Un “ridotto” per difendere la Valcuvia
“L’Alto Varesotto presenta le fortificazioni più significative e meglio conservate di tutte la Frontiera Nord. La Valcuvia, chiusa tra i massicci montuosi del Monte Nudo-Colonna-Pia
“L’Alto Varesotto presenta le fortificazioni più significative e meglio conservate di tutte la Frontiera Nord. La Valcuvia, chiusa tra i massicci montuosi del Monte Nudo-Colonna-Pian Nave e del Campo dei Fiori-Martica, è una delle direttrici utili allo sfondamento dalla zona dell’Alto Verbano, attraverso Luino e la Valtravaglia”. Così si legge nel secondo volume dei Quaderni del Museo della Guerra Bianca in Adamello, edito di recente da Regione Lombardia. Per questo motivo torniamo ad occuparci, a breve distanza di tempo, di questa pozione di Varesotto mentre andiamo alla ricerca di nuove testimonianze della Prima guerra mondiale “cento anni dopo”. A valle del Forte di Vallalta, quasi alla sommità del San Martino (di cui abbiamo trattato nel numero scorso), non distante dall’attuale strada statale che unisce Laveno e Luino in alternativa alla lacuale, rimangono notevoli tracce dello sbarramento militare valcuviano destinato quantomeno a frenare l’avanzata nemica verso Cittiglio ipotizzata dopo un possibile sfondamento delle linee italiane attraverso il Canton Ticino: “Diverse linee parallele di trincee e reticolati attraversavano la valle disposte tra Cassano e Masciago Primo”.. Giusto dentro tale ambito, oggi perlopiù avvolto dal manto boschivo, incontriamo il complesso trincerato, detto anche “ridotto”, di San Giuseppe.
Il complesso trincerato di San Giuseppe, a Cassano, è tra i meglio conservati dell’intera Linea Cadorna. Vale la pena visitarlo insieme allo splendido Centro Documentale Frontiera Nord
TANTE TRINCEE IN MEZZO A PRATI E BOSCHI
Già provenendo sia dal lavenese sia dal luinese e senza nemmeno scendere dall’auto è possibile intravedere in mezzo al verde, ai lati della statale, le feritoie di alcune trincee oggi ricompresse in proprietà private; ma la meta della nostra facile escursione si raggiunge parcheggiando comodamente fra il municipio e la chiesa di Cassano e prendendo via San Giuseppe, dalla parte opposta della strada che attraversa il paese. Dieci minuti di risalita, un piccolo strappo conclusivo e ci si trova sullo spiazzo della chiesetta che in secoli antichi fu la prima parrocchiale del paese. Un bel balcone sui tetti del paese e al cospetto del San Martino. Esattamente al di sotto dell’edificio altomedievale, che riporta tracce di affreschi popolari, si sviluppa un insieme trincerato di grande interesse tanto per la conformazione quanto per lo stato di conservazione. Si tratta di trincee di combattimento e camminamenti protetti, in parte scavati nella roccia viva della collinetta, in parte utilizzando calcestruzzo, con postazioni collegate fra loro da ampie gallerie che dovevano servire come ricovero per truppe e materiali. La costruzione del “ridotto” si concluse ufficialmente il 12 settembre 1917 e a tutt’oggi costituisce uno degli esempi di fortificazione militare della Grande Guerra meglio conservati dell’intera Linea Cadorna, estesa per 280 chilometri dalla Valle d’Aosta allo Stelvio, di cui 160 nella sola Lombardia. Generalmente l’entrata è sbarrata da un cancello, ma in ogni caso è bene prenotare una visita guidata telefonando al 346.7331754, punto di riferimento per il Centro Documentale situato nel cuore di Cassano. Si tratta di un museo di recente istituzione, voluto da Regione, Comune, Comunità Montana Valli del Verbano allo scopo di effettuare una promozione culturale e turistica centrata sulle Valli Varesine. Suddiviso in sei sale tematiche, raccoglie in modo multimediale le vicende delle due guerre mondiali e degli aspetti geo-morfologici e naturalistici del territorio. Un ottimo punto di partenza (o, se si vuole, di arrivo) per la nostra escursione sulle tracce della Grande Guerra.