I numeri dell’industria sportiva

In provincia di Varese la filiera dello sport occupa un posto importante. Sono oltre 4.000 le imprese che fanno parte di questo comparto e più di 11.000 le persone impiegate. I dati elaborati

In provincia di Varese la filiera dello sport occupa un posto importante. Sono oltre 4.000 le imprese che fanno parte di questo comparto e più di 11.000 le persone impiegate. I dati elaborati da Cerved Group parlano di un’attività che ha portato, nel 2019, ad un fatturato annuo di 1,7 miliardi di euro. A dare una panoramica nazionale e locale del settore, tra obiettivi raggiunti, prospettive e sfide future è Anna Ferrino, Presidente di Assosport

È febbraio di un anno fa. Periodo ideale per gli amanti della neve e delle montagne. I Mondiali di sci alpino vengono ospitati a Cortina d’Ampezzo. 15 giorni di sport, 13 gare, 419 atleti provenienti da 68 diverse Nazioni. 39 medaglie assegnate. Un evento internazionale che ha il sapore della speranza e della ripartenza dopo un lungo periodo d’arresto legato all’emergenza sanitaria. Migliaia di spettatori, davanti alla tv, ammirano i campioni scendere dalle piste a velocità folle. Sci ben attaccati agli scarponi, racchette, caschetto, tuta, intimo termico, guanti e maschera. Tutti accessori altamente performanti che gli atleti scelgono accuratamente di indossare nelle loro gare più importanti. Spesso puntando su prodotti made in Italy. “L’anno scorso siamo saliti sul podio con ben 24 medaglie delle 39 assegnate nella rassegna iridata, nove delle quali sono state medaglie d’oro.

Trofei conquistati da sportivi che vestivano prodotti delle nostre aziende associate” afferma Anna Ferrino, Presidente di Assosport, l’associazione nazionale del Sistema Confindustria che raggruppa i produttori italiani di articoli sportivi. In quel caso era stato lo sci a fare da vetrina alla filiera italiana dell’industria del settore. Ma lo stesso vale anche per il nuoto, il ciclismo e il fitness. Più in generale per tutte le discipline. I grandi eventi sportivi, per l’industria del settore, sono come delle grandi sfilate per le case di alta moda: un palcoscenico dove i grandi campioni fanno da testimonial gareggiando e salendo sul podio vestendo materiale tecnico fatto in Italia. 

“Per i produttori di articoli sportivi la pandemia ha picchiato duro – racconta Ferrino -. Se alcuni settori come bicicletta, mondo outdoor e home fitness negli ultimi mesi hanno registrato un’impennata della domanda, per altri comparti, come piscine e palestre, sport di gruppo e sport invernali, le perdite da chiusure prolungate imposte dal Governo si sono avvertite forti e chiare. Negozi e impianti sono rimasti chiusi, le vendite si sono arrestate e le merci sono rimaste ferme in magazzino”. Sono piccole, medie e grandi imprese. Sono produttori di maglieria intima e costumi, abbigliamento tecnico, calzature e articoli sportivi di ogni genere. Aziende, come sottolinea Ferrino, “abituate a guardare alle sfide come a nuove opportunità e ai limiti come ostacoli da superare per uscirne più forti”. 

Nel 2019 l’industria sportiva ha generato 91,5 miliardi di euro rispetto ai 2.410 prodotti dal totale dell’economia italiana. Poi, nel 2020, un calo fisiologico del 21% legato alle restrizioni e alle misure anti-contagio. Una chiusura positiva si è registrata, invece, a fine 2021, anno in cui il settore ha superato gli 80 miliardi di euro

Nonostante la grande crisi che negli ultimi due anni ha travolto, con la forza di una valanga, il mondo dello sport, gli imprenditori hanno continuato ad investire, ad innovarsi e a valorizzare la ricerca e lo sviluppo con un unico obiettivo: realizzare prodotti sempre migliori, performanti e sostenibili. I dati elaborati da Cerved Group per Assosport parlano chiaro. La filiera dello sport produce grande ricchezza. Nel 2019 ha generato 91,5 miliardi di euro rispetto ai 2.410 prodotti dal totale dell’economia italiana. Poi, nel 2020, un calo fisiologico del 21% legato alle restrizioni e alle misure anti-contagio. Una chiusura positiva si è registrata, invece, a fine 2021, anno in cui il settore ha superato gli 80 miliardi di euro. La prospettiva per il 2022 fa ben sperare: il comparto potrebbe crescere ancora. “Insomma, il peggio sembra passato e le aziende guardano con fiducia ai mesi che verranno – sostiene Ferrino -. Le aspettative sulla ripartenza sono alte e la voglia di sport che si respira nell’aria va proprio in questa direzione”. 

La provincia di Varese in questo mosaico non fa certo eccezione. Sempre secondo i dati elaborati da Cerved per Assosport le imprese del territorio, che fanno parte della filiera, sono oltre 4.000 per più di 11.000 addetti impiegati. Un’attività che ha portato, nel 2019, ad un fatturato annuo di 1,7 miliardi di euro. Che lo sport sia una sorta di istituzione nel Varesotto lo dimostra anche il fatto che, a fare la storia dell’alpinismo italiano fu proprio un varesino: Vitale Bramani, che della sua passione ha fatto una vera e propria impresa, la Vibram di Albizzate, famosa in tutto il mondo per la produzione di suole in gomma.

Suo nipote, Matteo Bramani, è oggi Vicepresidente di Assosport. Il suo impegno è trasversale: “La sostenibilità, intesa come qualità e quindi durabilità del prodotto, è un concetto da sempre molto vicino al mondo dell’industria sportiva italiana. Diverse aziende che operano nel settore dello sport, outdoor, ma non solo, hanno intrapreso nel nostro Paese un percorso duraturo verso la circolarità, sviluppando strumenti concreti che possano guidare in modo efficace la transizione”. Gli imprenditori sportivi sono molto attivi su questo fronte: un’indagine di Assosport, svolta insieme all’Università di Padova, mostra che oltre il 60% degli intervistati investe più del 10% in progetti di economia circolare. Una percentuale che è destinata a crescere in maniera sostanziale in futuro. Nei prossimi tre anni si stima che gli investimenti aumenteranno in media del 5%. “Un’altra grande sfida, che non riguarda solo il comparto sport industry, è poi quella che interessa le figure professionali adatte a sviluppare il percorso verso la transizione verde e che vede gli imprenditori impegnati tra aggiornamento delle risorse interne e acquisizione di nuove figure professionali specializzate” chiosa Bramani.

 

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