La scultura rumore

Una mostra interattiva di Ruggero Marrani, allievo prediletto del futurista Dottori, nella cornice lacustre del Museo internazionale Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello Il territorio attorn

Una mostra interattiva di Ruggero Marrani, allievo prediletto del futurista Dottori, nella cornice lacustre del Museo internazionale Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello

Il territorio attorno al capoluogo varesino, quello lavenese, s’è arricchito recentemente di una bella personale di Ruggero Marrani. Curata da Clara Castaldo, la mostra interattiva “Lascia una traccia del tuo passaggio” è ancora in corso, visitabile nelle sale del museo di Cerro dedicato a quanti – da Giò Ponti, a Guido Andlovitz, Antonia Campi, Albino Reggiori – hanno scritto lì una delle più importanti storie della ceramica italiana. Si tratta di una rassegna, interessante e divertente, che invita a dialogare e, ancor più, a entrare nell’opera, modificandola a piacere, o ascoltandone il suono.

Lo attendevamo da qualche anno, perché, benché Marrani viva a Varese dal 1968, dove ha insegnato per anni al liceo artistico locale, e sia un nostro artista a tutti gli effetti, capita sia più facile vederlo alla Biennale di Venezia, come successo anche nel 2015, che qui da noi. Fa parte di quella schiera di ottimi scultori del territorio che ci piacerebbe più spesso incontrare – e reincontrare – negli spazi espositivi pubblici.

Siamo nota terra di picasass, abbiamo avuto e continuiamo ad avere ottimi scultori, ci inventiamo eventi strani – magari di poca consistenza – eppure non siamo abbastanza attenti a chi meriterebbe di essere visto più spesso. Marrani ha una consolidata e ricca produzione artistica e un importante percorso da spiegare a chi lo incontra nello studio di via Monviso, a Barasso, sempre ricco di novità, e felicemente collocato in un paese che fu onorato, a suo tempo, anche dalla presenza dei colleghi Vittorio Tavernari (1919-1987) e Angelo Bertolio (1934-2009).

Nato a Corridonia nel 1941, ha appreso dal nonno paterno Giuseppe, noto architetto Liberty, i primi segreti del mestiere. Fu poi affidato al futurista Gerardo Dottori, che lo avviò allo studio della pittura e del paesaggio, sua iniziale passione. Ma già a partire dagli anni Settanta Marrani scelse il piacere e le difficoltà della prediletta scultura. Nacquero così le sue prime opere di aeroscultura, ispirate agli insegnamenti di Dottori: planimetrie ceramiche di città viste dall’alto. I piccoli agglomerati urbani, le case, i musei inscritti nel paesaggio sono per lui rappresentazione incancellabile del nostro passato. Si è poi dedicato a nuovi cicli animati da sculture totem e sculture interattive, come quelle in mostra a Cerro.

Ultimamente l’artista ha fatto delle sue opere, con l’aggiunta di corde metalliche, dei veri e propri strumenti musicali (sculturerumore), che hanno accompagnato alcune sue rassegne

Particolarmente alto è il suo interesse per una scultura dinamica, ad alto approccio tattile, fatta di materiali naturali – ceramica, legno, ferro, sassi – fruibile anche dai non vedenti, ai quali ha dedicato, e dedica, diverse rassegne e incontri in musei e laboratori. Ultimamente Marrani ha fatto delle sue opere, con l’aggiunta di corde metalliche, dei veri e propri strumenti musicali (sculturerumore), che hanno accompagnato alcune sue rassegne, anche quest’ultima, con concerti dimostrativi di grande effetto.

Ci sono quaderni e video in mostra che raccontano le infinite ricerche e sperimentazioni di Marrani. Definendo da una parte l’accuratezza tecnica della sua progettistica e, dall’altra, la colta, e insieme fantasiosa, estrosità dei risultati. Ha ripetuto più volte, a chi lo interrogava sulla sua arte, che il lavoro che più lo appassiona sta nel “costruire, di grado in grado, degli oggetti materialmente semplici e complessi”. Questi oggetti, che poi sono le infinite creature della sua lunga vita d’artista, sanno ben trasmettere, a chi vi si avvicina, la cura meticolosa, di materiali e percorsi, che portano al risultato finale. Le opere di Marrani sono studiate in ogni parte e in ogni loro dinamica: hanno non solo una personalissima fisicità, espressa dai materiali poveri – come il legno, ancor più, la predominante ceramica cotta a temperature elevatissime per esaltarne i delicati, a volte accessi, effetti cromatici, con lustri e colori – ma possiedono anche un cuore e una voce.

E questo lo si vede molto bene proprio dall’ultima mostra di Cerro: che assomma e segue temi diversi tutti compresi nel suo cammino d’artista aventi come comune denominatore l’idea che la scultura sia qualcosa cui ci si deve avvicinare senza paura, senza timori reverenziali o di possibili danni. Insomma l’opera va toccata, e, in queste ultime esperienze espositive, anche modificata a piacimento. “Lascia una traccia del tuo passaggio” proprio questo esprime: la possibilità, anzi il piacere, quasi il dovere, se si vuole capire, di interagire con il lavoro dell’artista.

Si tratta di una rassegna, interessante e divertente, che invita a dialogare e, ancor più, a entrare nell’opera, modificandola a piacere, o ascoltandone il suono 

Il mio lavoro è finito, dice Marrani, ora tocca a voi. E tocca a me osservare voi mentre vi confrontate con l’opera. Si può decidere di far ruotare certe opere sferiche, come “I labirinti dell’anima”, una “ceramica policroma con smalti, reagenti, una conchiglia e dieci corde musicali”, o “La città Nuova: progetto satellitare con otto contrafforti in rotazione”, oppure scegliere di modificare l’equilibrio di un lavoro spostando sassi, è il caso di “La ricerca del mio equilibrio psicologico (numero 3)”, di farne oscillare altre avanti e indietro, senza pericolo alcuno, neppure per i bambini, o di spostarne i volumi, cambiando forma. O di pizzicare le corde, alle quali la scultura fa da cassa armonica, per ascoltarne il metallico suono. Ma questa mostra ha fatto compiere un altro passo in avanti all’indagine di Marrani: il tema nuovo, come si evince anche dai titoli di opere citate, è la possibilità della ricerca di un equilibrio. Chi, spostando le opere, ne modifica la posizione nello spazio, cerca insomma anche se stesso. In una società in cui siamo tutti bisognosi di certezze, e spesso le cronache suggeriscono sconvolgenti episodi, anche la scultura, regina dell’arte, ci suggerisce l’artista, ha un suo ruolo salvifico e terapeutico. Così che l’artista si fa non solo indagatore del proprio io e del mondo, ma anche ispirato sciamano, amico silenzioso e attento che ti offre il suo abbraccio.

 

Ruggero Marrani – Lascia una traccia del tuo passaggio

24 marzo – 13 maggio 2018

Museo internazionale Design Ceramico

Cerro di Laveno Mombello (Varese)

Lungolago Perabò, 5

dal venerdì alla domenica ore 10.00 – 12.30/ 14.30 – 17.30

www.midec.org – segreteria@midec.org

 

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