Sviluppo sostenibile, serve una laurea

Capitale naturale, biochimica, biologia cellulare, processi chimici e produzioni agroalimentari green. Queste alcune delle materie previste dal nuovo corso magistrale in Biologia e sostenibilit&agrav

Capitale naturale, biochimica, biologia cellulare, processi chimici e produzioni agroalimentari green. Queste alcune delle materie previste dal nuovo corso magistrale in Biologia e sostenibilità dell’Università dell’Insubria di Varese. Obiettivo: formare professionisti a tutto tondo della transizione verde. Sia per le imprese, sia per gli enti pubblici

‘‘Perché tutti parlano di sostenibilità e noi che ci occupiamo di biologia non lo facciamo?” È da questa domanda che è nato il nuovo corso di Laurea magistrale in Biologia e sostenibilità dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. Queste le parole del professore del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, Bruno Cerabolini: “Si parla sempre più di tematiche green, tanto che le aziende, così come gli enti pubblici, avranno via via maggior bisogno di figure preparate sul fronte della conservazione della natura e dell’utilizzo sostenibile delle risorse”. È proprio da questa riflessione che il corpo docenti dell’Insubria ha colto la necessità di pianificare un nuovo corso. Biologia e sostenibilità: questo il nome previsto, dove la prima è essenza dell’altra, perché come tiene a sottolineare Cerabolini, “lo sviluppo sostenibile inizia con una visione ecologica-ambientale dell’uso delle risorse biologiche”. 

Si tratterà di un percorso di due anni che prenderà avvio nell’anno accademico 2023/2024 nella sede dell’ateneo a Busto Arsizio. Una collocazione di carattere strategico oltre che di opportunità: “Da un lato, cogliamo l’occasione della disponibilità di aule sulla sede bustocca, data la congestione a Varese – spiega il professore del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, Adriano Martinoli –. Dall’altro, completiamo il quadro formativo con un’offerta di carattere ambientale anche nella città di Busto Arsizio, dopo il corso di Scienze dell’ambiente e della natura erogato a Varese e quello di Scienze ambientali a Como”. 

La nuova Laurea in Biologia e sostenibilità è quindi figlia, in parte, dello stesso Dipartimento coinvolto nelle altre due offerte, e, in parte, del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita che invece già eroga corsi di biologia magistrale a Busto Arsizio (Biomedical Sciences), ma, allo stesso tempo, vuole costituire una proposta totalmente differente. Sia in termini di contenuti, sia di percorso formativo, sia di vision sul futuro. “Si tratta di un corso pensato prevalentemente per i laureati triennali in biologia, con cui si vuole concentrare l’attenzione sulle nuove tematiche sotto i riflettori in ambito ambientale. Dal Pnrr alle politiche sul tavolo europeo – continua Martinoli –. L’obiettivo è formare professionisti con un expertise sia sotto l’aspetto gestionale, sia sul fronte più pratico delle realtà imprenditoriali, così che siano pronti per lavorare in enti pubblici, ma anche in aziende che vogliono inserire o affinare l’uso di risorse biologiche all’interno della propria attività”. 

“Abbiamo lavorato, fin dall’inizio, fianco a fianco, con le imprese, per incastonare all’interno del corso i contenuti più giusti in relazione alle esigenze del territorio”

Capitale naturale, biochimica, biologia cellulare, processi chimici e produzioni agroalimentari sostenibili: queste alcune delle materie previste dal corso, tra lezioni frontali ed esercitazioni. Senza dimenticare gli insegnamenti più teorici come, ad esempio, biodata science, antropologia, storia della biologia, uso sostenibile delle piante, della fauna, ma anche delle biomasse vegetali e animali. “Abbiamo voluto dare al corso un taglio più moderno, al passo con le sfide di oggi sul fronte della transizione green, rispetto a quello che offrono le altre lauree magistrali in biologia sul panorama nazionale, improntate maggiormente sugli aspetti ambientali, a livello cellulare e molecolare – sottolinea il professor Cerabolini –. Ciò che desideriamo prenda avvio è un percorso in grado di preparare al mondo del lavoro figure esperte delle regole della sostenibilità, sotto tutti i punti di vista”.

A dare l’idea più pratica di questo mondo lavorativo, ai futuri studenti, saranno le attività laboratoriali. Non solo in Università, ma anche su veri e propri campi di sperimentazione, pubblici e privati. Dalle aziende che operano nella gestione di sistemi naturali a quelle che desiderano migliorare la compatibilità ambientate dei loro processi e prodotti, fino agli enti coinvolti nella risoluzione di specifiche problematiche dell’ambiente, passando per i laboratori di ricerca e sviluppo. Sono proprio realtà attive su questi fronti, che hanno aiutato il team di docenti a pianificare il corso e saranno costantemente consultati in modo da indirizzare l’offerta formativa nella stessa direzione delle sfide che la modernità porrà via via di fronte. “Abbiamo lavorato, fin dall’inizio, fianco a fianco, con le imprese, per incastonare all’interno del corso i contenuti più giusti in relazione alle esigenze del territorio – sottolineano i professori –. Gli attori che hanno collaborato in questa fase progettuale sono gli stessi con cui l’Università sarà in contatto per gli stage e i tirocini degli studenti”.

Un’interazione, quella che si cercherà di mantenere, tra giovani e mondo del lavoro, da cui, perché no, potranno nascere collaborazioni lavorative o veri e propri contratti. “Sappiamo che non rivoluzioneremo il mondo, ma vogliamo offrire la possibilità di fare un passo avanti sul fronte della sostenibilità – tiene a precisare Martinoli –. Da un lato, preparando figure professionali con una maggiore sensibilità al tema che non è solo estetico, ma funzionale e che, quindi, deve basarsi su un approccio scientifico-quantitativo. Dall’altro, dando ai nostri giovani l’opportunità di rimanere in Italia e trovare impiego in un settore che in altri contesti europei, forse, è partito con qualche anno di anticipo, ma in cui il nostro Paese non può rimanere indietro”. 

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