Varese deve essere più giovane

La provincia di Varese è un territorio per giovani? Alla domanda diretta che mi è stata rivolta non molti giorni fa dai ragazzi dell’associazione Politics Hub durante un’inte

La provincia di Varese è un territorio per giovani? Alla domanda diretta che mi è stata rivolta non molti giorni fa dai ragazzi dell’associazione Politics Hub durante un’intervista, la mia risposta è stata altrettanto secca: non abbastanza. Non è un’impressione personale ma il risultato di una serie di analisi che abbiamo svolto come Confindustria Varese studiando, insieme ai ricercatori del think tank Strategique e della LIUC – Università Cattaneo, tutto un lungo elenco di indici nell’ambito del Piano Strategico #Varese2050 e dell’elaborazione del Social Progress Index Varese. La conclusione è che il Varesotto faccia più fatica di altre aree a offrire alle nuove generazioni opportunità di realizzazione personale. Per esempio, abbiamo ampi margini di miglioramento sul fronte dell’inclusività o dell’offerta culturale e ricreativa. Nella classifica della qualità della vita per i giovani siamo 91esimi su 107 province. Siamo 93esimi per gli investimenti dei Comuni nella cultura, arranchiamo nel mantenimento della famiglia negli anni post-laurea. È un problema più generale di attrattività. Ciò fa delle politiche giovanili una delle più importanti priorità su cui investire per la nostra competitività. Una sfida che coinvolge tutti: società civile, amministratori pubblici, politica, scuole e Università. 
E, ovviamente, anche le aziende. L’impresa varesina offre buone opportunità di carriera, ma dobbiamo saperci guardare allo specchio e dirci che abbiamo comunque margini di miglioramento. Le aziende devono essere più inclusive in senso ampio. Dobbiamo investire in politiche di conciliazione lavoro-famiglia, in ambienti più accoglienti, in digitalizzazione e sostenibilità anche per venire incontro ai valori delle nuove generazioni. Essere sul mercato del lavoro non vuol dire solo saper competere a livello di buste paga, ma anche offrire una dimensione valoriale in cui ragazze e ragazzi si possano riconoscere

Serve impegnarsi per i giovani. Confindustria Varese lo fa su più fronti. Primo fra tutti quello del rapporto con le scuole. Un impegno che, con l’inizio del nuovo anno scolastico, sta per ripartire. Le imprese entreranno nelle aule e gli studenti nelle imprese per dar vita a percorsi di conoscenza e contaminazione reciproca. Organizzeremo ancora concorsi e iniziative che saranno in grado di liberare la capacità creativa degli alunni anche nello sviluppo di nuove idee di impresa. Mondo dell’istruzione, ma non solo. Confindustria Varese ha iniziato a collaborare anche con vari attori del territorio per porre argini al fenomeno del disagio giovanile, aderendo per esempio alla recente iniziativa “SOStegno km 0” della Fondazione “Il Ponte del Sorriso Onlus” che interviene sul crescente malessere psicologico adolescenziale e preadolescenziale, di cui parliamo nelle pagine che vi apprestate a leggere. Aiutiamo, inoltre, i dipendenti genitori delle imprese associate con corsi per il miglioramento del dialogo con i figli e con helpline di supporto psicologico. 
In molti casi si tratta di iniziative che fino a pochi mesi fa nessuno legava alla sfera di intervento di un’associazione datoriale come Confindustria Varese, ma che noi oggi riteniamo prioritarie per la costruzione del futuro dei giovani e delle imprese. Vogliamo essere protagonisti di quel rinnovato fermento a cui assistiamo nelle scuole, nelle associazioni, negli Its e nelle Università del nostro territorio e che raccontiamo ampiamente in questa nuova edizione di Varesefocus, non a caso dedicata in gran parte al mondo dei giovani e della scuola. Quella frammentazione che fino a qualche anno fa ci stava togliendo terreno sotto i piedi, si sta ricomponendo in una voglia diffusa di contribuire, ognuno per la propria parte, alla costruzione di un progetto comune e di una visione per costruire il futuro delle nuove generazioni.   

 

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