L’orientamento scolastico va ora in scena

Le manifestazioni che aiutano i ragazzi e le ragazze di scuola media a scegliere come proseguire il proprio percorso di studi sono alla costante ricerca di nuove formule e linguaggi

Brusio di fondo. Sguardi incerti. Una stanza sconosciuta. Silenzio e poi… Azione! Una scena come tante, l’inizio di uno spettacolo. Il pubblico c’è. Gli attori… pure. Regista in posizione insieme al tecnico audio e luci. Tutto normale. L’avvio della recita è uguale a tante altre che vanno normalmente in scena a teatro. Eppure, c’è qualcosa di diverso. Il pubblico è decisamente giovane: ragazze e ragazzi di 12 o 13 anni al massimo. Gli attori sono 4 e disposti a cerchio, uno davanti all’altro, mentre il regista è stranamente fin troppo partecipe. Praticamente, il conduttore di un gioco. Anche lo scopo è diverso: non intrattenimento passivo, bensì dar vita a un confronto interattivo e intergenerazionale da trasformare in un innovativo evento di orientamento scolastico. Tutto questo è Pianeti, la nuova modalità con cui ha preso forma il Pmi Day Varese 2024, il progetto di orientamento allo studio promosso a livello nazionale dalla Piccola Industria di Confindustria e portato avanti a livello locale dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Varese.     

Il format Pianeti è stato sviluppato dall’impresa sociale Karakorum e utilizzato da Confindustria Varese durante l’ultima edizione del Pmi Day, proprio con lo scopo di invogliare le ragazze e i ragazzi a indagare e porsi delle domande sul proprio futuro, cercando di aiutarli anche così a fare chiarezza su quale percorso di studi intraprendere dopo la terza media. Al centro della scena, 4 adulti affermati nelle proprie professioni. Intorno a loro, 4 gruppi di studenti delle scuole medie varesine pronti a fare domande e condividere valori. “Pianeti – spiega Stefano Beghi, Direttore creativo di Karakorum Srl e BlueSheepLab – è un momento di confronto in cui gli adulti stanno al centro e portano le loro idee rispondendo a delle domande che i ragazzi hanno deciso di porre loro, sfidandosi a immaginare un futuro possibile. I ragazzi poi devono valutare quale risposta rispecchia meglio la propria idea di futuro. In qualche modo è un gioco performativo. Parliamo di gioco perché ci sono dei punti, delle regole e anche degli imprevisti e c’è un vincitore, ma allo stesso tempo è un momento performativo perché durante lo svolgersi del confronto succede qualcosa: adulti e ragazzi parlano tra loro ad alta voce”. Alla pari, sullo stesso piano.

I 4 adulti assumono il ruolo di abitanti di altrettanti diversi pianeti immaginari, mentre gli studenti vestono i panni di viaggiatori spaziali, dei Piccoli Principi alla ricerca del luogo ideale dove stabilirsi per vivere e crescere. Ogni pianeta rappresenta una visione diversa del futuro, basata su 4 temi: la sostenibilità, la giustizia, la bellezza e l’innovazione, tematiche che ogni giorno i ragazzi sono chiamati ad affrontare. Più o meno in maniera consapevole. Gli adulti, provenienti da diversi settori come l’imprenditoria, lo sport, l’Università o la cultura, vengono messi alla prova con domande elaborate dagli studenti durante i workshop preparatori tenuti in classe nei giorni precedenti. Le risposte degli abitanti dei pianeti vengono valutate dai ragazzi, che decidono quale sarebbe la destinazione finale che si avvicina di più alla loro visione di futuro, affidando al vincitore un punto, e come ogni gioco, decretando alla fine un vincitore, anche a fronte di penalità ed imprevisti.

“Mai come in questo caso l’importante non era vincere”, racconta il Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Varese, Andrea Bonfanti, tra gli adulti che hanno preso parte ad una delle 5 puntate di Pianeti svoltesi nell’ambito del Pmi Day, da poco concluso. “Il progetto – spiega Bonfanti – è partito con dei workshop ludici preparatori organizzati in alcune scuole medie del territorio, durante i quali studenti e studentesse sono stati sfidati a riflettere sulle passioni da coltivare, sull’importanza di una stabilità economica, sul ruolo delle nuove tecnologie digitali. È capitato che durante alcuni ragionamenti condivisi, i ragazzi si trovassero davanti a dei vicoli ciechi e conflittuali. Questi blocchi hanno, quindi, generato le domande poste poi ai 4 adulti protagonisti durante le seguenti puntate del gioco Pianeti”.

Il format che ha preso corpo con il Pmi Day è spesso utilizzato anche da filosofi e pedagogisti in quanto permette il totale coinvolgimento delle persone attraverso una momentanea sospensione dalla realtà, in cui preoccupazioni, abitudini e ruoli abituali vengono messi da parte. Pianeti, infatti, è stato sviluppato anche con la volontà di creare un contesto inedito di incontro tra persone di diverse generazioni. Questo ha permesso anche agli adulti coinvolti di riscoprire una dimensione spesso dimenticata: quella di abbandonare le formalità e tornare, per un momento, ad essere ragazzini che giocano. In questo modo Confindustria Varese ha permesso di creare uno spazio neutro, un terreno comune in cui ruoli e gerarchie si sono dissolte. A differenza di altri contesti, come quello scolastico, in cui c’è chi insegna e chi impara, o quello lavorativo, in cui ci sono titolare e impiegato, durante Pianeti si può, per un momento, essere alla pari, imparando qualcosa: i giovani ad esprimere e argomentare le proprie idee, gli adulti a riscoprire il gioco come strumento di esplorazione e condivisione.

Sono state 5 le giornate che il Pmi Day ha dedicato a Pianeti. Ogni puntata, una location diversa, rappresentativa del mondo dell’impresa e della cultura del territorio varesino: lo Spazio Yak di Varese, l’azienda INCA Packaging di Porto Valtravaglia, il Museo MA*GA di Gallarate, l’Università LIUC di Castellanza, l’industria Opella Healthcare di Origgio. In tutto, 500 i ragazzi e le ragazze coinvolte, grazie anche alla collaborazione e al supporto di Amca Elevatori SrlEuthalia SrlG & G Paglini SpaRandstad TD Group Srl.

Questa nuova modalità di svolgimento del Pmi Day si è poi accostata alle tradizionali visite in azienda, che quest’anno hanno raggiunto numeri record con oltre 50 aziende visitate e 2.700 studenti partecipanti. “L’esperienza che abbiamo fatto insieme a Confindustria Varese – conclude Beghi – ha fatto emergere tante domande rispetto al significato di orientamento scolastico. Da un lato è giusto provare a dare ai ragazzi delle risposte, ma dall’altro forse dobbiamo essere anche un po’ noi adulti più coraggiosi e accettare che esiste un tema dentro l’orientamento: il mistero, l’incapacità reale di dare visioni chiare rispetto al futuro. I ragazzi, con le loro paure, un po’ se le aspettano. A noi il compito di educarli, dando strumenti per reagire a questa paura, anche accettando l’ignoto”. Come nella vita reale. E nei percorsi professionali, d’altronde.  

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