Le idee d’impresa hanno bisogno di più venture capital
L’alto tasso di fallimento delle startup dipende da una causa su tutte: la debolezza finanziaria. Un fattore su cui vuole incidere un recente accordo stretto tra Confindustria Varese e AIFI con
L’alto tasso di fallimento delle startup dipende da una causa su tutte: la debolezza finanziaria. Un fattore su cui vuole incidere un recente accordo stretto tra Confindustria Varese e AIFI con l’obiettivo di supportare la diffusione di risorse alternative al credito bancario per lo sviluppo e la crescita delle giovani aziende innovative. Ancora troppo poche quelle sul territorio
Una startup ha il 95% di probabilità di fallire nei primi 4 anni. Per quali cause? Prima fra tutte c’è, secondo i dati di Cb Insights, nel 38% dei casi, l’insolvenza e l’incapacità di raccogliere nuovi investimenti. Solo a seguire intervengono ragioni legate all’assenza di domanda del mercato (35%), presenza di un competitor più forte (20%), business model inefficiente (19%). È su questo fattore di debolezza finanziaria che, almeno sul territorio varesino, vuole incidere il nuovo accordo stretto tra Confindustria Varese e AIFI – Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capitale e Private Debt, presentato di recente all’Università LIUC di Castellanza. Con un obiettivo: supportare la diffusione di forme di finanza alternativa al credito bancario per lo sviluppo e la crescita delle startup innovative, iscritte come tali al registro speciale della Camera di Commercio. Dati alla mano, Varese rimane ancora molto lontana dalle prime posizioni della classifica nazionale sulle startup innovative. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Indice del Fermento Imprenditoriale svolto per Confindustria Varese dal think tank Strategique, con il supporto scientifico di IEC – Institute for Entrepreneurship and Competitiveness dell’Università LIUC, quelle attive sul territorio sono 86. Un numero che pone la provincia varesina nella seconda parte della classifica (84esimo posto) per numero di startup rispetto al totale delle imprese. Simile il quadro delineato dalle Pmi innovative che nella provincia di Varese sono ad oggi 14, numero che la piazza solo 80esima, sempre usando come metro di misura il rapporto sul totale delle imprese presenti sul territorio rispetto alle altre province.
“Il nostro scopo – spiega il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi – è quello di dare maggiori opportunità di solidità finanziaria alle nuove idee di impresa che nascono sul territorio e contribuire così alla crescita del numero di startup e delle probabilità di trasformarle in aziende consolidate. Con un occhio di riguardo a quelle realtà che possono sviluppare nuove tecnologie e idee abilitatrici di una nuova manifattura e di innovazione nelle filiere produttive e dei cluster esistenti”. Le startup innovative iscritte all’ente camerale già da qualche mese, possono accedere a tutta la rete di attività di rappresentanza e dei servizi offerti da Confindustria Varese alle imprese, aderendo gratuitamente all’Associazione datoriale e con successive agevolazioni nei primi anni post-fase di avvio attività. Ora, grazie all’accordo con AIFI, potranno contare anche sul supporto dello “Sportello Venture Capital” promosso da Confindustria Varese. Tramite AIFI, dunque, le startup innovative potranno avvantaggiarsi di: un’attività di orientamento verso i diversi player operativi nell’ambito della finanza alternativa; informazioni dirette sul mercato italiano del venture capital; la condivisione di mappe ed elenchi di investitori di venture capital attivi in Italia, avvalendosi dell’Osservatorio VeM – Venture Capital Monitor attivo presso la LIUC Business School. Oltre a poter partecipare a eventi e ad altre iniziative istituzionali e di networking con il resto dell’imprenditoria varesina (e non solo) che verranno ciclicamente organizzati da AIFI insieme a Confindustria Varese.
Roberto Grassi, Presidente Confindustria Varese: “Il nostro scopo è di dare maggiori opportunità di solidità finanziaria alle nuove idee di impresa che nascono sul territorio e contribuire così alla crescita del numero di startup e delle probabilità di trasformarle in aziende consolidate”
“L’accordo con Confindustria Varese rientra nelle attività AIFI dedicate a supportare l’orientamento delle startup sul territorio verso i diversi operatori attivi nella finanza alternativa”, dichiara Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI: “La nuova imprenditorialità va valorizzata e guidata, così che possa crescere per diventare un’azienda solida e innovativa capace di stimolare l’economia del Paese”. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio VeM – Venture Capital Monitor attivo presso la LIUC Business School nel primo semestre 2024, si contano 123 operazioni di venture capital in Italia per un valore di 600 milioni di euro, contro le 158 per 510 milioni dello stesso periodo di un anno fa. Per quanto riguarda l’origine dei flussi di investimento, le quote dell’ammontare delle risorse investite sono divise esattamente a metà tra investitori domestici e internazionali. Nel 28% dei round si registra una presenza corporate. I round solo da business angel sono, invece, 16 per 23 milioni di euro.
Per quanto riguarda i settori maggiormente interessati, domina l’Information & Communication Technologies. A seguire: biotecnologie, altri servizi, healthcare, beni di consumo, servizi finanziari, beni e servizi industriali. A livello di regioni la Lombardia stacca tutti con 32 target, contro le 13 del Piemonte, le 9 del Lazio, le 7 dell’Emilia-Romagna e le 5 della Toscana. Seguono via via le altre. Fare in modo che questi strumenti di venture capital si diffondano maggiormente anche nella giovane imprenditoria varesina è il vero scopo dell’accordo tra AIFI e Confindustria Varese, che si inserisce in un quadro più ampio di iniziative messe in campo dall’Associazione datoriale anche insieme alla LIUC. “Il luogo dove abbiamo presentato l’intesa con AIFI – chiosa il Presidente Roberto Grassi – non è stato casuale. Proprio di fronte alla LIUC e insieme alla stessa Università fondata da noi industriali varesini faremo sorgere nei prossimi anni l’acceleratore di imprenditorialità MILL – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics, quella ‘Fabbrica del Sapere e del Saper Fare’ che, come indicato nel nostro Piano Strategico #Varese2050, farà da cabina di regia di competenze e servizi per talenti, giovani, startup, imprese e cluster. Un elemento di attrattività per tutto il territorio e il suo riposizionamento competitivo, che in attesa dell’apertura del cantiere fisico per la sua realizzazione, sta già prendendo forma nelle opportunità che mettiamo a disposizione delle imprese, come dimostra questo nuovo accordo”.
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