Come nasce un’imbottitura
Prosegue il viaggio fotografico di Varesefocus alla scoperta delle professionalità e dei prodotti della manifattura varesina. I protagonisti questa volta sono piume, fibre sintetiche e materia
Prosegue il viaggio fotografico di Varesefocus alla scoperta delle professionalità e dei prodotti della manifattura varesina. I protagonisti questa volta sono piume, fibre sintetiche e materiali riciclati, che, grazie alla pluricentenaria esperienza della A. Molina & C. Spa di Cairate, diventano giacche imbottite, divani, poltrone oppure cuscini. Tra progetti sostenibili e un occhio sempre puntato all’innovazione
Tre linee di produzione per circa un milione e mezzo di chili di materiale lavorato ogni anno nello stabilimento di Cairate. Le piume e il piumino (la parte più pregiata), arrivano negli stabilimenti già prelavati e vengono poi divisi in base al peso specifico attraverso una macchina selezionatrice in legno che, grazie ad un ventilatore, crea il vuoto e fa letteralmente viaggiare le piume in silos verticali collegati tra loro. Le piume più pesanti si fermano al primo passaggio mentre quelle più leggere e il piumino proseguono il viaggio fino all’ultima camera. Il materiale così suddiviso viene poi caricato in una enorme macchina, chiamata spolveratrice che ha il compito di eliminare la polvere grossolana. A questo punto, dopo essere state pesate, le piume passano in una lavatrice e, a seguire, in una camera di sterilizzazione ed essiccazione. Seguono poi il procedimento di raffreddamento ed eventuali trattamenti aggiuntivi e finissaggi come, ad esempio, nel caso di piume ignifughe destinate al settore del mobile imbottito. Questo il processo produttivo che alla A. Molina & C. Spa di Cairate porta, da oltre 170 anni, alla nascita del materiale da imbottitura per capi di abbigliamento, divani, poltrone, cuscini, piumini da letto, guanciali, trapunte e persino topper.
“Noi forniamo la materia prima ai brand della moda e del fashion, come Moncler, Prada, Herno, Stone Island, Woolrich e Colmar. Loro acquistano le piume da noi per poi realizzare capi di altà qualità. Siamo il quinto impianto in tutta Europa per la lavorazione delle piume e per noi il ramo più importante per valore e investimenti è quello dell’abbigliamento, seguito da quello del tessile casa e quello dell’arredamento per le imbottiture di cuscini di divani e poltrone”. Queste le parole di Agostino Molina, Presidente e Amministratore Delegato dell’impresa fondata dal bisnonno e ora arrivata alla quinta generazione, che dà lavoro ad 80 dipendenti nei vari stabilimenti in provincia di Varese, senza contare le due sedi produttive a Taiwan e Cina e la prossima apertura in Vietnam. Alla Molina, però, le piume non sono il solo materiale utilizzato per dare vita alle imbottiture.
“Noi forniamo la materia prima ai brand della moda e del fashion, come Moncler, Prada, Herno, Stone Island, Woolrich e Colmar. Loro acquistano le piume da noi per poi realizzare capi di altà qualità”
“L’Italia è il più grande mercato al mondo per utilizzo del piumaggio delle oche nei cuscini di divani e poltrone nel settore dei mobili imbottiti. Sono molti i brand importanti che esportano in tutto il globo il design e il comfort dei divani made in Italy – spiega di nuovo Agostino Molina –. Per restare al passo con le richieste del mercato, è nato il nostro reparto ‘Non solo piuma’, in cui abbiamo iniziato a lavorare fibre sintetiche e microfibre. Portando avanti molti progetti di sostenibilità: gli impianti che abbiamo ci hanno permesso e ci permettono tuttora di trasformare scarti di lavorazione in materie prime”. La prima progettualità sostenibile targata Molina puntava al riutilizzo di scarti delle lavorazioni in fibra di cammello. Lavorando i pezzi che sarebbero andati buttati, insieme al poliestere, hanno preso vita imbottiture che un brand di moda può riutilizzare per nuovi capi.
Altra sfida è stata quella affrontata con un’importante realtà che opera nel settore dell’alpinismo, attiva nel campo dell’outdoor e della produzione di sacchi a pelo e capi di abbigliamento, che ha chiesto a Molina di riciclare le corde abbandonate dagli alpinisti sulle montagne per farne imbottiture per i loro prodotti. L’impresa di Cairate, sempre meno energivora e attenta a ridurre i consumi di acqua utilizzata per la lavorazione delle piume, è anche in prima linea nel combattere pregiudizi e false credenze legati proprio a questo materiale. “Non è vero che le piume creano allergie e, vi posso assicurare, che non esiste un materiale più sostenibile. La piuma è uno dei pochi prodotti, assieme alla lana, che, testato in laboratorio, è risultato in totale assenza d’aria, biodegradabile al 97% in 5 mesi”, precisa Agostino Molina.
Le foto di questo reportage sono state scattate da Lisa Aramini Frei