La nuova cattedrale di Somma Lombardo

È un vero e proprio nuovo tempio dell’arte quello sorto negli spazi di una ex officina meccanica dismessa di via Milano. Un recupero edilizio, voluto dall’imprenditore Paolo Rovell

È un vero e proprio nuovo tempio dell’arte quello sorto negli spazi di una ex officina meccanica dismessa di via Milano. Un recupero edilizio, voluto dall’imprenditore Paolo Rovelli e valorizzato dai murales del writer varesino Ravo Mattoni, che ospiterà mostre, eventi e performance. Ma che sarà anche una residenza per artisti e incubatore di nuove idee e progetti

‘‘La Cattedrale”, si trova a Somma Lombardo, ma non è un luogo di culto come sarebbe logico aspettarsi, bensì uno spazio molto speciale che per volontà di Paolo Rovelli, imprenditore sommese, si prefigge lo scopo di promuovere l’arte, sia ospitandola all’interno del suo spazio, sia proiettandola all’esterno con progetti destinati a essere realizzati sul territorio. Il progetto è in work in progress, un’avventura con molte idee per il futuro. Il nuovo tempio dell’arte della provincia di Varese ha sede in via Milano 59/61. È qui che “La Cattedrale” si staglia senza imponenza. Il nome non deve infatti trarre in inganno il visitatore, pena pensare di aver sbagliato indirizzo all’arrivo. L’edificio non è alto, né massiccio. E non è nemmeno un luogo di culto sconsacrato, bensì un luogo di lavoro in disuso. Un’area dismessa che una volta era un’officina meccanica. Questo il suo passato. Oggi, invece, quello creato dal 46enne Rovelli, è uno scrigno che stupisce quando lo si apre. Lo spazio è insolito e mostra il perché del proprio nome solo quando il sorridente imprenditore ne svela gli spazi dischiudendo le porte. Solo allora “La Cattedrale” scopre le proprie carte mostrandosi come una chiesa laica con una grande navata alle cui estremità troneggiano due enormi murales raffiguranti: l’uno, il “Davide e Golia” di Guido Reni, pittore italiano del Seicento; l’altro “Il trionfo di Afrodite”, opera del maestro francese del Settecento, Guillaume Taraval. Riproduzioni realizzate entrambe dal noto artista varesino Ravo Mattoni, writer conosciuto in tutto il mondo per la sua bravura e capacità di riprodurre in grandi dimensioni opere appartenute ai classici del passato.

La scelta di rappresentare queste due opere nasce dall’intento di contrapporre Yin e Yang, forza e dolcezza, e lo si nota anche dai colori usati. Le pareti laterali della navata invece, sono realizzati con vetri multicolori, che proiettando la loro luce sul pavimento rendono lo spazio ancora più suggestivo. Questa grande sala confina con una più piccola, che quando sarà ristrutturata ospiterà mostre di fotografia e pittura. Lo scopo del progetto è proprio questo: creare un punto di riferimento per gli artisti del territorio e oltre. Pittori e fotografi, certo. Ma non solo. La visione di Rovelli è a trecentosessanta gradi. E quindi: musica e libri. Più in generale: inventiva, creatività. Spazio dunque a mostre, eventi, performance. “La Cattedrale” sarà anche una residenza per artisti. Un luogo di incontro, confronto, conoscenza, condivisione. Un incubatore di nuove visioni e, perché, no: culla di futuri successi. La visione dell’imprenditore si lega alla sua sensibilità: “Sono capitato casualmente in questo luogo – racconta oggi Paolo Rovelli -. Era una officina meccanica dismessa ormai prossima alla demolizione; appena l’ho vista me ne sono subito innamorato e mi è nata l’idea di farne uno spazio dedicato all’arte, così ne ho parlato con Ravo Mattoni, artista e amico di vecchia data, che si è proposto di darmi una mano per la sua realizzazione”.

