Nel mondo magico dell’illusione
Una rassegna tra arte e scienza, divertimento e riflessione è allestita, fino al 15 maggio, nelle sale della Camera di Commercio di Varese
C’è una mostra da vedere, meglio se in compagnia di amici, figli o nipoti, che sa essere insieme dilettevole e istruttiva, ma anche un po’ magica. Perché sfrutta gli effetti dell’illusione, l’illusione ottica, per stupirci e interrogarci. E si incrocia pure con la scienza. Provare per credere. Fino al 15 maggio il percorso è visitabile nelle sale della Camera di Commercio di Varese. La rassegna nasce dalla curiosità di Leonardo Scucchi, regista e ideatore di molte delle installazioni che vi raccontiamo. A spronarlo fu la conoscenza di David Copperfield, noto illusionista e già questo significa qualcosa.
Se entrerete all’interno del percorso di umore non proprio al top, ne uscirete quantomeno divertiti, oltre che molto incuriositi. Fu lo stesso Copperfield a spiegare a Scucchi come gli sarebbe stato possibile creare un museo basato su illusionismo e giochi di prestigio. Detto fatto. Chi visita la mostra ha sicuramente l’idea che davvero sia possibile stupire ricorrendo a semplici trucchi. Ad esempio, ci si può trovare di fronte ad un grande cubo trasparente e vedere al centro, se si guarda da una parte, un piccolo cubo, ma, se si guarda dal lato opposto, si scorge invece una piramide. Inutile dire che da soli non ce la farete mai a capire il perché. Il segreto sta nella lastra specchiata di cui non avvertite la presenza: che si trova, invece, al centro del parallelepipedo, dove si appoggia e rispecchia una metà cubo, da una parte e una metà piramide dall’altra. Lo specchio al centro del parallelepipedo raddoppia, dunque, l’immagine di ciascuna metà, dando l’idea di un intero solido, mentre si tratta di due metà di solidi diversi.
Giochetti questi che fanno pensare a come certi illusionisti riescano a farci vedere a volte cose che a noi sembrano impossibili da comprendere, ma che in realtà non lo sono affatto: basta conoscerne il semplice segreto. Più facile da intendere è il prassinoscopio, inventato dal francese Charles-Émile Reynaud, un dispositivo ottico brevettato nel 1877 che permette la proiezione di immagini e disegni animati che scorrono in senso circolare sopra un cilindro ruotante su se stesso, a trottola. Insomma, il precursore dei cartoons, lo troverete qui. Di fronte, nella stessa stanza, sono presenti dei cubi magici, che a seconda del punto di osservazione cambiano faccia.
Vedrete anche uno strano rubinetto. Tanto assurdo, un po’ matto, insomma, più del famoso cappellaio, che sembrerebbe uscito dall’incantato mondo di Lewis Carroll e del suo romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie. È un rubinetto senza tubo e senza alcun attacco a una fonte da cui poter prendere acqua: insomma sospeso nel vuoto. Eppure getta acqua in continuazione. Questo trucco però non lo sveliamo, ne vi sveleremo troppo altro, per non rovinarvi la festa… che dura un bel po’. Perché le situazioni in cui vi troverete sono davvero tante e differenti. C’è anche l’arte, certo non come la avviciniamo normalmente e come siamo abituati a fare da queste pagine, ma c’è. Presente in tante opere utilizzate nel percorso per raccontare l’illusionismo. Perché anche artisti e designer si sono da sempre divertiti a giocare con elementi geometrici, contrasti cromatici in bianco e nero, cerchi e quadri inscritti (in mostra ci sono diversi esempi) per ottenere e generare effetti ottici e sensazioni particolari.
