L’azienda che dà vita alle strade varesine

Riferimento nel settore dei conglomerati bituminosi. Impegno verso tematiche sostenibili, anche sociali. La produzione di Co-bit di Lonate Pozzolo si rivolge a vari ambiti del settore stradale, da qu

Riferimento nel settore dei conglomerati bituminosi. Impegno verso tematiche sostenibili, anche sociali. La produzione di Co-bit di Lonate Pozzolo si rivolge a vari ambiti del settore stradale, da quelli di pertinenza comunale fino alle piste degli aeroporti, anche quella di Malpensa. Una storia, lunga 50 anni, fatta di innovazione e ricerca

‘‘Viviamo un momento storico stimolante per l’innovazione: da una parte lavoriamo perchè il nostro prodotto sia sempre più performante, dall’altra perchè sia sempre più sostenibile”. Le parole di Amedeo Fontana, Consigliere Delegato di Co-bit di Lonate Pozzolo, si potrebbero associare a molti progetti imprenditoriali contemporanei. Risuonano, però, particolarmente eccezionali se contestualizzate in un settore verso il quale esiste ancora una certa diffidenza, che lo considera altamente impattante. Un preconcetto vero e proprio: nella realtà, è tutto il contrario. La Co-bit Conglomerati Bituminosi Spa nasce nel novembre del 1974, in un’area strategica per la sua attività, sia come snodo logistico sia rispetto alle attività cantieristiche, ma anche alle cave di approvvigionamento, sulla spinta di un gruppo di imprenditori del settore stradale e produttori di materiali inerti (usati soprattutto in edilizia, come ad esempio i conglomerati cementizi e bituminosi). L’impresa oggi è un riferimento assoluto nel settore dei conglomerati bituminosi. In pratica, la sua produzione si rivolge a vari ambiti del settore stradale, dalle strade comunali alle piste degli aeroporti. Dai prodotti base a tutta la gamma di prodotti speciali, come drenanti e fonoassorbenti o specifici per ambiti diversi come autodromi, linee ferroviarie e canali, fino ai prodotti plastici a freddo. Arrivata al mezzo secolo di attività, Co-bit guarda ai risultati raggiunti con una certa soddisfazione, ma con la chiara volontà di voler proseguire sulla strada intrapresa, per restare in tema, nel segno di innovazione e sostenibilità. A confermarlo è lo stesso Fontana.

Perchè questo momento storico per voi è particolarmente importante? 
La nostra è sempre stata una ricerca continua, sia in termini di impianti e di produzione all’avanguardia, sia in ricerca di tecnologie sempre più pensate per realizzare pavimentazioni sostenibili. Di recente, lo abbiamo testimoniato anche ad Asphaltica, la fiera di riferimento nel settore stradale che si svolge a Bologna Fiere, un’ottima occasione di stimolo e confronto con la filiera di progettisti, pubblica amministrazione e imprese. Oggi, in particolare, è anche il contesto ad essere sfidante. Proprio ad agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto dei Criteri Ambientali Minimi per i lavori di costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali. Come si legge nel testo, si tratta di un grande passo in avanti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali in termini di economia circolare e di allineamento agli obiettivi del Green Deal europeo e un riferimento per i progetti del Pnrr. Noi in particolare all’interno di Siteb, l’Associazione delle Strade italiane e bitumi, portiamo avanti la riflessione in un gruppo di lavoro specifico.

Nel vostro ambito come si promuove la sostenibilità?
C’è scarsa conoscenza nell’opinione pubblica di quanto faccia il nostro settore, ritenendolo inquinante. Invece è uno degli ambiti in cui si fa maggiore ricerca avanzata e in cui, rispetto al passato, il cambio di paradigma è più evidente. In questo campo si realizza concretamente l’economia circolare: si va dal riciclo dei materiali stradali, ma anche provenienti da altri settori, come il siderurgico o dai rifiuti solidi urbani. Per non parlare della continua ricerca del contenimento dei consumi energetici e delle emissioni.

E in termini di performance, questo cosa comporta?
Naturalmente l’obiettivo è quello di tradurre questo nuovo paradigma in elevata efficienza, equiparando il prodotto da economia circolare a quello che deriva da risorse naturali. C’è una grande e continua ricerca che ha un triplice obiettivo: migliori performance, minore impatto e minori costi. Per farlo abbiamo messo in campo alti investimenti. Investighiamo tutti i campi dell’innovazione, compresa l’Intelligenza Artificiale, che certamente entrerà a far parte delle logiche di produzione ma che al momento fa i conti con il fatto che abbiamo una grandissima mole di dati.

Per quanto riguarda la provincia di Varese, il vostro legame è evidente: in una battuta, con i vostri materiali sono fatte le strade su cui ci muoviamo. Persino le piste e le zone di raccordo a Malpensa. Ma metaforicamente sostenete anche altri percorsi che portano alla crescita?
Ci piace contribuire alla crescita del sistema socioeconomico, a partire dai più giovani. Ad esempio, siamo sponsor delle squadre giovanili (da U12 a U18) di UYBA Volley. Nell’ambito delle nostre iniziative di responsabilità sociale, proprio in occasione del nostro cinquantesimo anniversario, abbiamo deciso di sostenere la ricerca sulle malattie rare di Fondazione Telethon. Collaborando con l’amministrazione comunale abbiamo poi favorito l’acquisto di un pulmino per ragazzi e anziani diversamente abili. Vogliamo porci nel territorio come una realtà che può dare una mano: questo senz’altro è il risultato di sensibilità personali e condivise, ma è anche un segno per la nostra filiera di cui vogliamo essere portavoce del cambiamento.  

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