Un fiore liberty in pietra molera
Malnate possiede, per la sua natura geologica, estesi giacimenti di arenaria (localmente detta molera). Per secoli fu fiorente in questa terra l’industria per l’estrazione e la lavorazion
Stipiti, capitelli, davanzali: l’Arte Florale utilizzò spesso l’arenaria, che fra Malnate e Cagno era custodita in enormi cave. Oggi dismesse, ma intatte nel loro fascino vecchio di 25 milioni di anni
Stiamo parlando delle cave, oggi dismesse, ma intatte nella loro maestosità e bellezza fisica, di una roccia antica di 25 milioni di anni che i geologi definiscono “sedimentaria coerente cementata, di formazione miocenica, di colore cinereo chiaro con variazioni azzurrognolo o giallastro, composta da granuli silicei quarzosi e calcarei a cementazione argillosa”.
Bella a vedersi e di facile lavorazione, l’arenaria o molera veniva impiegata soprattutto nell’esecuzione di elementi decorativi – che non di rado riproducevano petali di fiori o rami d’albero – quali stipiti, cornicioni, capitelli, stemmi o davanzali, ma anche per la fabbricazione delle mole necessarie alle operazioni di brillatura del riso. La provincia di Varese abbonda di tali manufatti nelle vecchie ostruzioni signorili o nelle chiese, così che per almeno tre o quattro secoli si poté parlare di un vero e proprio artigianato cui non mancarono le commesse da parte di nobili, borghesi o prelati. Pensò poi la fortuna dello stile architettonico floreale, meglio noto come Liberty e imperante in mezza Europa fra Otto e Novecento, a far conoscere tali decorazioni – e di conseguenza la materia prima con cui venivano modellati – fuori provincia e anche fuori d’Italia.
Una gita ad un Monumento Naturale inserito nel Parco locale di interesse sovracomunale Valle del Lanza. La zona è attraversata dal fiume Lanza e dalla ferrovia della Valmorea, di cui si progetta da qualche anno il ripristino
Castelmagno, bresaola e boccali di birra
Tre locali sperimentatissimi, tutti a Malnate e per tutte le tasche. Arcinoto ai varesini è il Crotto Valtellina, in via Fiume alla Folla di Malnate, che naturalmente propone i piatti tipici della cucina “povera” (si fa per dire) valtellinese, dalla polenta taragna ai pizzoccheri, dagli sciatt alla bresaola e bitto (telefono 0332.427258, chiuso il martedì). Tipico anche il locale. In centro città, via Brusa, è l’Osteria degli Angeli, specializzata anche in piatti privi di glutine (la proprietaria, celiaca a sua volta, è garanzia di sicurezza, in ogni caso l’esercizio è riconosciuto dall’Associazione Italiana Celiaci); in ambiente non troppo grande e tranquillo si gustano gnocchetti oppure risotto al castelmagno e sgogliatine di asparagi, meglio se provenienti dalla vicina Cantello, patria varesotta del prezioso tubero (0332.427614, chiusura il martedì). Per esigenze meno raffinate e minor tempo a disposizione si può andare al Beast Pub di via Madonnina, dove in ambiente giovanile e semplice servono hamburger in tutte le salse, ma anche piatti di carne e affettati, con boccali di birra artigianale a fare non proprio da contorno (329.7652218, apertura solo dal tardo pomeriggio a sera inoltrata).