Sfumature di inclusione in azienda

Scopi e piano strategico chiari, iniziative concrete e risultati misurabili: è il modus operandi delle imprese che puntano alla costruzione di ambienti di lavoro inclusivi per tutte le persone

Scopi e piano strategico chiari, iniziative concrete e risultati misurabili: è il modus operandi delle imprese che puntano alla costruzione di ambienti di lavoro inclusivi per tutte le persone. Percorsi che in molti casi portano all’obiettivo della Certificazione per la Parità di Genere. Gli esempi di LATI, Tecniplast, Laborplast, Grünenthal, BTicino, Vector

‘‘Non dovremmo stare nemmeno qui a parlarne”. È lucidissimo l’intervento dal pubblico durante l’incontro del Festival del Giornalismo varesino Glocalnews dedicato al rapporto tra inclusione in azienda e comunicazione, con le testimonianze di BTicino, Openjobmetis e Vector. Nel 2024 non dovrebbe sentirsi il bisogno di promuovere l’inclusione e la parità di genere o sottolineare quanto sia importante parlarne. Eppure, così è. Il tema è quanto mai necessariamente attuale. Solo per dare qualche numero, i dati Istat 2021 fotografano un contesto nazionale non roseo, e sicuramente non rosa, per quanto riguarda la presenza femminile nel mondo del lavoro. Nei consigli di amministrazione e nei ruoli di alta dirigenza delle società quotate in borsa sono ancora ridotti i ruoli di amministratrici delegate (1,9%) e di presidente (3,5%), che rappresentano il 2,4% del valore totale di mercato delle imprese quotate e il 20,7% della capitalizzazione complessiva. A fronte di una situazione con ampi margini di miglioramento, che si accompagna purtroppo alla riflessione sociale su fatti di cronaca che confermano la fragilità nell’equilibrio tra i sessi, le iniziative per migliorare la situazione ci sono e raccontarle acquista ancora più valore. 

In provincia di Varese sono numerose le imprese sensibili al tema, al punto che, sempre più spesso, queste scelgono di dedicare alla questione una figura professionale interna specifica e di dimostrare il proprio impegno con una certificazione, che non rappresenti la conclusione di un percorso ma il riconoscimento di un modo di essere, anche nei confronti di una filiera con cui condividere i propri valori. È il caso di LATI Industria Termoplastici di Vedano Olona che ha ottenuto nel dicembre scorso la Certificazione per la Parità di Genere, un segno che sottolinea la sensibilità costante dell’azienda del settore plastico nel creare un ambiente di lavoro equo, inclusivo e basato sul rispetto reciproco. Un risultato ottenuto anche grazie al supporto di Servizi Confindustria Varese, la società di servizi alle imprese di Confindustria Varese, e che passa dal garantire pari opportunità di carriera e trattamento economico, condizioni di work-life balance adatte alle diverse fasi di vita, un ambiente di lavoro che respinge stereotipi, discriminazioni e ogni forma di abuso: una cultura aziendale che dalle differenze trae valore. “Questa certificazione è una testimonianza tangibile del nostro impegno per la parità di genere e per la creazione di un ambiente che promuova il rispetto reciproco, così come della determinazione continua di tutta la nostra azienda nel promuovere un contesto che celebra l’unicità delle persone” commenta Michela Conterno, Ceo dell’azienda. In aggiunta agli sforzi per la parità di genere, che hanno portato anche alla istituzione di un Comitato Guida, LATI ha implementato con successo ormai da qualche anno lo smartworking, consentendo al personale degli uffici di lavorare fino a 5 giorni su 5 da remoto.

Una flessibilità che sostiene il bilanciamento tra vita professionale e personale per creare un ambiente di lavoro moderno e flessibile. Il tutto anche grazie a partnership con realtà specializzate: con le associazioni EOS e Aquilone per il percorso “Rispettiamoci” che ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare i dipendenti sugli stereotipi di genere e con il sostegno alla Fondazione Libellula nella lotta contro la violenza. Esperienze che forse da fuori possono sembrare percorsi semplici e che, invece, sono il frutto di singoli passi per poter superare una grande sfida. È il caso della Tecniplast di Buguggiate, realtà internazionale che si occupa di apparecchiature per la ricerca scientifica, che ha raggiunto la Certificazione, sempre con il supporto di Servizi Confindustria Varese, superando il limite della disparità numerica tra uomini e donne nei reparti produttivi. Un risultato raggiunto puntando su politiche di welfare volte a una maggiore uguaglianza. A essere determinanti per la certificazione sono stati gli impegni presi sul fronte della parità, anche a tutela della genitorialità e della conciliazione tra vita privata e lavoro. Con attenzione alla comunicazione interna e agli aspetti emotivi, con l’introduzione di uno sportello psicologico come strumento di ascolto per chiunque ne avesse bisogno. “La forza di Tecniplast risiede nelle persone che ci lavorano. La certificazione rappresenta un riconoscimento che premia tutte le iniziative intraprese su fronti ormai imprescindibili. Ora, tra i nostri obiettivi, c’è la diffusione della cultura della leadership al femminile per sostenere ancora di più le donne nella loro crescita di carriera” spiega il Direttore delle Risorse Umane, Vincenzo Perego.

