A Varese turismo da record
Dopo i numeri senza precedenti di pernottamenti raggiunti nel 2019, il 2023 torna a registrare un’altra vetta grazie ad un aumento di circa 100mila turisti che, superata la pandemia, hanno scel
Dopo i numeri senza precedenti di pernottamenti raggiunti nel 2019, il 2023 torna a registrare un’altra vetta grazie ad un aumento di circa 100mila turisti che, superata la pandemia, hanno scelto di alloggiare nella provincia di Varese, tra hotel, alberghi e b&b, ma anche campeggi, case vacanze e alloggi agrituristici. Numeri che, secondo le stime elaborate dalla Camera di Commercio, tenderanno a salire anche nel 2024. A fare da traino: gli eventi sportivi sul territorio, ma anche le attrazioni paesaggistiche e culturali con sette laghi, quattro siti Unesco e oltre 2mila strutture ricettive
Il turismo in provincia di Varese supera i livelli pre-Covid e tocca un nuovo record con oltre 2 milioni e 300mila pernottamenti, contro il precedente primato di 2,2 milioni del 2019. Questi i numeri registrati da gennaio a novembre 2023: tra 1 milione e mezzo di stranieri e 800mila italiani che hanno scelto di alloggiare all’ombra delle Prealpi, 1 milione e 700mila persone hanno optato per delle strutture alberghiere, mentre 600mila risultano aver preferito quelle extralberghiere, come, ad esempio, bed & breakfast, campeggi, case vacanze e alloggi agrituristici. Un insieme di strutture ricettive, questo, rivolto a un sempre più variegato target di pubblico, con una permanenza media che cresce, toccando, in media, i 3,5 giorni nell’area dei laghi prealpini e i 3,8 nelle vallate del Nord della provincia. Mentre rimangono stabili più a Sud del territorio varesino, dove il turismo ruota attorno alla necessità di pernottare prima o dopo un viaggio aereo, con una media di permanenza di 1,5 giorni. Questi i dati finora elaborati dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Varese. Un bilancio a cui si affianca anche una previsione: il trend turistico è destinato a migliorare ulteriormente nel 2024 con una proiezione che supera quota 2 milioni e 400mila pernottamenti.
“Si tratta di cifre importanti che scattano la fotografia del forte impegno degli operatori del settore – tiene a sottolineare il Presidente della Camera di Commercio, Mauro Vitiello –. A loro va il gran merito di questa crescita, frutto anche del supporto garantito dalle istituzioni e dalle altre realtà che entrano in gioco in un settore turistico che, spesso in sinergia con altri comparti, si sta confermando un fattore di sviluppo complessivo per il nostro territorio”. D’altronde la materia prima su cui lavorare in termini di attrattività non manca. I punti di forza sono gli scorci paesaggistici di un territorio caratterizzato dai suoi sette laghi molto apprezzati dal turismo straniero, quattro siti Unesco (Sacro Monte di Varese, Monte San Giorgio, Isolino Virginia e Monastero di Torba), un’offerta museale tra le più ricche a livello nazionale, come certificato recentemente anche dal Social Progress Index elaborato dalla LIUC – Università Cattaneo per conto di Confindustria Varese. Tutti fattori che hanno alimentato nel tempo un lavoro sempre più attento in termini di offerta e di sviluppo da parte di oltre 2mila strutture ricettive, come sottolineato da Vitiello.
