Quanto e su cosa investono le imprese
Qual è la percentuale di aziende manifatturiere varesine che nel corso del 2023 ha investito? In quali ambiti? Quali sono le previsioni per l’anno in corso? A rivelarlo è un&rsquo
Qual è la percentuale di aziende manifatturiere varesine che nel corso del 2023 ha investito? In quali ambiti? Quali sono le previsioni per l’anno in corso? A rivelarlo è un’indagine del Centro Studi di Confindustria Varese che sottolinea, tra luci ed ombre, la capacità di un sistema produttivo come quello all’ombra delle Prealpi di affrontare crisi congiunturali e geopolitiche, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Tra progetti sostenibili, tanta digitalizzazione e difficoltà a reperire risorse finanziarie e personale qualificato
Promessa mantenuta: la maggioranza delle imprese all’ombra delle Prealpi, per l’esattezza il 76%, ha investito nel corso del 2023, confermando le previsioni dell’anno precedente. Questo il quadro che restituiscono i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Varese, nell’annuale indagine sugli investimenti, sottoposta ad un campione rappresentativo dell’industria varesina. Nella maggior parte dei casi (51%) gli investimenti si sono rivelati superiori, nel 26% uguali e nel restante 23% inferiori rispetto all’anno precedente. Ma a cosa sono stati destinati i piani di investimento delle imprese di Varese? Al primo posto, in aumento se paragonati ai dati del 2022 (81% contro 62%) si confermano la sostituzione e l’ammodernamento di impianti aziendali, seguono l’ampliamento delle capacità produttive (46%) e gli investimenti immateriali, ad esempio destinati alla ricerca e sviluppo e ai brevetti (31%). Fino a qui tutto bene. Un primo campanello di allarme arriva, però, dalle previsioni per l’anno in corso: a scendere in maniera significativa è, infatti, la percentuale di aziende che dichiara di avere intenzione di investire nel 2024 (68%). Gli ostacoli più grandi? L’incertezza per il futuro (46%) e la difficoltà nel reperire personale qualificato (37%). Meno preoccupanti rispetto agli ultimi anni, ma sempre d’importanza rilevante, i costi energetici (27%), seguiti dalle complessità amministrative e burocratiche (18%) e dalla difficoltà nel reperire risorse finanziarie alla luce del maggiore costo del denaro (17%).
In altre parole, non è tutto oro quello che luccica e a confermarlo, ancora una volta, sono i numeri. Stando, infatti, all’ultima rilevazione sull’andamento del credito, effettuata sempre dal Centro Studi della Confindustria varesina, i prestiti alle imprese industriali del Varesotto sono risultati in forte calo sul finire dello scorso anno. Lo stock del credito concesso al settore manifatturiero locale dal sistema bancario a settembre 2023 risultava pari a 3,4 miliardi di euro, in diminuzione del -10,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 (in cui i prestiti si attestavano sui 3,8 miliardi). Le sofferenze, sempre a settembre 2023, erano in salita rispetto al trimestre precedente, ma su livelli del tutto fisiologici: 51 milioni di euro, in pratica solo l’1,5% del totale dei prestiti erogati alle imprese. Le cause di questi andamenti? A detta del Centro Studi sarebbero da attribuire, principalmente, ad una minore domanda di credito da parte delle aziende, a seguito dell’aumento del livello generale dei tassi di interesse e ad una maggiore rigidità del settore bancario sui criteri di offerta dei prestiti.
Lasciando da parte le ombre che l’industria varesina sta attraversando in un contesto geopolitico sempre più complesso e sfidante, è significativo porre attenzione alle tre macroaree in cui si sono concentrati gli investimenti del 2023: la digitalizzazione, gli strumenti del Nuovo Piano Transizione 4.0 e la sostenibilità. Per quanto riguarda il primo ambito, il 51% delle imprese intervistate ha affermato di aver realizzato almeno un’azione di digitalizzazione, per la maggior parte nei sistemi informativi e nella sicurezza informatica (69%) e nell’area di contabilità, finanza e processi decisionali, in quella vendite e clienti e della manutenzione dispostivi, impianti e macchine (37%). Centrali nei piani di investimento delle aziende della provincia di Varese, anche nel 2023, gli strumenti del Nuovo Piano Transizione 4.0, con il 66% delle imprese investitrici del campione che ha utilizzato almeno un’agevolazione. Il credito d’imposta su beni strumentali, anche nella nuova forma esclusivamente 4.0, è stata ancora una volta la misura più diffusa (79%), seguita dal credito d’imposta R&S, innovazione e design, in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni (40%), la Nuova Sabatini (30%) e il Nuovo Patent Box (11%).
