Pedalando lungo il Fiume Azzurro
La Ciclopedonale dell’Alto Ticino, un percorso affascinante adatto a tutti i ciclisti, parte da Sesto Calende per arrivare fino a Pavia, con un totale di circa 98 km quasi interamente asfaltati
La Ciclopedonale dell’Alto Ticino, un percorso affascinante adatto a tutti i ciclisti, parte da Sesto Calende per arrivare fino a Pavia, con un totale di circa 98 km quasi interamente asfaltati e pianeggianti. Tra le tappe da non perdere, le Dighe del Panperduto, la Centrale di Vizzola Ticino, Tornavento e Nosate, in provincia di Milano. Una gita adatta al clima mite del mese di settembre
Nelle settimane settembrine il sole è diventato più dolce. Le giornate sono molto più corte, ambasciatrici del prossimo cambio di stagione che sta per arrivare. Ma il clima sembra essere perfetto per godersi ancora un po’ qualche gita in bicicletta. Caldo, ma non troppo. Magari scegliendo un percorso rilassante che alterna tuffi nel verde a centri abitati, tornati vivi dopo l’assolato isolamento estivo. Questo è il momento dell’anno perfetto per scoprire la Ciclabile dell’Alto Ticino, un percorso lungo nel suo totale circa 98 km quasi interamente asfaltato e pianeggiante, che permette di pedalare immersi nella natura seguendo il corso del fiume Ticino da Sesto Calende, in provincia di Varese, fino a Pavia. Questo tragitto è perfetto per essere percorso a tappe, più o meno lunghe, con tutta la famiglia durante una gita domenicale, senza troppi bagagli o borse pesanti al seguito e senza nemmeno bisogno di polpacci “d’acciaio”. È una gita particolarmente bella da fare pedalando perché, senza fare troppa fatica, si possono ammirare diversi luoghi, regalandosi un’esperienza d’insieme più leggera, ma allo stesso tempo ricca di punti di interesse.
L’itinerario, adatto a tutti i tipi di bici, si snoda per la maggior parte su piste ciclabili protette o strade secondarie a basso traffico all’interno del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Il percorso è ben segnalato con cartelli “Pista Ciclopedonale dell’Alto Ticino” e i segnavia E1 del sentiero europeo. Da dove si parte? Da Sesto Calende, naturalmente, dove tutto (anche il fiume) ha inizio.
Da Sesto Calende alle Dighe del Panperduto
La prima tappa della Ciclabile Alto Ticino parte dalla strada alzaia di Sesto Calende e raggiunge le scenografiche Dighe del Panperduto dopo 12 km di pedalata immersi nella natura. Si parte già con un percorso di grande impatto visivo e si arriva subito in un’area affascinante senza stancarsi troppo. La pista lambisce il Fiume Azzurro percorrendo la Strada Alzaia tra volatili che vivono il fiume, alberi e anse suggestive, pescatori, joggers, fotografi e famiglie a passeggio. L’atmosfera è bucolica, il fiume in questo tratto sembra uno specchio che riflette la vegetazione circostante. Si costeggia (ma si trova in alto) la frazione di Coarezza di Somma Lombardo e, se si vuole, è possibile fare una piccola deviazione per vedere le piazzette ben curate e magari fermarsi anche a pranzo o a bere qualcosa in uno dei due locali del posto.
Imboccata di nuovo la ciclabile, si costeggia il Ticino e, superata la centrale idroelettrica di Porto della Torre, in breve si raggiungono le monumentali Dighe del Panperduto, vero gioiello di idraulica industriale inaugurato nel 1884. Qui l’acqua è protagonista assoluta: parte del Ticino, viene deviata a formare due importanti canali, il Villoresi per l’irrigazione e l’Industriale per produrre energia elettrica. Il complesso, offre diversi servizi ai visitatori: bar con terrazza panoramica, nei fine settimana, ostello, museo (verificare i giorni e i periodi di apertura) e la possibilità di visite guidate per apprezzare appieno questo straordinario patrimonio storico e ambientale, snodo cruciale del sistema idrico lombardo. Dalla Diga del Panperduto si può scegliere se proseguire lungo il Canale Industriale verso Vizzola Ticino e Tornavento oppure fare ritorno a Sesto Calende, completando un affascinante anello di 24 km tra le meraviglie del Parco del Ticino.
