Un Sacro Monte da 10 e lode

Un viaggio emozionale ed emozionante in un luogo magico e caro non solo ai varesini, ma anche a pellegrini e turisti Coloro che percorrono il Sacro Monte di Varese per la prima volta avvertono imm

Un viaggio emozionale ed emozionante in un luogo magico e caro non solo ai varesini, ma anche a pellegrini e turisti 

Coloro che percorrono il Sacro Monte di Varese per la prima volta avvertono immediatamente un’atmosfera particolare. Il percorso si snoda per quasi 2 chilometri lungo un selciato che va dal primo arco fino alla statua del Mosè, per poi proseguire a sinistra per il paesino e il Santuario, mentre andando diritto si arriva ad una terrazza panoramica dopo aver costeggiato un piccolo cimitero. È stato iscritto dall’Unesco, insieme agli altri Sacri Monti prealpini (9 in tutto), nella Lista del Patrimonio Mondiale, con la motivazione che, in aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, racchiudono una straordinaria bellezza naturale e paesaggistica che si integra perfettamente nella sacralità del luogo. Questo vale in particolare per quello di Varese, dal quale è possibile distendere un accorato sguardo sui laghi sottostanti, che anche Ghoete aveva ammirato e descritto mirabilmente, e sulla pianura.

Andare a Sacro Monte è una cosa speciale per tutti. 
Gli enormi spazi aperti danno al tutto il contesto un’atmosfera particolare. La prima cosa che viene percepita è l’assenza dei rumori quotidiani a cui siamo abituati. Certamente questo succede in tanti altri posti, ma lì a Sacro Monte è diverso. Ogni rumore che si sente, anche il più piccolo, è soffuso e modulato, delicato e appena percettibile, si può percepire anche da molto lontano, quasi come un’eco, e non è assolutamente fastidioso. Così si sente il parlare di persone anche lontane, che magari non riusciamo a vedere, non si capisce quello che dicono, ma si sentono parlare. Poi, all’improvviso, le vedi sbucare da dietro una curva, e così ti rendi conto da dove venivano le voci. È così anche per gli altri rumori tipici del bosco, spesso non riesci a capirne la provenienza. E tutto questo alimenta il senso di mistero religioso che si accompagna per tutto il percorso.

Al Sacro Monte la discesa non è semplicemente il percorso di ritorno della strada che hai già fatto, è tutta un’altra strada, è come se fosse un luogo diverso

Il cammino si sviluppa in varie direzioni, sempre mutevoli e questo dà la possibilità di godere di panorami sempre diversi. All’inizio, per esempio, nelle giornate limpide, fermandosi tra la seconda e la terza cappella, lo sguardo può arrivare fino alle più alte case di Milano, o ai monti dell’Appennino. Poi, man mano che si sale, diventano visibili i laghi della pianura sottostante, che sembrano confondersi tra loro. La mutevole luce nelle varie ore del giorno conferisce toni di diversità ai vari luoghi, anche se dovessero essere sempre gli stessi.
La salita offre diverse possibilità di sosta, panchine, muretti, gradini delle cappelle, le colonne orizzontali davanti all’ultima cappella, praticamente ti puoi fermare dappertutto. Non è necessario essere stanchi per sedersi qualche minuto. E anche in questa circostanza cambiano le sensazioni. L’attesa ti invita a meditare, spesso pensi alla strada che devi ancora fare, più raramente a quella già fatta, ma questo è l’attimo possibile per una cosa tutta particolare. Ascoltare il silenzio! Ti fermi, guardi quella strada immensa, l’infinito ti accarezza, rimani lì a pensare, nessun rumore ti coglie.

Una volta arrivati in cima, il Sacro Monte ti offre un’altra magia. La discesa! A Sacro Monte la discesa non è semplicemente il percorso di ritorno della strada che hai già fatto, è tutta un’altra strada, è come se fosse un luogo diverso. E questo succede non solo perché apparentemente fai meno fatica a camminare. Mai come in questo luogo le diverse prospettive di tutto quello che si vede, archi, cappelle, fontane e altro ancora, ti danno la sensazione che non stai tornando indietro, ma stai continuando il cammino precedente. Si sale da soli, si sale in compagnia. È piacevole la solitudine, è piacevole parlare con chi ti accompagna, è piacevole portare con sé i bambini e fargli conoscere questo luogo meraviglioso. Ma tutti, proprio tutti, sono accompagnati lungo questo eccezionale percorso da un altro sentimento. La sensazione di libertà!

Quando sali a Sacro Monte lasci tutto a casa, pensieri, preoccupazioni, malesseri. Ci vai per dimenticare, se è qualcosa di spiacevole, o anche per ricordare, se è qualcosa di bello. In tutti i casi sai che quel luogo è in grado di separarti da tutte le cose del mondo e di regalarti un’ora o più di libertà, come nessun altro luogo sarà mai in grado di fare. Durante le mie passeggiate portavo spesso con me una chitarra e mi fermavo a suonare e cantare seduto sui gradini della decima cappella. Di mattina era il luogo ideale. In pieno sole, riparato dal vento, si riusciva a rimanere con abiti estivi anche in pieno inverno. L’inconsueta circostanza di ascolto attirava in modo particolare quelli che passavano, che riuscivano ad apprezzare le mie performances anche oltre quelle che erano le mie reali capacità. Molti si sedevano ad ascoltare, non c’è mai stato un cenno di fastidio. Ho fatto queste mie esibizioni per diversi anni, d’estate e d’inverno, prevalentemente il sabato e la domenica. In quei momenti la sensazione di libertà era enorme e mi permetteva delle esecuzioni che in altri contesti non sarei stato capace di ripetere. 

Tra i tanti, due piacevoli ricordi. Una signora che, raggiunta la decima cappella, mi rivelò che, man mano che saliva, sentiva una musica lontana, ma non riusciva a capire da dove venisse, e un bambino, che accompagnato dalla sua mamma, saliva anche lui con una piccola chitarra giocattolo sulla spalla; la madre mi spiegò che, come tutti i bimbi, giocava a ripetere una cosa che aveva visto e aveva attirato la sua attenzione. 

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