Un’Hydrogen Valley intorno a Malpensa
Decarbonizzare sempre più il sistema dei trasporti e della manifattura; diversificare le fonti energetiche; aprire altre e innovative porte alla ricerca tecnologica; far nascere un nuovo busin
Decarbonizzare sempre più il sistema dei trasporti e della manifattura; diversificare le fonti energetiche; aprire altre e innovative porte alla ricerca tecnologica; far nascere un nuovo business locale, con conseguenti posti di lavoro. Questi gli obiettivi di TH2ICINO, un progetto finanziato dall’Unione Europea che nasce per realizzare nell’area intorno allo scalo di Malpensa un elettrolizzatore dalla capacità produttiva di 500 tonnellate di idrogeno verde all’anno, al servizio dei settori industriali e aeroportuali
Creare una hydrogen valley in provincia di Varese. Dar vita ad una filiera di produzione e consumo di idrogeno verde a supporto della crescita sostenibile dell’aeroporto di Malpensa. Progettare una culla di energia alternativa a favore della transizione ecologica dei cluster industriali del Varesotto. Non è fantascienza ecologista, ma un progetto concreto che ha già preso avvio dalla partnership tra Rina, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, Confindustria Varese, Sea, la società che gestisce lo scalo della Provincia di Varese, oltre a quello di Linate e il Comune di Busto Arsizio. Tutto nell’ambito di un ampio progetto di respiro europeo: TH2ICINO.
Un acronimo che sta per “Towards H2ydrogen Integrated eConomies In NOrthern Italy” e che vuole puntare all’installazione nel Sud del Varesotto, nell’area intorno a Malpensa, di un elettrolizzatore dalla capacità di 5 Megawatt del Gruppo Lhyfe, produttore francese di idrogeno verde. Praticamente, un dispositivo elettrochimico alimentato da energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, in grado di rompere le molecole dell’acqua, separando l’idrogeno dall’ossigeno, per produrre circa 500 tonnellate di idrogeno verde all’anno. Prima per i mezzi di terra della società aeroportuale Sea, poi per il sistema manifatturiero circostante.
Più precisamente, si tratta di un progetto finanziato di oltre 7 milioni di euro dalla Clean Hydrogen Partnership nell’ambito di Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione Europea per sostenere e promuovere la ricerca e l’innovazione nel periodo 2021-2027. Tra gli altri, infatti, sono partner anche ulteriori realtà italiane, francesi, spagnole e greche. Tutte impegnate, a diverso titolo, per le proprie competenze e capacità, nella creazione di una hydrogen valley intorno a Malpensa, con un’attenzione particolare all’ottimizzazione dei costi nella catena del valore dell’idrogeno verde: uno dei vettori energetici di cui sempre più si parla in ottica di strategie di decarbonizzazione.
L’obiettivo è quello di porre le basi per l’utilizzo di idrogeno negli scali aeroportuali contribuendo, così, alla decarbonizzazione di più settori strategici. Da un lato, del trasporto di passeggeri e merci. Alimentando, prima, i mezzi pesanti e i bus all’interno dello scalo e, poi, perché no, rifornendo in futuro quegli aerei a idrogeno che Airbus si sta preparando a portare sul mercato entro il 2035. Dall’altro, delle aziende manifatturiere che, proprio dall’impianto installato, in prima istanza, al servizio dell’aeroporto, si potrebbero rifornire di questo vettore energetico alternativo. Un beneficio, in primis, per quelle imprese più energivore che hanno bisogno di creare elevato calore per le proprie produzioni.
Andrea Bombardi, Rina: “L’Hydrogen Valley Malpensa mira a ridurre le emissioni annue di anidride carbonica della zona di Malpensa di 4.400 tonnellate, equivalenti a quelle di 1.500 autovetture”
L’ambizione è, dunque, quella di creare una sorta di valle dell’idrogeno, una hydrogen valley, appunto. Anzi, l’Hydrogen Valley Malpensa: la prima in Italia, nonché una delle prime in Europa per transizione ecologica di uno scalo. Una frontiera della ricerca in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Un vero e proprio ecosistema per l’idrogeno verde che sia in grado di rispondere alle esigenze di tutta la filiera. Dalla produzione al consumo, passando per lo stoccaggio e la distribuzione. Ma soprattutto, un volano di lavoro, talenti e tecnologie, che possa essere un modello di riferimento su larga scala, anche per altri aeroporti e territori industriali, a livello italiano e non solo. Replicabile, quindi. A tappeto. A livello internazionale.
Lo spiega così Andrea Bombardi, Carbon Reduction Excellence Executive Vice President di Rina: “L’Hydrogen Valley Malpensa è un progetto d’avanguardia che mira a ridurre le emissioni annue di anidride carbonica della zona di Malpensa di 4.400 tonnellate, equivalenti a quelle di 1.500 autovetture. Crediamo sia un progetto pionieristico replicabile in altre zone e scali, pensato non solo per la logistica aeroportuale ma anche per abilitare nuovi off-taker (utilizzatori, ndr.), aumentando la sinergia tra aeroporto e aree limitrofe. La ricaduta sul territorio si vedrà anche nella necessità di nuove professioni. Ecco perché un altro tema centrale è quello della formazione, non solo per una questione di indotto ma anche per essere protagonisti sul fronte dell’idrogeno. Si tratta, dunque, di una tecnologia che è un abilitatore di un intero ecosistema o, meglio, di una serie di scalini da percorrere necessariamente per creare il lancio di un’economia vera”.
