L’educazione al tablet
Iperconnessione, accesso alla tecnologia e sviluppo delle capacità cognitive in giovane età: come influisce sulla mente umana l’abbondanza o la carenza di stimoli digitali? Dispos
Iperconnessione, accesso alla tecnologia e sviluppo delle capacità cognitive in giovane età: come influisce sulla mente umana l’abbondanza o la carenza di stimoli digitali? Dispositivi e connessione continua sono sempre e per forza un male? Queste le tematiche al centro di un ciclo di incontri aperti alla comunità, organizzati dall’Istituto Comprensivo Ungaretti di Sesto Calende in collaborazione con il Comune e le associazioni genitori del territorio. Ecco alcuni consigli
Bambini che, fin dai primi anni di vita, scorrono il dito su ogni schermo alla ricerca di immagini e contenuti, adolescenti iperconnessi per i quali lo smartphone diventa un’estensione naturale della mano e un mondo digitale da cui anche gli adulti trovano difficile staccarsi, soprattutto dopo che la pandemia ha ridefinito le modalità di utilizzo della tecnologia. Per la mente umana, responsabile delle funzioni comportamentali, dell’apprendimento e della socialità, l’abbondanza o la carenza di stimoli digitali ha un peso significativo. Ma possiamo davvero considerare dispositivi e connessione continua come un male assoluto?
L’iniziativa: un territorio che si interroga
Interrogarsi, ascoltare, porsi delle domande: solo così dall’insicurezza si passa alla consapevolezza e si possono supportare bambini e ragazzi nella crescita. Ed è proprio per contribuire a questo approccio che è stata proposta un’iniziativa dall’Istituto Comprensivo Ungaretti di Sesto Calende in collaborazione con il Comune e le associazioni genitori del territorio. Stiamo parlando di una comunità scolastica che comprende 5 scuole dell’infanzia, 5 primarie e due secondarie e che va dai 3 anni di età all’inizio dell’adolescenza nei 3 comuni di Sesto, Mercallo e Golasecca.
“Abbiamo pensato a 4 incontri gratuiti – spiega Emanuela Melone, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo – che sono stati aperti a tutta la comunità, per farci raccontare come aiutare ragazzi e ragazze nella loro crescita in rapporto all’uso delle tecnologie e non solo. Il mondo scientifico ci dice che il nostro cervello è una macchina perfetta se ben stimolata, si modifica sulla base degli stimoli che riceviamo, sulla base delle cose che facciamo che possono influenzarne lo sviluppo in modo positivo e negativo. Gli studi scientifici recenti ci dicono che il cervello dei bambini e degli adolescenti di oggi è molto diverso da quello di qualche anno fa, questo proprio perché da un lato ricevono molti più stimoli, dall’altro a volte questi stimoli non sempre sono adeguati”.
Capacità di apprendimento, emozioni e sonno
“Negli ultimi anni – spiegano Laura Scala ed Elisa Morrone, Presidente e Vicepresidente del Consiglio di Istituto – l’utilizzo dei device è aumentato a dismisura, diventando strumento di socialità, di studio, persino di attività fisica in alcuni casi, ma rendendo i nostri ragazzi più fragili nella vita reale, con meno capacità di fronteggiare lo stress e meno capacità empatiche”. Eppure, non sono il male assoluto, possono, anzi, diventare uno strumento utile anche per i ragazzi. Da ottobre (mese della salute mentale) fino a gennaio esperti in settori specifici, hanno messo e metteranno a disposizione il loro tempo e la loro professionalità per aiutare genitori, nonni, zii ed insegnanti a comprendere come supportare al meglio la crescita dei bambini.
“Device e iperconnessione cambiano la capacità di apprendimento di bambini e ragazzi in crescita – spiega in particolare Elisa Morrone, che oltre ad essere tra le promotrici dell’iniziativa è anche mamma e Psicoterapeuta – ne modellano emozioni e apprendimento con stimoli che possono avere una ripercussione negativa sullo sviluppo cognitivo e anche sul ritmo del sonno”. Ma come spesso accade il problema non è negli strumenti in sé, bensì nell’utilizzo che se ne fa.
“Il nostro cervello si sviluppa in base a ciò che facciamo e agli stimoli che riceve: un uso eccessivo della tecnologia, soprattutto alla sera, implica cattiva qualità di sonno, scarsa possibilità per il cervello di mettere in atto meccanismi di pulizie e di giorno peggioramento delle prestazioni fisiche, comportamentali, cognitive”
“Aspetti negativi e positivi nonché regole nell’utilizzo – spiega ancora Elisa Morrone – vanno di pari passo e cambiano con il cambiare dell’età. Ad esempio, i bambini sotto i 3 anni esposti a televisione, smartphone o tablet mostrano disturbi comportamentali e dell’apprendimento con conseguente frustrazione, rifiuto dei limiti e ritardo del linguaggio. Per questo, sotto questa soglia, l’uso dei device è decisamente sconsigliato”. Con i ragazzi più grandi, fase preadolescenziale e adolescenziale, le difficoltà maggiori si manifestano nell’acquisizione del controllo degli impulsi, rivelano una più grande fatica nel controllo delle emozioni, con prevalenza di ansia, rabbia, frustrazione. Per questi motivi, una completa libertà di connessione non è mai positiva anche in questa fase di crescita di ragazzi e ragazze. “Meglio dettare dei tempi – dice sempre Morrone, come riferiscono anche gli esperti –, non far utilizzare ai minori i dispositivi dei genitori, che hanno delle profilazioni da adulti e quindi mostrano contenuti non adeguati all’età. È sconsigliato anche l’utilizzo dopo cena, prima di dormire: la stimolazione data dallo schermo non favorisce, infatti, un buon riposo”. Il sonno è fondamentale per lo sviluppo psicofisico, soprattutto per bambini e ragazzi, dal momento che interagisce sul funzionamento emotivo, ma anche sull’apprendimento. “Il nostro cervello – conclude Morrone – si sviluppa in base a ciò che facciamo e agli stimoli che riceve: un uso eccessivo della tecnologia, soprattutto alla sera, implica cattiva qualità di sonno, scarsa possibilità per il cervello di mettere in atto meccanismi di pulizie e di giorno peggioramento delle prestazioni fisiche, comportamentali, cognitive”.