“La Cattedrale” contiene anche un’area destinata alla parte conviviale degli eventi, nella quale i visitatori potranno conoscere e colloquiare con l’artista di turno in esposizione. Vi si può accedere anche dall’ampio cortile. Qui sempre Ravo Mattoni, in un ovale, ha rappresentato una natura morta di Pieter Claesz, pittore Olandese del Seicento, specializzato in raffigurazioni di banchetti e piccole colazioni. “È stato un lavoraccio portare via tutto il materiale accatastato all’interno dell’intera area, ce n’era veramente tanto. Una volta liberato lo spazio, ho fatto edificare due grandi pareti per permettere a Ravo di realizzare le sue opere”. Rovelli ripercorre così l’edificazione della sua cattedrale: “Poi ho sostituito tutti i vetri laterali che erano rotti con vetri multicolore, lasciando però la struttura originale inalterata e come si può vedere, anche il carro ponte che vedete sul soffitto”. Un po’ cattedrale, un po’ architettura post-industriale. “C’è comunque ancora molto da fare prima che i lavori siano terminati”. Come dire: non abbiamo ancora finito di stupirvi. Il cantiere è sempre aperto. Come tutte le vere cattedrali per sorgere nel loro pieno splendore ci vuole tempo. I prossimi passi, però, l’imprenditore sommese li ha già programmati: “L’obiettivo è di mettere a posto una villetta a due piani di cui una parte, quella superiore, verrà destinata a residenza per artisti mentre il piano inferiore sarà trasformato in un ufficio per incontri di lavoro, o di progettazione”.

L’intraprendenza fa parte del Dna di Rovelli: “Prima con mio fratello Giuliano mi sono occupato di Parking Go, un servizio di parcheggio e navetta nato negli anni Ottanta per servire l’aeroporto di Malpensa. Poi ho deciso che era giunto il momento di creare qualcosa di mio, e ho aperto Oasi Handling, un servizio di assistenza in porti e aeroporti, che offre molteplici servizi per tour operator e agenzia di viaggio tra cui: hostess multilingue, guide turistiche, trasferimenti con autista, servizi di crociera, supporto per la clientela in qualsiasi parte del mondo”. Uno spirito di impresa che, come spesso accade per il territorio, si trasforma in mecenatismo. Come una forma di riconoscenza per la comunità nella quale è cresciuto il successo. È anche così che l’arte si nutre di quella linfa vitale necessaria per far nascere nuovi progetti e rendere più attrattiva, non solo in termini di investimenti economici ma anche di artisti, una provincia che grazie al suo saper fare impresa può dispiegare le risorse per attrarre talenti e creatività. Ci vuole, però, visione: “Sono molto legato al territorio di Somma Lombardo, dove sono nato e cresciuto e che tanto mi ha dato anche a livello imprenditoriale. Mi piacerebbe quindi – dice Rovelli – poter ricambiare la città, abbellendo i tanti palazzi, nati nel periodo dell’edilizia sfrenata, con delle opere d’arte realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo”. 

La passione per le Moto Guzzi

Nulla è strano ne “La Cattedrale” di Somma Lombardo. Nemmeno imbattersi in una moto negli spazi pensati per ospitare opere d’arte. “Quella – spiega Paolo Rovelli – è una mia passione fin da ragazzo, quest’anno sono diventato campione europeo Fast Endurance, con il copilota Francesco Curinga; una competizione ideata dalla Moto Guzzi, che tra l’altro quest’anno compie i cento anni. Il campionato si è svolto su quattro piste, con sei gare: Vallelunga Misano, Varano e Magione”. Gare fantastiche racconta il poliedrico imprenditore sommese: “Tutti abbiamo usato la medesima moto, le medesime gomme. Ci davamo il cambio tra piloti ogni 15 minuti, e alla partenza dovevamo correre verso la moto per accenderla. Tutto si è giocato nell’ultima corsa a Misano, dove hanno partecipato trenta equipaggi. In questa gara, non mi sono piazzato nei primi tre, ma sono arrivato quinto, quel che serviva senza prendere troppi rischi per vincere il campionato europeo”.
Non deve stupire, dunque, che uno dei primi eventi ospitati dalla “Cattedrale” sia stato realizzato a novembre in collaborazione con la Moto Guzzi: una rassegna di moto storiche. Un preludio di quello che sarà. Perché nel nuovo tempio artistico sommese nulla è sacrilego. Nemmeno mischiare il sacro (l’arte) con il profano (i motori). D’altronde parliamo pur sempre di un ex officina meccanica. Quando l’arte rinasce dall’industria i confini coincidono con quelli della fantasia. Potenzialmente inesistenti, dunque.

 

Foto di Alberto Bortoluzzi

 

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