Un progetto tanto complesso quanto ambizioso. Ma senz’altro frutto di una naturale propensione del territorio alla competitività e all’innovazione: “Dopo esserci concentrati sull’economia circolare, ora la sfida è l’idrogeno – precisa il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi –. È la terza volta in pochi anni che, come associazione datoriale, partecipiamo, in qualità di partner, a un progetto di sviluppo dell’economia sostenibile sul territorio finanziato dall’Unione Europea. Non è un caso, ma la conferma di una nostra priorità: assistere il sistema delle imprese sul fronte della transizione ecologica. Da una parte, dobbiamo valorizzare, attraverso l’organizzazione di una nuova filiera, capacità, competenze e tecnologie diffuse e già oggi esistenti tra diverse imprese varesine sul fronte della produzione di idrogeno verde. Dall’altra parte, però, si gioca una partita altrettanto strategica: quella di creare la domanda, con la riconversione dei sistemi produttivi delle aziende dei settori manifatturieri più energivori, attraverso l’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica alternativa.
Roberto Grassi, Confindustria Varese: “Partita altrettanto strategica è quella di creare la domanda di idrogeno, con la riconversione dei sistemi produttivi delle aziende dei settori manifatturieri più energivori”
In mezzo, c’è lo sviluppo di moderni e sicuri strumenti di stoccaggio e trasporto dell’idrogeno e, ancora una volta, il ruolo centrale di Malpensa come driver di sviluppo su tutto il territorio di un importante indotto a vantaggio dell’intera area”. E se non è un caso che diversi attori locali siano interessati e attivi nel portare avanti questo progetto di portata europea, non è nemmeno casuale che la messa a terra ricada nella zona dell’aeroporto: “L’idea di concretizzare il tutto a Malpensa nasce dal fatto che quella attorno allo scalo è un’area fatta da solide basi industriali, infrastrutture strategiche già presenti e un forte potenziale di energia rinnovabile che possiamo sfruttare per la produzione di idrogeno verde. Basti pensare ai molteplici impianti di fonti energetiche sostenibili presenti nella zona”, spiega Alessandra Cuneo, Innovation for Power Generation and Hydrogen Manager di Rina.
Un po’ come a dire che in provincia di Varese quello che circonda l’aeroscalo è un terreno fertile e perfettamente in grado di contenere tutte quelle tecnologie necessarie per la produzione, lo stoccaggio, la distribuzione e il consumo di idrogeno. E al contempo, come sottolinea la manager Cuneo, “fungere da hub di ricerca per trovare nuove soluzioni e opportunità di sviluppo. Un sistema integrato che chiaramente porta con sé numerose sfide come l’identificazione delle opportunità con la valutazione dei possibili off-taker; la gestione delle complessità; l’accesso ai finanziamenti, sia pubblici sia privati; l’espansione della valle con il coinvolgimento di nuovi stakeholder”.
Un progetto complesso e sfidante, sicuramente, ma che ha tutte le carte in regola, non solo per decarbonizzare, diversificare le fonti energetiche e migliorare la qualità dell’aria del territorio, allineandolo, così, alle direttive dell’Unione Europea. Ma anche per creare proprio un’indipendenza energetica, per dare slancio allo sviluppo della provincia, per aprire altre e innovative porte alla ricerca tecnologica, per far nascere un nuovo business locale. Il che vuol dire: crescita economica, nuovi posti di lavoro e, più in generale, strade virtuose per attrarre e coltivare giovani talenti. L’Hydrogen Valley Malpensa potrà essere anche questo.
Un progetto dal respiro internazionale
Il progetto TH2ICINO per la creazione di una hydrogen valley in provincia di Varese ha ricevuto un finanziamento di 7,446,920 euro dalla Clean Hydrogen Partnership nell’ambito di Horizon Europe, programma quadro dell’Unione europea per sostenere e promuovere la ricerca e l’innovazione nel periodo 2021-2027, con l’accordo di sovvenzione numero 101112098. Sono coinvolti vari partner europei che rappresentano l’intera catena di valore dell’idrogeno: Rina, Sea, Confindustria Varese, Comune di Busto Arsizio, AirPullman (società che gestisce il trasporto pubblico locale nell’area Nord Ovest di Milano, nell’area di Monza/Brianza e a Paderno Dugnano), Artelys (azienda francese specializzata nell’ottimizzazione, supporto alle decisioni e modeling), Circe (centro tecnologico spagnolo per lo sviluppo sostenibile), Emisia (spin-off greca dell’Università Aristotele di Salonicco che si occupa di mobilità e sostenibilità) e Lhyfe Labs (gruppo francese dedicato alla transizione energetica, produttore e fornitore di idrogeno verde).
Per saperne di più
- Il Varesotto culla l’energia del futuro
- Breve lezione sull’idrogeno
- Il futuro prossimo è nell’industria
- Una filiera dell’idrogeno in costruzione
- Lo stato dell’arte in Italia