Ticino 2032

Come Confindustria Varese, anche l’Associazione Industrie Ticinesi AITI, la principale organizzazione cantonale di rappresentanza delle imprese appartenenti a tutti i rami industriali, ha il su

Come Confindustria Varese, anche l’Associazione Industrie Ticinesi AITI, la principale organizzazione cantonale di rappresentanza delle imprese appartenenti a tutti i rami industriali, ha il suo Piano Strategico per lo sviluppo del territorio. Obiettivo? Intervenire, da qui ai prossimi 10 anni, su 6 diverse macroaree. Anche attraverso la collaborazione con le vicine regioni della Lombardia e del Piemonte, come spiega il Presidente, Oliviero Pesenti

Gli obiettivi per accrescere la competitività del territorio della provincia di Varese, in ambito di innovazione, sviluppo dei cluster, della logistica, dell’attrattività e del wellbeing, da qui ai prossimi 30 anni, sono stati fissati dal Piano Strategico #Varese2050 pensato e voluto da Confindustria Varese insieme al think tank internazionale Strategique. Ma appena oltre il confine italiano, cosa sta succedendo nella vicina Svizzera? Anche l’Associazione Industrie Ticinesi AITI, la principale organizzazione cantonale di rappresentanza delle imprese appartenenti a tutti i rami industriali, nel corso del 2022 ha presentato un suo Piano Strategico, con proposte ed obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio. Come spiega Oliviero Pesenti, Presidente di AITI: “Abbiamo chiamato il nostro Piano Strategico ‘Ticino 2032’ perché pensiamo che nei prossimi 10 anni sarà necessario, da parte soprattutto delle istituzioni e della politica, insieme naturalmente anche al sistema economico, prendere delle decisioni importanti per non compromettere il processo di sviluppo dell’economia, locale e non solo. Mi riferisco ad esempio al tema del calo demografico e all’uscita dal mercato del lavoro di decine di migliaia di persone nei prossimi 10-15 anni. Oppure all’impatto delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza artificiale su un tessuto di aziende che è costituito per il 90% da piccole e medie imprese. Non da ultimo, le necessità formative delle persone di fronte a questi cambiamenti”.

Con l’obiettivo di mettere in atto un processo di modernizzazione del territorio ticinese, attraverso azioni di breve, medio e lungo periodo, il Piano Strategico di AITI si è concentrato su 6 macroaree di intervento: capitale umano e formazione scolastica, professionale e accademica; creazione e sviluppo di un ecosistema dell’innovazione; cultura d’impresa; fiscalità e competitività del territorio; responsabilità sociale e ambientale delle imprese e inclusione; mercato del lavoro. Argomenti ai quali si aggiungono anche i temi dell’approvvigionamento dell’energia e l’impatto dei mutamenti geopolitici sull’economia. “Abbiamo formulato delle proposte concrete d’intervento – chiarisce Pesenti –, come ad esempio il rafforzamento dell’orientamento scolastico dei giovani verso le professioni e il potenziamento dello studio delle materie tecniche nella scuola media. Oppure l’aumento degli investimenti pubblici e privati per i processi d’innovazione in azienda e la diffusione della cultura del fare impresa nelle scuole e nelle famiglie. Nel mercato del lavoro è poi necessario aumentare la presenza femminile e rafforzare i servizi di conciliazione lavoro-famiglia”. 

Il Piano Strategico di AITI si è concentrato su 6 macroaree di intervento: capitale umano e formazione scolastica, professionale e accademica; creazione e sviluppo di un ecosistema dell’innovazione; cultura d’impresa; fiscalità e competitività del territorio; responsabilità sociale e ambientale delle imprese e inclusione; mercato del lavoro

Cosa chiede quindi nel concreto AITI alle istituzioni e alla politica? “Seguire i processi di cambiamento in atto implica quello che noi definiamo un patto di Paese: economia, Stato e cittadini devono allearsi per affrontare i cambiamenti in atto. Alle istituzioni e alla politica chiediamo visione, obiettivi e strategia per realizzarli. La popolazione invecchia, già oggi accusiamo gravi mancanze di personale specializzato, l’implementazione delle tecnologie nelle aziende costa molto, è necessario adeguare la formazione al cambiamento. Ecco, su questi processi è necessario porsi degli obiettivi realizzabili secondo una tempistica precisa e ciò deve essere compito anche di chi è stato chiamato a dirigere il territorio da un punto di vista politico”, precisa il Presidente Oliviero Pesenti. Tra similitudini, scopi comuni e visioni concordi, sorge spontanea una domanda: esiste un punto di incontro con la vicina provincia di Varese su cui poter collaborare, Piani Strategici alla mano? “Da tempo affermiamo che cantone Ticino, Lombardia e Piemonte, insieme in particolare alle regioni di confine, debbano confrontarsi su svariate difficoltà comuni.

Tornando, ad esempio, al problema del calo demografico, è impensabile continuare a ‘rubarsi’ personale qualificato, da una parte e dall’altra del confine. Anche su temi come la formazione scolastica, la mobilità e le infrastrutture o l’innovazione in azienda, vi sono ampi margini di collaborazione. In questo senso, abbiamo intenzione di contattare, a breve, le organizzazioni industriali delle regioni di confine per proporre un confronto su queste tematiche, parlando sostanzialmente la stessa lingua che è quella delle imprese. L’obiettivo per noi è anche spingere le istituzioni dei due territori, dunque Ticino e Lombardia, a confrontarsi cercando delle soluzioni a problemi comuni. Esiste una frontiera fra due Stati, è vero, ma quando i problemi sono comuni bisogna avere il coraggio e la forza di andare oltre”, chiosa il Presidente di AITI.   
 

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