Progresso sociale, Varese è 28esima in Italia
Sulle 107 province italiane il Varesotto è ai primi posti per capacità di soddisfare i bisogni essenziali e di garantire salute e benessere, mentre deve migliorare nelle opportunit&agra
Sulle 107 province italiane il Varesotto è ai primi posti per capacità di soddisfare i bisogni essenziali e di garantire salute e benessere, mentre deve migliorare nelle opportunità che offre in termini di realizzazione personale. I risultati del Social Progress Index presentato da Confindustria Varese e sviluppato da IEC, l’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo
Ventottesima sulle 107 province italiane per progresso sociale. È questa la posizione che assegna a Varese il Social Progress Index sviluppato da IEC – Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo e presentato da Confindustria Varese. Misurare lo sviluppo del territorio andando “oltre il Pil”, oltre i semplici indici economici: questo l’obiettivo che l’associazione datoriale degli industriali varesini si è posta con questa ricerca che ha analizzato tre dimensioni principali del progresso sociale: bisogni umani fondamentali, fondamenti del benessere, opportunità. Per un totale di 12 componenti e 62 indicatori finali. Per ognuno un voto e un posizionamento di Varese in Italia e in Lombardia.
Risultato: Varese risponde bene ai bisogni fondamentali dei suoi cittadini e garantisce un buon livello di benessere tanto da attestarsi in queste due dimensioni, a livello nazionale, rispettivamente in 21esima e 20esima posizione. Meno bene, invece, la dimensione delle opportunità, che misura le possibilità dei singoli individui di raggiungere il proprio pieno potenziale. A questa voce, Varese si piazza a metà classifica: 49esima. Risultato finale per Varese nella graduatoria italiana sul progresso sociale: 28esima posizione, appunto.
Questi, dunque, i principali dati (ma non i soli) presentati da Confindustria Varese e ricavati attraverso il Social Progress Index che lo IEC ha sviluppato in qualità di partner in Italia dell’organizzazione no-profit Social Progress Imperative, fondata nel 2012, con sede a Washington. Un indicatore già oggi utilizzato in molte aree del mondo per impostare politiche di sviluppo sociale. Il Social Progress Index rappresenta, ad esempio, la tabella di marcia dei responsabili politici dell’Unione Europea per orientare i 350 miliardi di euro di spesa della politica di coesione. Nel distretto londinese Barking & Dagenham viene usato per la politica “nessuno venga lasciato indietro”. Per i sindaci di molte città degli Stati Uniti è lo strumento per definire le priorità in termini di investimenti. Ma le case history sono numerose in tutti i continenti: Sudafrica, India, Australia, Paraguay, Messico.
“Confindustria Varese attraverso il Piano Strategico #Varese2050 – spiega Fernando Alberti, Direttore dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC che ha redatto l’indice insieme ai ricercatori Federica Belfanti e Massimo Riva – si è incamminata lungo un articolato processo di riflessione collettiva per il rilancio della competitività del territorio della provincia. Ciò che è chiaro ormai a livello internazionale, e che è al centro del lavoro che, come Institute for Entrepreneurship and Competitiveness conduciamo nella rete creata dal Professor Michael Porter ad Harvard Business School, è che per progettare la competitività di un territorio non si può separare la prosperità economica dal progresso sociale. Il Social Progress Index è un indice che non solo ci consente di comprendere lo stato di salute della provincia sotto il profilo sociale e di confrontarla con altri territori vicini o simili, ma soprattutto ci guida nell’azione. La forza del Social Progress Index è infatti quella di indicare la via per azioni che sappiano rinforzare le forze e compensare le debolezze del territorio, completando le strategie identificate a livello economico e industriale”. La 28esima posizione di Varese nella classifica nazionale del progresso sociale è, dunque, il risultato finale di un’analisi di indicatori raggruppati in tre grandi dimensioni.
