La stoccata vincente contro il destino

Tutto inizia con un titolo italiano nella Categoria Pulcini a 9 anni, seguito dai successi nazionali nell’Under 14 e 20. Che quello della fiorettista Marta Cammilletti fosse un talento innato l

Tutto inizia con un titolo italiano nella Categoria Pulcini a 9 anni, seguito dai successi nazionali nell’Under 14 e 20. Che quello della fiorettista Marta Cammilletti fosse un talento innato lo si è visto subito dai primi passi sulla pedana. Ma a fare dell’atleta dell’Accademia di scherma di Busto Arsizio una vera campionessa non è solo il palmares, ma la capacità di non arrendersi mai ad avversità e infortuni. Dopo ogni caduta, la pronta risalita. Fino all’ultimo podio: medaglia d’argento nella Coppa del Mondo circuito satellite 

La pedana come punto di riferimento, la famiglia e lo staff tecnico come fossero un’unica squadra. E poi il sorriso come arma per affrontare la vita e ribaltare i rovesci che per due volte, nel corso della carriera sportiva, l’hanno costretta a posare (temporaneamente) il fioretto. Marta Cammilletti ci accoglie in quella che è la sua casa sportiva con un sorriso ampio, rassicurante e che dice molto di questa atleta, mamma e imprenditrice. Fuori scivola via una uggiosa giornata autunnale. Dentro, nel salone di allenamento dell’Accademia di scherma di Busto Arsizio, head quarter della Pro Patria Scherma, c’è silenzio. Gli spazi vuoti e senza atleti sembrano ancora più grandi di quanto siano nella realtà. Marta lì è a proprio agio. Tra le pedane si muovono il suo maestro, Marco Malvezzi e Azzurra, la figlia della schermitrice eccezionalmente a casa da scuola, ma normalmente vicino alla mamma. “Anche se – racconta Cammilletti – ha scelto il calcio, lo sport del papà”. Milanese, nata a Garbagnate e cresciuta in pedana, Marta Cammilletti è un talento che sboccia prestissimo. A 8 anni è già nel giro degli agonisti e a 9 anni vince il titolo italiano nella Categoria Pulcini. Il primo di una lunga seria: seguono successi nazionali Under 14 e 20. Bruciando le tappe, l’esordio in nazionale arriva ai tempi del liceo, ad appena 16 anni e tre anni dopo il trionfo nel Campionato del Mondo Giovani. È lineare e sempre in crescendo il suo percorso sportivo, tanto che diventa atleta militare ed entra nel gruppo della Nazionale Olimpica. La più giovane in un gruppo eccezionale in cui Valentina Vezzali è la punta di diamante.

Ma dopo l’ascesa inizia, all’improvviso, la discesa. Ripida e non imputabile alla fiorettista. Viene smantellata la sezione militare del Fioretto. “La prima sliding doors della mia vita – spiega –. Nel giro di 24 ore devo decidere cosa fare del mio futuro. Dimissioni o trasferimento a Roma erano le due opzioni. Il mio lavoro nel campo della formazione, appena avviato dopo la laurea, è l’ulteriore complicazione”. Niente Roma, dimissioni e voglia di continuare con la scherma ad altissimo livello anche fuori dall’esercito: è questa la triplice scelta. Con la bellissima (in quel momento complicatissima) sorpresa di essere in dolce attesa di Azzurra.E matura forse in quel momento “la Marta Cammilletti” che conosciamo oggi: caparbia, obiettivi chiari, passione e volontà di ferro al servizio di un talento infinito e che sotto l’occhio di uno staff tecnico d’alta qualità viene migliorato di anno in anno. L’anagrafica cambia e Cammilletti migliora. Senza più la rete di protezione di essere atleta militare. “La situazione era complessa – interviene la fiorettista –. Stavo avviando la mia libera professione da imprenditrice e tutto all’improvviso viene messo in discussione”. In bilico fino alla nascita di Azzurra, perché 20 giorni dopo il parto la fiorettista riprende ad allenarsi. Ascoltate cosa dice: “Al Parco Nord di Milano e sotto una nevicata ho ripreso a correre. Insieme ai fiocchi scendevano le mie lacrime. Di dolore e gioia. Stringo i denti e lavoro giorno dopo giorno. Passano tre mesi, rientro in gara a Chiavari, vinco e sul podio mi porto la mia piccola”. 

“Ho vissuto momenti bui, a livello sportivo ed economico. Di colpo ho perso lavoro e la possibilità di fare scherma nell’esercito, ma fin da piccola ho imparato a non scendere a compromessi e a non mollare”

Si riprendere quota e senza un gruppo militare alle spalle Marta Cammilletti diventa vicecampionessa italiana negli Assoluti, però nel 2019, a 36 anni, arriva la rottura del crociato. Sembra finita. Infortunio ed età non giocano a suo favore. Siamo pure in pieno Covid. “Non posso operarmi e perdo mesi importanti. Ben sei di stop – continua l’atleta –. Dopo l’intervento, riparto con l’obiettivo di tornare in pedana”. Riabilitazione, palestra, allenamenti, ma anche mamma e imprenditrice, poiché l’attività professionale cresce di pari passo. E arriviamo al 2021: “Torno in gara a Ciserano per le qualifiche nazionali e vinco. Il mio obiettivo in quel momento era diventare la più forte al mondo della mia età”. Centrato qualche settimana fa: a Istanbul la campionessa è medaglia d’argento nella Coppa del Mondo circuito satellite. “Ho battuto tutti gli stereotipi grazie alla mia squadra, che conta mio marito Massimiliano, la mia Azzurra, la mamma Mara, gli zii Alberto e Simonetta, il mio maestro Marco Malvezzi, il preparatore Stefano Campari e lo staff della Pro Patria”. A Marta Cammilletti, una donna che è riuscita e rendere possibile ciò che per molti è solo inimmaginabile, si concede di snocciolare i nomi di chi non l’ha mai abbandonata. Tanto più che racconta le sue vite (di atleta, di mamma e di imprenditrice) come se tutto ciò fosse normale. E spiega in maniera semplice il perché: “Ho vissuto momenti bui, a livello sportivo ed economico. Di colpo ho perso lavoro e la possibilità di fare scherma nell’esercito, ma fin da piccola ho imparato a non scendere a compromessi e a non mollare. Non ho lasciato la scuola, l’Università, nemmeno il progetto di avere una mia professione e non ho mai abbandonato la scherma. Quando ho rotto il crociato, io e mio marito ci siamo guardati: non abbiamo detto una parola, ma entrambi sapevamo che sarei tornata a gareggiare”. Inossidabile Camilletti, un esempio per tanti e un punto di riferimento per la Pro Patria scherma e i giovani schermitori che frequentano le padane al Tessile di Busto Arsizio.  

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