Cosa cambia con la riforma 4 più 2

A settembre 2024 l’offerta scolastica italiana aprirà le porte ad una nuova tipologia di istruzione secondaria. Parte in fase sperimentale un percorso che lega, con forti raccordi, l&rsq

A settembre 2024 l’offerta scolastica italiana aprirà le porte ad una nuova tipologia di istruzione secondaria. Parte in fase sperimentale un percorso che lega, con forti raccordi, l’Istruzione Tecnica e le Its Academy, pensato per avvicinare ancora di più le imprese al mondo della formazione. Il modello? Quattro anni per arrivare all’esame di maturità e poi un biennio di specializzazione legato alle filiere economiche e produttive del territorio. I primi progetti in provincia di Varese

Istituti Tecnici dalla durata di 4 anni. Insegnanti provenienti dal mondo aziendale. Percorsi sviluppati a partire dalle principali filiere presenti sui territori e poi, per finire, una forte sinergia con le Fondazioni Its Academy. Quello appena descritto potrebbe sembrare un classico percorso formativo d’istruzione di matrice francese oppure tedesca, paesi in cui, già da anni, è presente un modello formativo improntato sull’apprendimento diretto di un lavoro. Eppure, non siamo volati all’estero, siamo ancora qui, in terra italica. A partire dall’anno scolastico 2024/2025, infatti, farà la sua comparsa nell’offerta formativa italiana, in via sperimentale, il cosiddetto “4+2”, una riforma scolastica, promossa dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che promette di rivoluzionare il mondo della formazione Tecnico-Professionale. I nuovi percorsi, sviluppati in simbiosi con le aziende del territorio, vedranno un accorciarsi degli anni di studio della scuola superiore: dai 5 canonici degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali si passerà a 4 anni con uno scivolo diretto ai corsi Its (Istituti Tecnologici Superiori) della stessa Filiera Tecnico-Professionale di durata biennale, dando così la possibilità a ragazzi e ragazze di appena vent’anni di avere in mano le conoscenze e le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro a pieno regime.

“Con sole tre settimane di preavviso – racconta Gianni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano – si sono iscritti a questa sperimentazione già 1.700 studenti. La riforma ‘4+2’ mi sembra una buona soluzione per tentare di colmare il gap demografico presente nel nostro Paese, che sta avendo impatti sulle risorse umane da poter inserire in azienda. Con questa sperimentazione si sono gettate le basi per un nuovo e più stretto legame tra scuola e mondo produttivo, riconoscendo apertamente l’importante ruolo formativo dell’impresa”. Impresa che mai come ora diventa protagonista della scuola. Con il Ddl Valditara le aziende saranno chiamate, infatti, ad essere presenti nei percorsi formativi, svolgendo diverse azioni, come ad esempio collaborare alla stesura delle programmazioni quadriennali dei percorsi, fornendo insegnanti provenienti (per l’appunto) dall’azienda e co-progettando le esperienze “on the job” e gli apprendistati. 

Tra le aziende varesine che hanno aderito alla sperimentazione “4+2” c’è la Secondo Mona Spa di Somma Lombardo, che con l’Isis Ponti di Gallarate ha sottoscritto un accordo di partenariato aderendo alla Filiera Tecnologico-Professionale nell’ambito delle costruzioni aeronautiche. “Per noi si tratta di un’evoluzione – spiega Lorenzo Genoni, Human Resource Manager di Secondo Mona – perché finalmente le Fondazioni Its e gli Istituti Tecnici, insieme a quelli Professionali, si sono riuniti sotto medesime filiere, costruendo così un percorso univoco. Avevamo già all’attivo alcune collaborazioni con diverse Fondazioni e scuole: adesso tutto è ancora più semplice, perché si lavora tutti per un unico obiettivo comune, ovvero la formazione lineare dei ragazzi e la loro crescita professionale”. A fare da tramite tra imprese e scuola saranno proprio i docenti aziendali, che potranno salire in cattedra per alcuni moduli formativi e laboratoriali, portando in aula il proprio know-how e le conoscenze maturate in azienda. “Nel nostro caso – continua Lorenzo Genoni – le persone che si occuperanno del percorso di studio per i ragazzi sono quelle figure dall’alta seniority che hanno una consolidata esperienza aziendale e che hanno già ricoperto in passato il ruolo di tutor per i ragazzi in ingresso. Questo permetterà, a nostro avviso, una più facile trasmissione delle conoscenze e, soprattutto, ci auguriamo possa suscitare curiosità verso una nuova professione negli studenti e nelle studentesse”. 

