Alla salute della pelle ci pensa Oeko-Tex
La certificazione riconosciuta a livello internazionale controlla l’assenza all’interno dei prodotti tessili, abbigliamento e non solo, delle sostanze nocive per la salute dei consumatori
La certificazione riconosciuta a livello internazionale controlla l’assenza all’interno dei prodotti tessili, abbigliamento e non solo, delle sostanze nocive per la salute dei consumatori. Ente certificatore per l’Italia, è Centrocot Spa, il centro di ricerca per il comparto tessile di Busto Arsizio. Pioniere varesine, in possesso dello standard da 30 anni, le imprese del territorio A. Molina & C. ed Eurojersey. Nel Varesotto, in totale, sono 25 le realtà imprenditoriali certificate
Sono la A. Molina & C. Spa di Cairate e la Eurojersey Spa di Caronno Pertusella le pioniere nell’industria tessile varesina nella certificazione Oeko-Tex: lo standard, nato nel 1992 in Germania e oggi riconosciuto a livello internazionale, che controlla la totale assenza, nei prodotti tessili, di sostanze nocive per la pelle del corpo dei consumatori e, in generale, per la loro salute. Una certificazione, Oeko-Tex, che le due imprese varesine hanno da ben 30 anni. Praticamente da quando lo standard è certificato in Italia da Centrocot Spa: il centro di ricerca, certificazione, formazione e prove di laboratorio per l’industria tessile a Busto Arsizio, che, come precisa il Presidente della Camera di Commercio di Varese, Mauro Vitiello, “si vuole trasformare sempre più in un vero e proprio Malpensa Sustainability Hub, ovvero un centro che possa fare da cerniera tra le nuove economie che si stanno creando e le aziende che con le loro sole forze non riescono ad affrontare sfide come quelle legate alla sostenibilità e che dunque avrebbero bisogno di spazi dove poter studiare e far crescere le nuove generazioni su questi temi”.
Un anniversario importante, quello delle due aziende, A. Molina & C. ed Eurojersey, che è stato premiato anche recentemente dallo stesso Centrocot, durante l’evento dal titolo “Certificazioni e soluzioni digitali per la Green Transition”, organizzato in collaborazione con Camera di Commercio di Varese a MalpensaFiere, nell’ambito del più ampio progetto del programma internazionale “ZDHC Solutions Roadshow”. Ma A. Molina & C. ed Eurojersey non sono le sole aziende del settore tessile nel Varesotto ad essere state celebrate. A ricevere il premio, in totale, tra quelle neo-certificate e quelle con la certificazione da oltre vent’anni, sono state 25. Un premio all’impegno costante di cui le imprese vanno fiere, non tanto per la capacità che ne consegue di essere competitive sul mercato in termini di sostenibilità, quanto per “il fatto che lavorando in uno specifico comparto di tessuti, destinati ad essere a contatto con la pelle dei consumatori, garantire l’assenza di sostanze che, a livello tossicologico, possono essere dannose, sia alle proprie persone in azienda, sia al cliente finale, è una condicio sine qua non (letteralmente, condizione senza la quale non si può verificare un evento, ndr)”.
È così che spiega il valore di Oeko-Tex, Andrea Crespi, Amministratore Delegato di Eurojersey: l’azienda attiva a livello internazionale nel settore dei tessuti tecnici indemagliabili per diversi comparti, dallo sport all’abbigliamento fino all’intimo. Un po’ come a dire che “avere la certificazione non deve più essere considerato un valore aggiunto”. E continua: “Qualsiasi realtà imprenditoriale che lavora con etica sul territorio europeo, deve essere coerente con i requisiti Oeko-Tex. È una questione prima di tutto etica. Il certificato impone regole stringenti per cui, da un lato, come imprenditore hai necessariamente un investimento da fare, ma, dall’altro, allo stesso tempo, sai che chiunque comprerà quel tessuto non avrà problemi. Inoltre, per noi, trattando prodotti destinati a svariati campi di applicazione è, a maggior ragione, necessario e doveroso essere rispettosi, non solo dell’ambiente, ma anche di ciò che offriamo all’utente finale per vestirsi”.
D’accordo con lui, Agostino Molina, Presidente della A. Molina & C., l’azienda cairatese attiva nella preparazione, nella lavorazione e nel commercio all’ingrosso di materiale da imbottitura, piume e fibre tessili: “Oeko-Tex non rappresenta solo il rispetto della salute umana, ma anche dell’ambiente. La abbiamo da 30 anni e questo dimostra come già allora si parlasse di politiche green e di sostenibilità. Non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Nel 1994 siamo entrati in questo ambito perché non avevamo alcuna certificazione che desse al consumatore la sicurezza che nei nostri processi e all’interno dei nostri prodotti, non ci fossero sostanze nocive legate alle allergie. Fenomeno tipico della lana e della piuma. È qui, nel risolvere questo problema, che la certificazione ci ha aiutato molto. Oltre ad essere una garanzia sul prodotto, lo è anche sul processo perché, quando viene fatto l’audit, viene controllato che tutto venga svolto secondo le normative. Qualcuno la definisce una vera e propria sfida ed effettivamente lo è. Seguire i vari passi necessari all’ottenimento della certificazione ha dei costi, ma per noi essere certificati è una grande opportunità. Senza dimenticare che sulla sostenibilità c’è molto interesse anche da parte degli stessi consumatori”.