D’importanza sempre più crescente, infine, sono state le tematiche legate alla sostenibilità, ambito soggetto ad una sempre maggiore attenzione da parte dell’industria del Varesotto. Sono state, infatti, il 46% le realtà che hanno portato a segno investimenti sostenibili nel 2023, dato in aumento di 3 punti percentuali (49%) se si considerano le previsioni per l’anno in corso, che stimano un forte interesse per la rendicontazione di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Esg), indicata dal 34% del campione come futuro possibile ambito di investimento del 2024. I capitali investiti in sostenibilità nel 2023, invece, hanno riguardato per la maggior parte un miglioramento nei processi aziendali (55%) e negli investimenti in tecnologie (50%). Il 23% delle aziende si è concentrato sul prodotto e il 48%, ad esempio, sull’installazione di pannelli fotovoltaici, sulla diagnosi energetica, sulle certificazioni Iso 14001, sulla Carbon Footprint e la Life Cycle Analysis. Complessivamente, il giudizio sulla strategicità degli investimenti in sostenibilità è risultato medio-alto: il 38% delle imprese intervistate ha dato un giudizio medio (3 in una scala da 1 a 5) e la percentuale di coloro che hanno assegnato una valutazione medio-alta è stata del 48% (sommando le risposte 4 e 5 nella scala valutativa).
Cosa emerge quindi da questa indagine? Un sistema industriale provinciale che, nonostante le difficoltà, dimostra di essere resiliente di fronte alle sfide della congiuntura attuale e del futuro. E che dev’essere messa nelle condizioni di continuare a proseguire in questa direzione. Costo del denaro permettendo.
Gli imballaggi sostenibili di Goglio
Tra le aziende varesine che hanno scelto, lo scorso anno, di puntare sulla sostenibilità (e proseguiranno nella medesima direzione anche nel 2024), spicca l’esempio di Goglio Spa, multinazionale con oltre 170 anni di storia alle spalle e con una presenza internazionale in Europa, America e Asia, attiva nella fabbricazione di imballaggi flessibili per i settori del caffè, dell’alimentare, del pet food, della detergenza e dell’healthcare. Goglio, che nella sede di Daverio dà lavoro a oltre 700 persone, anche nel 2023 ha portato a termine importanti investimenti per efficientare le linee di produzione, molto spesso sviluppate direttamente in house, sempre con un occhio puntato alle tematiche green, come spiega il Direttore HSE e Ingegneria Impianti, Giorgio Soldarini: “Tra i vari interventi, abbiamo sostituito un intero impianto, dedicato al trasporto dei granuli del reparto estrusione, riducendo così del 20% i consumi energetici e automatizzando la gestione di queste materie. Un elemento distintivo del sito di Daverio è proprio la grande attenzione rivolta, da sempre, al rispetto dell’ambiente: pensate che il primo impianto che consente il recupero e il riutilizzo dei solventi impiegati nei processi di stampa è stato sviluppato proprio qui, a metà degli anni ‘70”.
E il desiderio di innovare i prodotti, così come la gestione degli impianti, ha portato Goglio ad avvicinarsi sempre di più al mondo Esg: “Da ormai un paio di anni siamo impegnati in quello che noi definiamo un vero e proprio esercizio di sostanza e stile, ovvero la stesura di un Bilancio di sostenibilità – spiega di nuovo Soldarini –. Per noi si tratta di un lavoro puntuale di contabilità e verifica, ad esempio, delle emissioni di anidride carbonica, che portiamo avanti per arrivare ad una certificazione reale di questi numeri o alle iniziative nel welfare aziendale. Lo scopo ultimo è poter fornire informazioni verificate ed accessibili a chiunque. Abbiamo, inoltre, certificato nel nostro Bilancio di sostenibilità una riduzione del 40% dei consumi di energia termica, che corrispondono a circa 20 GWh/anno, insieme ad una diminuzione del 40% del consumo dell’acqua di pozzo, nell’ultimo biennio”.
Per Goglio sostenibilità non è solo sinonimo di attenzione verso l’ambiente, ma anche e soprattutto verso le proprie persone e la comunità. Come dimostra l’adesione al Programma WHP – Workplace Health Promotion, promosso anche da Confindustria Varese: “Abbiamo sviluppato, insieme ad ATS Varese, programmi di welfare per i nostri collaboratori, partendo da suggerimenti alimentari per una dieta più bilanciata, fino ad arrivare a percorsi pensati specificatamente per combattere alcune dipendenze, come quella da fumo e da alcol. Per noi l’attenzione verso i nostri dipendenti e nei confronti del territorio è fondamentale”, racconta il Direttore HSE aziendale.
Nella foto, un impianto Goglio a Daverio.
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