Verso Vizzola e Tornavento
Se si sceglie di proseguire, la strada, sempre quasi totalmente pianeggiante, offre un panorama tutt’altro che piatto. Il percorso è dedicato interamente alle biciclette e ai pedoni e permette di potersi guardare attorno con tranquillità. Lasciandosi alle spalle le maestose Dighe del Panperduto, la strada prosegue per 15 km lungo il Canale Industriale, un’opera idraulica realizzata agli inizi del ‘900 per produrre energia elettrica sfruttando le acque del Ticino. Un percorso affascinante tra natura e archeologia industriale, che conduce i ciclisti alla scoperta di un passato non troppo remoto di questa zona, tra antichi mulini e centrali idroelettriche.
La prima tappa è la Centrale di Vizzola Ticino, inaugurata nel 1900 e tuttora in funzione. L’edificio in mattoni rossi, con le sue ampie vetrate liberty, sorge imponente sulle rive del canale, circondato dal verde: il complesso venne inaugurato oltre un secolo fa, nell’ottobre 1901, alla presenza dei Reali d’Italia. L’aspetto di oggi però risale al 1937, quando vennero aggiunte le caratteristiche arcate in cemento armato.
Pedalando lungo l’alzaia asfaltata del Canale Industriale, costeggiata da alberi e edifici antichi, dopo 7 km si raggiunge Tornavento. Anche qui è possibile fare una piccola salita per trovarsi al centro del Parco Ex Dogana e al museo a cielo aperto di Via Gaggio oppure fare una sosta panoramica dal caratteristico belvedere della località. Se si prosegue, ci si può imbattere nella centrale idroelettrica locale, costruita nel 1943, un bell’esempio di architettura razionalista. Qui avviene un curioso scambio: il Canale Industriale cede gran parte delle sue acque al Naviglio Grande, che riprende così a scorrere dopo il “vuoto” del tratto a monte, detto Naviglio Vecchio.
Il Canale Industriale si dirama quindi in 3 rami: il primo alimenta il Naviglio Grande verso Milano, il secondo aziona la piccola centrale “Tre Salti”, mentre il terzo dà origine al Canale di Regresso che si ricongiunge al Ticino. Questo intricato sistema di canali artificiali, che si intersecano e si scambiano le acque, è il frutto di secoli di ingegneria idraulica destinata all’irrigazione e alla produzione di energia. Oggi costituisce un affascinante itinerario cicloturistico tra i comuni di Somma Lombardo, Vizzola Ticino e Turbigo, alla scoperta di un patrimonio storico e ambientale unico. Centrali elettriche, rogge, alzaie ombreggiate e scorci sul fiume compongono un percorso ricco di fascino, adatto a tutti.
Da Tornavento a Nosate lungo il Canale Industriale
Lasciandosi alle spalle le centrali idroelettriche di Vizzola Ticino e Tornavento, la ciclabile “sconfina” in una nuova provincia e da quella di Varese si entra in quella di Milano. Qui il tragitto prosegue verso Sud costeggiando il Canale Industriale fino a raggiungere Nosate, per un totale di circa 8 km. Un percorso quasi interamente su ciclabile asfaltata nel verde.
La pista attraversa un ambiente agricolo punteggiato da cascine, in un paesaggio ancora segnato dalle opere idrauliche. Dopo alcuni chilometri si incontra il ponte di ferro di Nosate, caratteristico esempio di ponte ad arco in ferro risalente al 1883. Realizzato dalla Società Nazionale delle Officine di Savigliano, richiama il più noto Ponte di Paderno sull’Adda.
Giunti ormai in prossimità di Nosate, una breve salita porta al termine di questo tratto di ciclabile in corrispondenza della chiesa di Santa Maria in Binda. Questo antico oratorio campestre conserva interessanti affreschi del XIII-XIV secolo. Da Nosate è possibile proseguire verso Sud lungo l’alzaia del Naviglio Grande, canale irriguo e navigabile che si stacca dal Ticino. In alternativa, si può fare ritorno a Tornavento e Vizzola Ticino, completando un piacevole anello di circa 16 km totali tra storia, ingegneria idraulica e natura del Parco del Ticino.