A confermare il fermento intorno al tema è Giuseppe Tronconi, Presidente del Gruppo merceologico Tessile e Abbigliamento di Confindustria Varese: “Nel 2015 oltre la metà dei nostri connazionali bollava la sostenibilità come una moda passeggera. Oggi, per il 68% della popolazione italiana, è ormai un tema noto e sentito. Non è più tempo di comprare un capo d’abbigliamento guardando solo il cartellino del prezzo, la foggia e la taglia. Chi fa shopping sostenibile vuole conoscere anche l’impatto ambientale e sociale di ciò che indosserà. Informazioni, però, che le etichette obbligatorie per legge, di composizione e manutenzione, non forniscono. È qui che entrano in gioco le certificazioni volontarie”. Certificazioni che, però, come tiene a sottolineare l’Ad di Eurojersey, Andrea Crespi, “consistono in un insieme di regole che a volte, chi importa capi di abbigliamento dall’altra parte del mondo, non rispetta. Il tessile italiano si può dire sia la Ferrari del settore a livello europeo. Lavoriamo con regole di ingaggio molto stringenti, siamo orgogliosi di questo, ma dovrebbero essere rispettate da tutti. Non solo da chi produce in Europa, ma anche da chi importa il prodotto finito da altri Paesi in cui non ci sono le stesse normative”. Come aggiunge Grazia Cerini, Direttore di Centrocot, “le aziende, a monte della filiera, in possesso della Oeko-Tex, lavorano per garantire agli altri, a valle, di mettere sul mercato dei prodotti privi di sostanze nocive. Oggi le aziende certificate Oeko-Tex a livello globale sono 35mila. Un numero elevato, perché si tratta di una certificazione che si applica alle materie prime, ai filati, ai tessuti, ma anche ai processi di tintoria e finissaggio, ai prodotti finiti e agli accessori. Trent’anni fa Oeko-Tex testava 100 sostanze nocive, da qui la declinazione ‘Oeko-Tex Standard 100’. Poi, col tempo, per coprire tutte le normative internazionali, ha allargato il ventaglio di sostanze controllate a 400. Ecco perché vogliamo lavorare insieme alle aziende, affinché dimostrare la capacità di ciò che sono in grado di fare, diventi sempre più semplice”. “Vogliamo e dobbiamo fare sistema. Insieme. Essere virtuosi nei confronti dell’ambiente deve diventare la cifra distintiva di tutto il nostro settore. Non solo delle singole aziende”, aggiunge il Presidente di Centrocot, Mario Montonati.
Le imprese varesine premiate in Centrocot
“Le certificazioni sono uno degli strumenti più efficaci per le aziende per evitare il greenwashing e per continuare a innovarsi. Rappresentano un sistema di misurazione obiettivo che porta a dei miglioramenti nel lungo periodo. Trasparenza e sostenibilità sono parole vuote se non sono accompagnate da azioni concrete e niente è più evidente e tangibile di un’etichetta e di una certificazione. Sono le basi per una moda ecosostenibile, circolare, etica e cruelty free. L’auspicio per noi imprenditori, che crediamo fortemente in questi valori, è che il settore tessile possa sempre più farsi portavoce di un’economia green e sostenibile. È per questo che scegliamo di certificare i nostri prodotti con Centrocot”. Così Giuseppe Tronconi, Presidente del Gruppo merceologico Tessile e Abbigliamento di Confindustria Varese, alla premiazione nel Centro Tessile Cotoniero di Busto Arsizio, delle imprese certificate Oeko-Tex. Oltre 200 le aziende italiane premiate, di cui il 70% provenienti dalla Lombardia. Sono 25 quelle con sede nel Varesotto. Questi i nomi di tutte le premiate varesine: A. Molina & C. Spa; Azienda Foderami Dragoni Spa; Besani Srl; Brugnoli Giovanni Spa, BL Color Srl; Eurojersey Spa; Eusebio Srl; G. Tosi Spa Tintoria; GommaGomma Srl; Grassi Spa; Junior Srl – Arte Ricami by Adele Zibetti; Maglificio Formenti Snc; Mario Cucchetti Tessuti Srl; Mascioni Spa; Nastrificio di Cassano Spa; Orsa Foam Spa; Ricamificio di Fagnano Srl; Stamperia Olonia Srl; Tessitura Marco Pastorelli Spa; Tiba Tricot Srl; TMR Cederna Fodere Srl; Vago Spa; Valcuvia Srl; Veropiz Srl; Wegal & Tricotel Spa.