In provincia di Varese numerose le imprese sensibili al tema della Diversity & Inclusion al punto da dedicare al tema una figura professionale interna specifica

A ottenere la Certificazione anche Laborplast di Busto Arsizio specializzata nelle materie plastiche. “Avevamo già un codice etico e un sistema di welfare aziendale” ha raccontato Roberto Pariani, Ceo di Laborplast a Il Sole 24 Ore, sottolineando il valore dell’iniziativa anche come esempio positivo per altre realtà. “Per noi è stata l’occasione di mettere a sistema una cultura aziendale e una serie di impegni già presi verso i nostri collaboratori”. Obiettivo certificazione raggiunto anche per Grünenthal Italia (Farmaceutici Formenti), che, tra l’altro, si è confermata nel 2023 Great Place to Work e anche Best Place for Women. Tra la filiale commerciale di Milano e lo stabilimento produttivo di Origgio del Gruppo internazionale sono diverse le donne che ricoprono ruoli apicali in un contesto di perfetta equità con un buon bilanciamento tra i sessi sia nell’hub manifatturiero sia negli uffici. Molte le iniziative che hanno portato all’ottenimento della certificazione: la nomina di un comitato guida per l’equità, la creazione di policy interne contro i pregiudizi, la pianificazione di percorsi formativi dedicati, l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione. “Un impegno che spazia dalla comunicazione interna alle politiche di gestione delle persone e si fonda sul riconoscimento, sull’apprezzamento e sull’importanza di creare un ambiente in cui tutti, indistintamente, si sentano supportati nel fare del loro meglio, sviluppando il loro potenziale. La certificazione valida quanto già realizzato e ci pone l’obiettivo di migliorarci continuamente” spiega Luigi Uccella, Head delle Risorse Umane. Alla base delle azioni imprenditoriali, una sola regola: l’ascolto delle persone. Al di là delle certificazioni, sono molti anche i progetti per colmare i gap tra i sessi. Uno di questi notoriamente riguarda il rapporto tra le ragazze e la scienza: il report We Stem for Our Future 2022 di Weward sottolinea che in Italia sul totale delle laureate solo il 16% ha frequentato materie Stem (scienza, ingegneria, tecnologia o matematica): circa la metà dei colleghi maschi. Da qui l’impegno di molte imprese in progetti per diffondere tra i giovani la conoscenza delle opportunità che gli studi tecnici offrono in ambito lavorativo. È in questo contesto che nasce il Progetto Scuola di BTicino, solo una delle numerose iniziative dell’azienda per le proprie persone, da contestualizzare all’interno del network Lei@BTicino, che si occupa dei temi legati alla diversità di genere. 

Anche alla Vector di Castellanza, società Benefit dal 2021, azienda che si occupa di trasporti internazionali, la Diversity & Inclusion è un punto di forza da sempre: favorire l’inclusione e diffondere i principi di accoglienza e rispetto di ogni diversità è un valore aziendale fondante. “La nostra impresa vuole essere innovativa non solo nel servizio ai clienti, ma nel concepire il modo stesso di essere”, spiega il Ceo Andrea Buttà. Per quanto riguarda nello specifico la parità di genere, questa sensibilità è attestata da diversi riconoscimenti nazionali e internazionali. Anche nel 2023 l’azienda è stata riconosciuta Woman Value Company dalla Fondazione Marisa Bellisario, che dà visibilità alle imprese che mettono al centro le persone e il merito, senza pregiudizi, con la convinzione che valorizzare il talento femminile significhi non solo apportare energia alla propria realtà, ma contribuire all’evoluzione del Paese. E in Vector, come in molte altre imprese, la questione della D&I si colora di arcobaleno, in un campo purtroppo ricco di sfumature di grigio: quello dell’orientamento sessuale. Un dato per tutti. Secondo l’“Indagine sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ in unione civile o unite in passato” (Istat, 2020-21), il 26% delle persone che si dichiarano omosessuali o bisessuali afferma che il proprio orientamento ha rappresentato uno svantaggio nel lavoro in almeno uno dei tre ambiti considerati (retribuzione, avanzamenti di carriera, riconoscimento delle capacità). Il 12,6% non si è presentato a un colloquio o, addirittura, non ha fatto domanda poiché presupponeva che l’ambiente sarebbe stato ostile al suo orientamento. Dati, secondo la ricerca, riferibili solo a una piccola parte della popolazione LGBT+, cioè le persone in unione civile o già in unione, più propense a vivere il proprio orientamento in una dimensione pubblica. Anche su questo Vector, azienda sponsor del Varese Pride, porta avanti progetti concreti, tanto da aver ottenuto, per la prima volta già nel 2016, il premio come miglior Pmi per le politiche inclusive Lgbt in Italia.  

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Le storie d’impresa raccontate in queste pagine sono solo alcune delle best practice del territorio in tema di D&I. Un racconto in linea con gli obiettivi del progetto PEOPLE, l’impresa di crescere insieme lanciato da Confindustria Varese per contribuire all’attrattività della provincia con una serie di iniziative accomunate da un filo conduttore: l’investimento e la valorizzazione delle persone. 
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