La competitività degli atenei
Nell’anno accademico 2021-2022 il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro i primi mesi. Un dato in crescita: tra il 2020-2021 la percentuale era stata del 7,1%, nel 2019-2020 de
Nell’anno accademico 2021-2022 il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro i primi mesi. Un dato in crescita: tra il 2020-2021 la percentuale era stata del 7,1%, nel 2019-2020 del 6,1%. A certificarlo è il Censis. Un fenomeno che rappresenta una sfida per le Università. Anche quelle varesine. Come invertire la rotta? Quali le strategie da mettere in campo per attrarre giovani? Intervista ai Rettori Angelo Tagliabue, dell’Università degli Studi dell’Insubria, e Federico Visconti, della LIUC – Università Cattaneo
Il punto di vista della LIUC
Rettore Visconti, in che modo LIUC attrae nuovi talenti?
Nella mia visione, gli ingredienti sono tanti e la prospettiva non può che essere sistemica. Per essere attrattivi, bisogna avere un brand riconosciuto a livello nazionale e non solo. Serve, poi, un modello didattico che possieda una propria identità. Nel caso della LIUC, una didattica interattiva, con testimonianze e discussioni di case studies. La proposta di valore necessita poi di servizi outstanding: una biblioteca sempre più al passo con i tempi, un pacchetto di borse di studio che favorisca la mobilità sociale, sale studio e bar che siano luoghi di vita universitaria, attività culturali e sportive di valore. In LIUC, come in tutte le aziende, alcuni ingredienti funzionano, altri sono da migliorare.
Si sta lavorando intensamente per farlo, investendo in risorse e competenze funzionali alla causa.
È arrivato il momento di iniziare un nuovo anno accademico. Tra sfide e opportunità da cogliere, come sarà l’offerta formativa per il 2023/2024? Avete introdotto qualche novità nei programmi degli insegnamenti?
Abbiamo puntato da un lato, a migliorare le attività già in essere, dall’altro ad avviare un ciclo di innovazione destinato a dare i propri frutti nell’arco dei prossimi tre anni. Nel breve, abbiamo ampliato il numero di studenti per Business Economics, portandoli da 40 a 60. Introdurremo lo streaming per le Lauree Magistrali, in modo da ampliare il livello di servizio per gli studenti. Puntiamo ad avere, per il secondo semestre, alcuni corsi blended, che prevedono la parte teorica con un format registrato e la parte applicativa in aula. Stiamo lavorando anche per sviluppare l’internazionalizzazione dell’ateneo, potenziando l’offerta formativa in lingua inglese, iniziando ad attrarre studenti dall’estero, portando avanti l’iter per gli accreditamenti AACSB e EFMD.
In uno scenario che sta cambiando velocemente. In un mercato sempre più competitivo. LIUC quali aspettative si pone per il futuro?
In primis, quello di fare il proprio mestiere di Università. In tal senso, per quanto di mia competenza, vedo un posizionamento di nicchia, attorno ai corsi di Laurea di Economia e di Ingegneria Gestionale, nella loro articolazione in triennale e magistrale. Al contorno, l’avvio di qualche progetto di durata annuale, in forma di master universitario, meglio se in collaborazione con partner esterni. In sintesi, più qualità che volumi. Con un “nota bene”: la qualità non deve essere solo nell’offerta formativa, ma anche nella ricerca e nella terza missione, che ha nella LIUC Business School una componente fondamentale. Concludo osservando che la strada verso il futuro non può che ruotare attorno alla faculty di ruolo, perno di funzionamento e vettore di sviluppo di qualsivoglia progetto universitario. Strada se ne è fatta, strada se ne deve ancora fare.
Il punto di vista dell’Insubria
Rettore Tagliabue, anche per lei la stessa domanda. Quali progetti mette in campo l’Insubria per attrarre giovani da tutta Italia?
Puntiamo su un ambiente che sia a misura di studente, sia per la didattica sia per l’accoglienza e i servizi. Abbiamo ampliato la capienza delle residenze universitarie, con il City Hotel in centro Varese e il Collegio Santa Teresa a Como. Crediamo nel concetto di studentato diffuso, che a Varese è già un progetto in fase di realizzazione a Biumo e che consentirà una contaminazione positiva tra studenti e cittadinanza. L’ateneo ha un’ottima politica di borse di studio: dove non arrivano i fondi statali e regionali, interviene l’Università con fondi dedicati per accogliere tutte le domande. Favoriamo lo sport, con college e programmi personalizzati per gli studenti-atleti. L’Università ha la fortuna di essere in città come Varese, Como e Busto Arsizio. E questo è sinonimo di opportunità: a un anno dal conseguimento del titolo trova lavoro il 79,7% dei laureati triennali (media nazionale 74,5%) e l’87,4% dei laureati magistrali (media nazionale 74,6%). Accogliamo gli studenti con dedizione: quest’anno abbiamo formato 180 tutor per le matricole, per gli studenti lavoratori, quelli con difficoltà economica e quelli con disabilità o Dsa, ai quali prestiamo particolare attenzione.
Manca poco. Tra qualche settimana l’Insubria si presterà ad accogliere nuovi giovani talenti. Quale l’offerta formativa per il nuovo anno accademico?
L’Università dell’Insubria offre 42 corsi di laurea in diverse aree disciplinari: sanitaria, giuridica ed economica, scientifica e tecnologica, delle scienze umane e sociali, sportiva. Quest’anno abbiamo introdotto qualche novità. Ci sarà un nuovo corso “Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro”, che sarà erogato a Como nell’ambito delle professioni sanitarie. E poi la versione “Digitale integrato” di “Economia e management dell’innovazione e della sostenibilità”, che permette di svolgere due terzi della didattica a distanza per gli studenti lavoratori. Infine, un’altra new entry sarà “Biologia e sostenibilità” che avrà come sede Busto Arsizio.
I dati sulle immatricolazioni stanno tornando ai livelli pre-Covid. Per quest’anno quali aspettative avete?
Abbiamo avuto una grande partecipazione, la più alta di sempre, agli Open Day. Abbiamo fatto un enorme lavoro di orientamento con le scuole anche grazie al progetto ministeriale 4U University-Lab. Ci aspettiamo di accogliere studenti e non numeri. E, come tutti gli atenei, di riportare le immatricolazioni al periodo pre-pandemia, intorno al 9%. All’apertura delle iscrizioni, Biotecnologie è andata sold out in 54 minuti.
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