Le Università sono il nostro punto di forza

Con l’ultimo numero di Varesefocus del 2024, si conclude un anno ricco di spunti di riflessione e analisi. Dalle pagine della nostra rivista, abbiamo affrontato temi chiave per il Varesotto. Sia

Con l’ultimo numero di Varesefocus del 2024, si conclude un anno ricco di spunti di riflessione e analisi. Dalle pagine della nostra rivista, abbiamo affrontato temi chiave per il Varesotto. Siamo partiti con una domanda fondamentale: quanto è inclusiva la provincia di Varese? Successivamente, ci siamo interrogati sul futuro dell’Europa, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Abbiamo esplorato i cantieri del Piano Strategico #Varese2050 di Confindustria Varese, discusso delle opportunità per ripartire con slancio dopo la pausa estiva e analizzato lo scenario dell’informazione del Varesotto. Ora chiudiamo l’anno con un nuovo quesito che chiama in causa la costruzione del nostro futuro: quanto è davvero innovativo il territorio varesino? E, soprattutto, quali strumenti e strategie sono necessari per far crescere Varese nella capacità innovativa e nel fermento imprenditoriale?

Creare un ecosistema competitivo richiede la costruzione di un linguaggio condiviso che faciliti il dialogo tra imprese consolidate e nuove realtà imprenditoriali. L’open innovation emerge, in questo senso, come un elemento cruciale per connettere idee, tecnologie e competenze, abbattendo barriere culturali e organizzative. Le esperienze locali, di cui parliamo in questa nuova edizione, dimostrano come la collaborazione tra aziende e startup possa generare vantaggi significativi. È il caso di partnership che hanno saputo integrare innovazione e tradizione, favorendo nuove opportunità di crescita.

Un altro tassello fondamentale per l’innovazione, come spiegato di nuovo sulle pagine del focus, è rappresentato dal venture capital, un supporto indispensabile per le startup, soprattutto nei primi anni di vita caratterizzati da fragilità finanziarie. Il recente accordo tra Confindustria Varese e AIFI punta proprio a colmare questa lacuna, promuovendo l’accesso a risorse alternative rispetto al credito bancario e agevolando il dialogo con il mercato degli investitori. Iniziative come lo “Sportello Venture Capital” di Confindustria Varese costituiscono un passo concreto verso il riposizionamento del sistema produttivo su nuove traiettorie di crescita e sviluppo. E ciò vale sia per le nuove imprese, sia per quelle già radicate. Anche a queste ultime è ormai sempre più richiesto di aprirsi al mercato dei capitali con percorsi come quello offerto da Borsa Italiana con il progetto Elite, come l’M&A Desk sempre di Confindustria Varese, o come l’approccio al private equity.

Non mancano esempi di eccellenza nel panorama varesino che attraverso le proprie storie, raccontano come la sfida dell’innovazione si giochi non solo sui campi della tecnologia. Abbiamo bisogno di imprese in grado di generare nuove imprese. Di aziende che, impegnate in settori tradizionali e che contraddistinguono da anni Varese nel panorama industriale, siano in grado di gestire passaggi generazionali di successo, perpetrando il saper fare impresa. I processi innovativi devono coinvolgere anche queste sfere di vita aziendale.

Il World Manufacturing Forum 2024 ha lanciato un messaggio significativo, a questo riguardo: l’industria deve guardare ai prossimi anni con una visione strategica, investendo in sostenibilità, tecnologie digitali e leadership. Sociale, tecnologia, governance: questi i tre elementi fondamentali per la competitività. Tre sfide riassumibili in una: sviluppo di competenze. E Varese ha un punto di forza su cui fare leva per uscire vincente da queste transizioni in atto: le sue due Università, la LIUC e l’Insubria, veri centri di eccellenza accademica e di ricerca. Incubatori di innovazione e, quindi, di futuro. Per tutti, non solo per le imprese. Porre i nostri due atenei al centro dei nostri percorsi e politiche di crescita è il miglior investimento che il territorio può fare per il benessere delle sue comunità e per coltivare nuove vocazioni in grado di distinguerci nell’attrazione di quel capitale capace di sostenere qualsiasi ambizione, quello umano.

 

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