Nel 2023, 1 milione e mezzo di stranieri e 800mila italiani hanno scelto di alloggiare all’ombra delle Prealpi: 1 milione e 700mila persone hanno optato per delle strutture alberghiere, mentre 600mila hanno preferito bed & breakfast, campeggi, case vacanze e alloggi agrituristici
A fare da traino, però, sono anche le iniziative sportive. Basti pensare alle manifestazioni ciclistiche della Tre Valli Varesine con la gara per i professionisti e quella per gli amatori della Gran Fondo, ma anche al Trofeo Binda, la corsa in linea esclusivamente femminile che è l’unica tappa italiana del calendario della competizione internazionale Women’s World Tour. O ancora, al progetto #varesedoyoubike promosso dalla stessa Camera di Commercio per costruire insieme agli altri enti locali e agli operatori del settore un sistema cicloturistico all’avanguardia. Ma non è solo grazie agli amanti dei pedali che si genera un certo via vai in provincia. Un altro fronte che ha un ruolo di rilievo nell’attrattività sul territorio, sia di italiani sia di stranieri, è quello del movimento sui laghi. È sufficiente considerare il traffico indotto dal canottaggio, le relative competizioni di rilievo internazionale come, ad esempio, la World Cup e il fitto calendario di allenamenti svolti dalle nazionali di tutto il mondo sulle acque dei laghi attorno Varese. Senza dimenticare il richiamo generato da altre competizioni sportive come la Campo dei Fiori Trail e il Rally dei Laghi.
Ma non solo. Come precisa il Presidente Vitiello, ci sono “eventi che riguardano discipline anche non strettamente collegate a quella caratteristica di ‘palestra all’aria aperta’ che è propria di Varese e del suo territorio”. Un esempio, in questo primo scorcio del 2024, è stato rappresentato dalle gare di qualificazione della boxe per le Olimpiadi estive di Parigi, svolte al palasport E-Work Arena di Busto Arsizio tra il 3 e l’11 marzo. “Senza dimenticare – continua il Presidente Vitiello – che nei prossimi mesi entreranno nel vivo anche le iniziative avviate, grazie alla sinergia istituzionale tra Camera di Commercio con Comune e Provincia di Varese, per la valorizzazione del sistema turistico sportivo varesino in vista del grande appuntamento delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026”. Anche questo porterà con sé un indotto che contribuirà a raggiungere nuovi record che le stime già pronosticano.
Magrini: “dobbiamo valorizzare le diverse anime della provincia”
“La provincia è composta da almeno tre zone con conformazione, realtà economiche, storia e obiettivi di sviluppo diversi. Creare una sola visione identitaria è un’importante sfida”. Così il Presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, sulla valorizzazione del turismo varesino. Un sistema estremamente diverso da un punto di confine all’altro della provincia. Il Sud che ruota intorno al polo di Malpensa; un centro costituito dalle grandi città; il Nord con un’area lacustre e prealpina, costellata di borghi: “Aree con peculiarità, punti di forza e di debolezza differenti, ma accomunate dalla diversità oggettiva di prospettive e di intenti che le pone quasi in competizione tra loro”.
Presidente Magrini, qual è la sua visione del turismo nel Varesotto?
Quando si fa riferimento al settore turistico in provincia dobbiamo partire da una considerazione: si tratta di un’area economica complessa e non solo per l’orografia così diversa del territorio, che pure è un valore aggiunto perché diversifica l’offerta composta da tutta una serie di attori e percorsi. Il turismo in una provincia come la nostra non può essere considerato al pari di quello di una grande metropoli. Qui abbiamo laghi, montagne, città, borghi storici con importanti spunti artistici, scenari e competenze che cambiano drasticamente nel giro di pochi chilometri. Basti pensare che a Nord della provincia ci sono paesi distanti anche solo 5 chilometri che parlano dialetti diversi.
Quali sono le azioni che sta attuando la Provincia per incentivare il turismo?
Prima di dire quali sono le azioni per incentivare il turismo è importante capire cosa è o può essere “turistico” a queste latitudini. La Provincia ha sicuramente un ruolo importante che, però, così come previsto dalla vigente legislazione, è limitato e circoscritto quasi esclusivamente al supporto a livello infrastrutturale delle iniziative che altri attori promuovono e gestiscono. L’Ente favorisce il dialogo, motiva attori pubblici e privati a lavorare insieme per realizzare progetti d’interesse comune e creare un senso di appartenenza comunitario e di legame con il territorio, ma poi è il privato che deve promuovere progetti di valorizzazione. Logicamente all’interno di una strategia condivisa. La Provincia, come altre istituzioni, ad esempio Comuni e Regioni, deve garantire il quadro in cui le iniziative vanno a collocarsi. In altre parole, l’Ente dispone di beni culturali rilevanti che sicuramente può mettere a disposizione ed inserirli in un progetto di promozione e sviluppo del territorio come parte di una filiera, ma “il prima” e “il dopo” spettano ad altri.