Dimensione 1 – Bisogni umani fondamentali: 21°
Rispetto a quasi tutte le altre province, Varese risulta offrire ai singoli un’ottima sicurezza personale, posizionandosi quarta a livello nazionale. Anche a livello idrogeologico la provincia di Varese assicura una buona protezione, sia in termini di rischio frane (attestandosi al nono posto), sia di rischio alluvioni (quindicesima in classifica). I punti deboli su cui recuperare terreno risultano, invece, quelli dell’assistenza medica di base e delle dispersioni nelle reti idriche comunali, dove Varese, negli ultimi 10 anni, ha perso diverse posizioni.
Dimensione 2 – Fondamenti del benessere: 20°
In questa dimensione il quadro è ancor più positivo per la provincia varesina che risulta essere decima in Italia per livelli di salute e benessere (confermandosi prima assoluta per indice di sportività) e quindicesima per accesso dei cittadini alla conoscenza (grazie ai buoni livelli di diplomati, di competenze matematiche e letterarie), anche se in questa componente (l’accesso alla conoscenza) Varese, negli ultimi anni, ha perso tre posizioni. Semaforo verde, guardando soprattutto al confronto con il resto della Lombardia, anche per la qualità ambientale, grazie, per esempio, al buon posizionamento sulla raccolta differenziata (13esima in Italia) e al miglioramento nella qualità dell’aria. C’è da risalire la china, invece, sull’accesso alle informazioni, dove Varese arriva solo 56esima, trainata in basso, tra i vari indici, da quello riguardante le librerie (100esima in Italia) e la digitalizzazione delle città (i comuni del Varesotto sono poco smart: 68esimi).
Dimensione 3 – Opportunità: 49°
È in questa dimensione che emerge il punto debole di Varese. I semafori rossi che bloccano il progresso sociale varesino sono la bassa partecipazione elettorale dei cittadini, l’affollamento degli istituti di pena, l’offerta culturale, il livello dei giovani nelle amministrazioni comunali, l’accessibilità delle scuole. Semaforo giallo (bene, ma ci sono margini di miglioramento visto quello che fanno le altre province, in primis quelle lombarde) per quanto riguarda le pari opportunità. C’è da lavorare, invece, di più nelle performance alla voce educazione avanzata, componente che vede Varese piazzarsi solo 49esima a causa del numero di laureati e della partecipazione alla formazione continua.
Il paragone con il resto della Lombardia: 8°
Dando uno sguardo a livello regionale, invece, tra le 12 province lombarde, Varese è la quinta per capacità di garantire benessere alla propria comunità, superata da Monza, Lecco, Milano e Sondrio. Quart’ultima nella risposta ai bisogni fondamentali dei cittadini, seguita da province come Pavia, Cremona e Lodi. Mentre rimane indietro a livello lombardo, così come nella classifica nazionale, nelle opportunità, dove viene superata da tutte le altre tranne che dalla provincia di Sondrio.
Posizione nella classifica regionale generale del Social Progress Index: ottava.
Il ruolo della LIUC
“L’Index è un importante esempio della stretta collaborazione tra il nostro ateneo e Confindustria Varese – commenta Riccardo Comerio, Presidente della LIUC – a testimonianza che questa Università è in stretta relazione con il mondo imprenditoriale, ma soprattutto è al servizio del territorio.
Lo dimostrano e lo confermano le numerose relazioni e sinergie sia della LIUC Business School sia dell’ateneo con molte imprese della provincia e non solo, da cui scaturiscono progetti innovativi per le aziende, occasioni di ricerca accademica e applicata per l’Università, che ritornano in un circolo virtuoso a beneficio delle imprese da una parte, della formazione degli studenti dall’altra”. In questo percorso, per Comerio il Social Progress Index rappresenta “un altro passo in avanti, oltre l’homo oeconomicus per dare concretezza a un nuovo umanesimo attraverso modelli di impresa diversi e obiettivi di politica che contemplino non solo la crescita economica, ma anche il benessere sociale”.