Ma state pensando anche ad Arcimboldo? Sui suoi quadri, dove frutta, ortaggi e animali compongono visi, si scatena il massimo dell’illusione ottica. Ebbene Arcimboldo qui non manca, essendo presente in una sequenza di riproduzioni di sue opere dedicate alle stagioni. Gli furono commissionate nel 1577 dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612) con la richiesta che ciascuna contenesse gli elementi naturali tipici delle stagioni dell’anno. Il prodigioso effetto prodotto dalla fantasia di Arcimboldo, lo ha posto al centro dell’attenzione fino ad oggi. Non lontano dai suoi fantasiosi visi, nello spazio grande dell’ingresso, spicca il “Pannello del volto cavo”, ovvero una serie di volti cavi, in materiale morbido, che noi umani percepiamo invece come convessi, insomma in 3D, le cui sagome sembrano anche seguirci con lo sguardo. Troverete tra i visi in mostra anche quello di Einstein, suggerito da una serie infinita di immagini minime e alcune figure ribaltate, che nascondono una doppia faccia: facendole ruotare su se stesse vi appariranno ora come un viso di signore, ora come un cane con osso oppure come poliziotto o marinaio. E un uomo senza barba si muterà, rovesciandolo, in un uomo calvo e una casalinga diverrà “un tizio”. E avanti così, se vorrete divertirvi a provare con altre facce.
Un incontro d’arte piacevole avviene con il pittore Van Gogh e la sua notissima “Notte stellata”. Quella che Vincent vedeva dalla sua piccola camera e lo faceva sognare. È ricostruita in mostra in modo scenografico, così che sia possibile, per chi lo desidera, farsi ritrarre all’interno dell’opera.
Ma non è la sola “stanza magica”, ne troverete tante altre: in una sembrerete più alti se vi posizionerete da una parte e più bassi se vi posizionerete dalla parte opposta. Se sarete in coppia l’effetto sarà alquanto divertente, perché in foto avrete misure assolutamente diverse, apparirete nani a sinistra della stanza e giganti sulla destra. Si tratta della “Stanza di Ames”, inventata dall’oftalmologo americano Adelbert Ames nel 1946 e l’effetto che si percepisce interagendo con essa è dovuto ad un gioco di prospettive che ingannano l’occhio. Ma quella che vi farà più sorridere è sicuramente la “Magic Green Room”, che promette di inserirvi in un film dove voi stessi sarete parte del paesaggio, calati nel giurassico, accanto a invadenti dinosauri oppure protagonisti di spostamenti e movimenti che neppure nelle fiabe sarebbe possibile compiere. Potrete anche posizionarvi poi sul tappeto volante come Alì Babà o affacciarvi al cornicione di un grattacielo o ancora salire nello Spazio, danzando, camminando o saltando.
E uscendo potrete strofinare le mani sul metallo di una racchetta speciale e poi sentirne l’effetto di velluto sulla pelle o visitare altre stanze, in cui le posizioni di mobili e oggetti sono capovolte e collocate sul soffitto anziché sui pavimenti.
Oppure tentare uno Face Swap, uno scambio dei volti. Posizionandosi con un’altra persona ai due lati di uno specchio si creerà un mix, tra i due volti, da una parte e dall’altra. Diverte anche il dover meditare sul triangolo impossibile o “Triangolo di Penrose”, che pare tridimensionale, ma è in realtà bidimensionale. Il perché lo scoprirete voi. Sono tante le sensazioni che si possono provare in questo bizzarro viaggio.
Come avrete capito, il percorso è adatto a bambini, ragazzini, ma anche ai meno giovani, chiamati a misurarsi con le conoscenze scientifiche acquisite negli anni. Prima di uscire, se non lo avete fatto appena entrati, potrete anche affidarvi alla realtà virtuale e osservare il mondo dall’alto di un grattacielo, per vivere altre emozioni impensabili. Per questo Leonardo Scucchi sta mettendo ancor più alla prova la sua fantasia, unendo arte e scienza, illusione e realtà virtuale, voglia di sapere e voglia di volare: con l’immaginazione, ma soprattutto con la realtà di una raffinata conoscenza che, come l’arte, svela quello che è sotto gli occhi di tutti, ma solo pochi sanno vedere.