Lo scudetto della sostenibilità economica
Non ci sono solo le partite da vincere sul campo. Il futuro di una società come la Pallacanestro Varese si gioca anche sul fronte di dare basi solide allo sviluppo di un progetto di crescita a
Non ci sono solo le partite da vincere sul campo. Il futuro di una società come la Pallacanestro Varese si gioca anche sul fronte di dare basi solide allo sviluppo di un progetto di crescita aziendale. Con il coinvolgimento delle imprese del territorio, della creazione di una community fatta di tifosi, appassionati e settore giovanile. Fino alla capacità di attrarre investitori stranieri a cui restituire valore, non solo trofei. Intervista a Luis Scola
Luis Scola, lei è l’Amministratore Delegato di una blasonata squadra sportiva a cui il territorio è fortemente legato. I risultati della stagione 2022/2023 hanno messo in evidenza le potenzialità di un progetto di rinascita della Pallacanestro Varese iniziato con il suo arrivo. Quali sono gli elementi di questo piano di crescita?
Crediamo in un piano sostenibile che punti su elementi in grado di garantire una crescita di lungo termine. Parliamo di legame con il territorio, di coinvolgimento di nuovi tifosi che devono sentirsi parte di una community, di settore giovanile e di politiche di responsabilità sociale d’impresa. Vogliamo andare oltre quella che chiamiamo la sola “cultura della domenica”, quella del singolo risultato sul campo, della singola stagione. Siamo un team, ovviamente la partita ha il suo grande peso, ma concentrarsi solo su questo rende debole un progetto sportivo. Puoi fare una stagione grandiosa e, l’anno dopo, con le stesse persone, con le stesse impostazioni, ritrovarti nella parte opposta della classifica. La vera sfida è, invece, creare valore sostenibile nel tempo. È questa la nostra visione.
Come molti manager, uno dei suoi compiti è scovare talenti e attrarli sul territorio. Con quale strategia lo fa la Pallacanestro Varese?
La prima cosa che facciamo è creare un luogo che sia un punto di riferimento culturale e sportivo, ovviamente intorno alla pallacanestro. Spesso, però, spaziamo andando oltre il basket. Serve creare una vera e propria community in grado di coinvolgere i giovani, la loro passione, con il tifo, la voglia di giocare. Più ampliamo la base più abbiamo una rosa in cui scovare il campione. Questa è la nostra mentalità. Ma non è solo questione di trovare il giocatore giusto. Noi vogliamo creare valore intorno al brand, andando oltre la pallacanestro. D’altronde il nostro slogan è proprio questo: “È più che pallacanestro”. Dobbiamo sempre di più pensare a iniziative per le famiglie, la cultura, la comunità. A progettualità in grado di dare valore all’azienda.
Talenti ma non solo. Come per ogni impresa anche per la Pallacanestro Varese, la partita della sostenibilità si gioca sul campo dell’attrazione di investimenti stranieri. Quali sono i vostri progetti su questo fronte?
Noi abbiamo grandi potenzialità per attrarre investimenti esteri. Io sono uno di questi. Più che investitori, più che soldi, cerchiamo, però, partner. Persone che condividano la nostra visione, la nostra mission: creare un progetto che sia sostenibile nel tempo. Torno al concetto della “cultura della domenica” che spesso ha portato molti team a fare scelte che hanno dato come risultato sì, delle vittorie, ma non sostenibili da un punto di vista aziendale ed economico. L’urgenza e la pressione di vincere spingono molte società a fare movimenti che poi le mettono in difficoltà. Questo è uno dei principali motivi che sta dietro ai fallimenti economici di molte squadre ai quali abbiamo assistito negli ultimi tempi, più o meno 20 negli ultimi 20 anni. Sono strategie non sostenibili. Vinci oggi, ma cosa fai la prossima domenica, la prossima stagione? Chiedere soldi agli investitori senza restituire un valore porta all’esaurimento delle risorse, ad un capolinea. Che tu sia un proprietario, uno sponsor o un consorzio. Non c’è futuro se chiedi solo soldi. Devi dare un ritorno, solo allora puoi intraprendere un cammino domenica dopo domenica per un decennio. È questo che dà forza ad una società. Questa è la vera sfida a cui siamo chiamati, non quella di vincere un campionato e poi fallire il giorno dopo.
Dopo diverse esperienze internazionali, lei stesso ha scelto Varese come luogo dove costruire una carriera professionale. Lei, in primis, si è fatto attrarre da questo territorio. Perché? Secondo lei quali sono i punti di forza di questa provincia?
Sono venuto a Varese da giocatore come scelta di vita. A mia moglie e alla mia famiglia è piaciuta da subito quest’area. In realtà all’inizio l’idea era più in generale di vivere in Italia, poi ci siamo guardati intorno sulle varie possibilità. Io avevo la voglia di spendermi per un progetto di pallacanestro alla fine della mia carriera da cestista. È un’idea che ho sempre coltivato dentro di me. Ho trovato in Varese il posto ideale per concretizzare questo progetto. Prima di tutto per la bellezza del territorio, poi ho trovato una società con una storia quasi ineguagliabile a livello europeo che, però, allo stesso tempo era in un momento di difficoltà. C’erano margini, dunque, per un progetto di sviluppo. Poi c’è la posizione strategica del territorio che è una cosa importante. A due passi da Milano, ma senza la sua congestione, senza i suoi costi della vita. Creare un brand da capo qui è più facile. E poi ci sono tantissime aziende, importanti per le partnership necessarie, stakeholder imprescindibili per creare valore intorno allo sport. La realtà di Varese in questo ha pochi paragoni in Italia.
Quali sono le prossime tappe del progetto della Pallacanestro Varese?
Siamo in una fase di stabilizzazione. Abbiamo un’idea precisa di gioco. Il settore giovanile sta funzionando bene. C’è da lavorare sulla parte aziendale: ossia gli uffici, il marketing, il finance. Quest’anno dobbiamo riuscire a focalizzarci su questi aspetti per poi entrare in una tappa successiva di crescita dal punto di vista economico e di squadra con contratti più lunghi anche per i giocatori. In questo modo potremo arrivare più lontano, prendere giocatori di ancora maggiore qualità, un palazzetto più bello con più posti. Tutti argomenti di crescita che saranno oggetto di una fase successiva, dopo che ci saremo assestati sulla parte corporate.
Il Palazzetto dello Sport di Varese