Quali sono i punti di forza e di debolezza del territorio varesino?
La provincia è composta da almeno tre zone con conformazione, realtà economiche, storia e soprattutto obiettivi di sviluppo diversi se non quasi conflittuali. Creare una sola visione identitaria è un’importante sfida. Abbiamo il Sud che ruota intorno al polo di Malpensa, un centro costituito dalle grandi città e il Nord con un’area lacustre e prealpina, costellata di borghi. Si tratta di aree con peculiarità, punti di forza e di debolezza differenti, ma sicuramente accomunate dallo scollamento e dalla diversità oggettiva di prospettive e di intenti che le pone quasi in competizione tra loro. Malpensa è un’appendice di Milano, come una Milano Nord, porta di ingresso di flussi importanti turistici che poi prendono la via del capoluogo lombardo o della sponda piemontese del Lago Maggiore. Poi ci sono Varese e le grandi città che sono un mondo a parte. E infine il Nord che rappresenta circa il 20% della popolazione, con una storia autonoma e che spesso è abbandonato a sé stesso, con seri problemi di collegamento in termini di viabilità e di mobilità.
Su quali fronti è necessario investire per essere sempre più attrattivi?
La prima sfida, data la vastità della zona, è strutturare una visione “micro regionale” e condivisa all’interno della quale ricondurre le strategie e le azioni attuate nelle diverse aree. Bisogna dare forma ad uno spazio che non sia riducibile ad una somma di singole parti, ma si strutturi come un insieme strettamente correlato al proprio interno da collegamenti e sinergie derivanti dalla messa in rete di attori, progetti e azioni. Si tratta di un lavoro che richiede tempo. Mentre per essere concreti già da subito, la Provincia può garantire la fruibilità dei beni storici del patrimonio culturale e dei punti di richiamo attraverso un piano di marketing territoriale, valorizzando le infrastrutture con interventi di recupero: penso, ad esempio, a musei e piste ciclabili, supportando la mobilità, le comunicazioni e i servizi. Bisogna tenere presente che la provincia non ha la capacità o la possibilità di trasformare la domanda turistica in flussi o valorizzare gli arrivi in realtà economica e in ricadute sul territorio: questo è un compito che spetta al privato. Da qui la necessità che il territorio (Provincia) sviluppi strategie con i rappresentanti economici (Camera di Commercio) tramite progetti comuni “pubblico-privato” per massimizzare sia le risorse, sia un piano collettivo.
Con quali azioni in concreto?
La Provincia sta sottoscrivendo un Protocollo d’intesa con la Camera di Commercio per “lo sviluppo e la promozione del sistema culturale della provincia di Varese”, avente come obiettivo la connessione e l’integrazione del patrimonio culturale con gli altri sistemi del territorio provinciale, in particolare ai seguenti campi: ambientale e paesaggistico, mobilità leggera e trasporti, turistico, educativo e sociale, produttivo. La Provincia, in sostanza, può creare e favorire le condizioni per uno sviluppo sostenibile che considera in modo adeguato la dimensione economica, sociale e ambientale e che valorizza il patrimonio storico-paesaggistico e identitario. Bisogna consolidare e diffondere il patrimonio culturale, nonché i valori quali la genuinità, l’identità e la storia, nella consapevolezza della sfida che impone, da un lato, la ricerca di un equilibrio tra l’identità e la tradizione e, dall’altro, la creatività e l’innovazione per aprirsi ad un settore turistico che cambia.