Gianni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria: “Con questa sperimentazione si sono gettate le basi per un nuovo e più stretto legame tra scuola e mondo produttivo, riconoscendo apertamente l’importante ruolo formativo dell’impresa”

Oltre alla piena fiducia delle aziende per questa sperimentazione, c’è un forte ottimismo anche da parte delle scuole: “Un punto importante di questa riforma – racconta Massimo Angeloni, Dirigente dell’Isis Ponti di Gallarate – è quello di porre un accento sulla professionalità e sulla qualificazione dei percorsi di studio. La discesa in campo delle imprese è un modo per garantirne la qualità. Noi, dal lato nostro, ci premuriamo di rendere consapevoli ragazze e ragazzi del percorso che stanno per intraprendere: una formazione così specializzata ha bisogno di punti di riferimento aziendali, sociali, ma anche di prospettive sul futuro. Per un giovane formarsi con una realtà solida e storica del territorio come Secondo Mona non può che essere uno stimolo”. In quattro anni, quindi, gli studenti avranno la possibilità di lavorare fianco a fianco con le aziende, per un totale di circa 1.000 ore annue, in modo tale da apprendere al meglio un mestiere. Con l’aumento delle ore di alternanza scuola-lavoro però non verranno messe da parte le materie di carattere culturale, come ad esempio italiano, inglese e matematica. “Bisogna ricordarsi che al termine del percorso scolastico del quadriennio, ci sarà l’Esame di maturità da sostenere – puntualizza Sergio Scaltritti, Responsabile della formazione di Acof Olga Fiorini di Busto Arsizio – ed è ovvio che i ragazzi dovranno essere in grado di superare questo traguardo che, una volta tagliato, darà loro la possibilità di continuare la specializzazione con l’Istruzione Tecnica Superiore. Se vorranno, invece, cambiare percorso formativo, potranno farlo iscrivendosi ad un corso universitario”.     

L’accesso diretto agli Its sarà valido, oltre che per gli Istituti Tecnici-Professionali, anche per gli IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) a condizione che il percorso di formazione Professionale in cui si diploma lo studente sia inserito nella stessa Filiera Tecnico-Professionale o in alternativa, che ci sia una validazione, da parte di Invalsi, dei percorsi IeFP attraverso un sistema di valutazione dell’offerta formativa. “Un’azienda ha bisogno al suo interno di svariate figure con diversi ruoli e specializzazioni – racconta Angelo Candiani, Presidente Aslam e Its Lombardo Mobilita –. Qui entra in gioco il dialogo tra gli Istituti Tecnici e Professionali e gli IeFP per capire le esigenze del mondo del lavoro. Adesso l’Istruzione Professionale sta avendo un riscatto, sta diventando una prima scelta dopo il diploma, segno che le necessità delle aziende iniziano a ricoprire un ruolo sempre più importante, anche nell’orientamento dei giovani. Con la creazione di queste filiere, nessuno rimarrà escluso: chi vorrà proseguire con la propria formazione potrà farlo, chi vorrà invece mettere in pratica le conoscenze apprese potrà inserirsi nel mondo del lavoro. Sono talmente tante le offerte che c’è solo l’imbarazzo della scelta”. 

Obiettivo della riforma “4+2” è anche tentare di mitigare il sempre più dilagante fenomeno della disoccupazione giovanile e dei neet, i giovani che non lavorano, non studiano e non sono nemmeno interessati a cercare un’occupazione.
Per gli Its al momento non ci sono particolari cambiamenti in vista, se non un coinvolgimento maggiore nella stesura dei percorsi. “Come Fondazione saremo certamente disponibili ad un confronto e alla coprogettazione per il raggiungimento delle finalità della sperimentazione – conclude Benedetto Di Rienzo, Presidente Fondazione Its Incom –. La Fondazione garantirà la partecipazione attiva nei primi 4 anni, attendendo come risultato un maggiore interesse verso gli Istituti Tecnologici Superiori da parte degli studenti e delle loro famiglie, grazie anche ad una migliore attenzione e partecipazione da parte delle scuole secondarie e della formazione Professionale alla formazione terziaria professionalizzante offerta dagli Its”. 

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