi. “Dopo una serie di test – prosegue Corti –, si ottenne una corretta rappresentazione dei dati, producendo una mappa cartacea multicolor in scala 1: 200.000. Il blu venne assegnato ai laghi e ai corsi d’acqua, il rosso ai confini territoriali e il nero alle classi di ampiezza demografica differenziate tramite simboli, ad esempio ‘+’ per comuni con una popolazione da 1 a 2.000 abitanti, ‘J’ da 20.000 a 50.000, ‘X’ oltre 100.000”.  

 

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