Tutte le rotaie portano a Varese
“Il territorio varesino ha bisogno di una strategia e di una visione comune”. Di un progetto di rilancio che faccia leva sui nostri punti di forza e concentri su di essi risorse e investim
“Il territorio varesino ha bisogno di una strategia e di una visione comune”. Di un progetto di rilancio che faccia leva sui nostri punti di forza e concentri su di essi risorse e investimenti. È questo l’appello del Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Roberto Grassi, all’interno delle pagine di questo nuovo numero di Varesefocus. Ma quali sono queste eccellenze su cui poter contare per costruire il nostro futuro e uscire da una crisi che non è solo di derivazione pandemica? È da decenni che il sistema Italia perde terreno competitivo a causa degli atavici problemi irrisolti di una burocrazia asfissiante, di una produttività stagnante, di una mancanza di strategia di lungo periodo, di infrastrutture datate. Solo per fare alcuni esempi.
Da dove ripartire dunque? Uno dei suggerimenti che diamo con questa uscita di Varesefocus è quello del rilancio della domanda pubblica per un piano di investimenti in infrastrutture sostenibili e moderne, cogliendo anche l’opportunità delle prossime Olimpiadi invernali del 2026.
Per ripartire con motori a pieno regime l’industria ha bisogno di rimanere agganciata al suo futuro: i mercati esteri, da sempre fiore all’occhiello del saper fare impresa a Varese. La logistica è fondamentale per centrare questo obiettivo. Ecco perché nella visione dell’Unione Industriali quello delle infrastrutture rimane un tema centrale che analizziamo in profondità nel focus di apertura della nostra rivista. Partendo dall’invito del Presidente del Gruppo merceologico “Servizi Infrastrutturali e Trasporti” di Univa, Roberto Paciaroni, a guardare la cartina dei corridoi ferroviari europei che fanno della provincia di Varese l’ombelico dell’Europa. Al centro delle tratte nord-sud ed est-ovest. Dai grandi porti del nord del continente fino a Genova. Da Lisbona fino a Kiev e da qui alla Cina. Siamo al centro di traiettorie che dobbiamo saper meglio cogliere. Non solo per posizionare le imprese al centro delle catene globali del valore che, come stiamo spiegando da diversi numeri di Varesefocus, si stanno ricomponendo velocemente dopo l’ondata del Covid. Ma anche perché proprio il settore dei trasporti, in un territorio crocevia come il nostro, può essere un’opportunità importante di creazione di nuovi business e nuovi posti di lavoro. Possiamo costruire un’intera economia locale su questi pilastri. Ecco perché l’Unione Industriali da mesi chiede un confronto serio per l’istituzione intorno a Malpensa di una Zona Logistica Speciale. Così come alcune zone portuali nel Paese, istituire una Zona del genere sul nostro territorio comporterebbe tutta una serie di incentivi e sgravi fiscali per attrarre investimenti in grado di fare da volano alla nostra vocazione di snodo per tutto il Nord Italia. Trasporto aereo e intermodale, anche grazie alle aperture dei nuovi trafori elvetici, ci spalancano le porte sul mondo.
Possiamo decidere, dunque, di essere semplicemente terreno di passaggio, e dunque subire le dinamiche infrastrutturali continentali, oppure cercare di cavalcarle a nostro vantaggio, governandole anche in un’ottica di sostenibilità, di cui il trasporto ferroviario è sinonimo. Per questo siamo a favore del collegamento su rotaia tra il Terminal 2 di Malpensa e Gallarate, così come dell’allargamento della tratta fino a Rho. Abbiamo motivi per credere nelle nostre potenzialità. L’ultimo in ordine di tempo è l’apertura, da parte di un importante operatore internazionale del calibro di DHL, di un nuovo hub a Malpensa. Nuove risorse, nuovo valore aggiunto, nuovo lavoro. Così come il gruppo svizzero Hupac ha deciso da decenni di posizionare proprio all’ombra delle Prealpi il proprio polo intermodale per il Nord Italia. Non è un caso. Il privato, anche quello straniero, crede in Varese. Dobbiamo farlo anche noi. Attivare sulle infrastrutture la domanda pubblica avrebbe il doppio vantaggio di sostenere l’economia, ripensandola in chiave ambientale e di produttività, e di investire in un settore in grado di ripagare le risorse impegnate. Tanto per essere chiari: non come è avvenuto in tutti questi anni di risorse sprecate per Alitalia.
Lì, l’investimento non si è certo ripagato.