Il negozio del futuro sarà 5.0
Situato in prossimità dei centri abitati e raggiungibile a piedi in pochi minuti, senza dover prendere la macchina. Capace di soddisfare le richieste sempre più esigenti dei consumatori
Situato in prossimità dei centri abitati e raggiungibile a piedi in pochi minuti, senza dover prendere la macchina. Capace di soddisfare le richieste sempre più esigenti dei consumatori nel raggio di pochi chilometri. Tecnologico per definizione, ma allo stesso tempo a portata dell’utente. Sostenibile, perché promuove prodotti a kilometro zero o si rifornisce da produttori locali. Funzionale, certamente, ma anche accogliente e piacevole da frequentare. Secondo i ricercatori della Liuc Business School è questo il profilo che dovranno avere i punti vendita nei prossimi anni
Il negozio del futuro sarà 5.0. Per darne una definizione in tre semplici parole: un punto vendita di vicinato, local e phygital. Situato, quindi, in prossimità dei centri abitati, comodo per chi studia e lavora, ma anche per gli anziani che non hanno voglia o possibilità di guidare la macchina. A portata di consumatore. Capace di soddisfare le esigenze dei clienti che si muovono nei dintorni o nel raggio di pochi chilometri di distanza. Una via di mezzo tra digitale e fisico. In grado di unire l’aspetto tecnologico con quello umano, senza troppe difficoltà. Sostenibile, perché promuove prodotti a kilometro zero, produttori locali o attenti agli aspetti green, come per l’istallazione di luci a led o impianti fotovoltaici. Un luogo funzionale, certamente. Ma anche accogliente e piacevole da frequentare.
A delineare il profilo del negozio del futuro è la ricerca svolta dall’Osservatorio Retail MarTech (R)Evolution della Liuc Business School, un hub che studia le trasformazioni del retail dal punto di vista delle tecnologie e della business intelligence. “Abbiamo svolto uno studio per analizzare i comportamenti di acquisto di tutti i beni di consumo della grande distribuzione in Lombardia – afferma Chiara Mauri, Responsabile dell’Osservatorio dell’ateneo di Castellanza –. Dalla ricerca è emerso il profilo del negozio 5.0”. Si tratta di un progetto che nasce con l’obiettivo di generare know-how sull’evoluzione dei modelli di business nel retail basati sia sui dati a disposizione sia sulle tecnologie. “Svolgiamo un’attività di ricerca semestrale e ogni sei mesi approfondiamo temi diversi – prosegue Mauri –. Definiamo l’Osservatorio come una community che ha come missione quella di interfacciare la ricerca scientifica con le esigenze delle imprese, per generare informazioni utili per le previsioni e decisioni di business. Oltre a Liuc, i partner del progetto sono: Jakala, Mirakl, NIQ, SAS”.
I comportamenti dei consumatori, nel corso degli anni, si sono trasformati. La pandemia in parte ha fatto da acceleratore di questo processo. Ma non solo. La mentalità delle persone è cambiata radicalmente. La percezione del proprio tempo libero ha, per esempio, assunto un valore molto importante. Anche i più abitudinari si sono trovati ad avere esigenze sempre nuove e diverse. È in questo contesto che si inserisce la ricerca dell’ateneo di Castellanza.
In passato il concetto di retail era diverso da quello attuale. Un tempo i negozi si trovavano nelle grandi città. Oggi non è più così. Il motivo è semplice: si preferisce avere tutto il necessario a portata di mano e a poca distanza da casa. Le persone vogliono muoversi a piedi, facendo una passeggiata all’aria aperta, piuttosto che prendere la macchina e imbottigliarsi nel traffico della città. Un atteggiamento che, giocoforza, si riflette sugli stessi negozi e sulle loro strategie di business: “Ci sono punti vendita sempre più piccoli e, man mano che ci si avvicina al centro, se ne trovano in quantità maggiore – specifica Mauri –. Senza dimenticare l’aspetto degli acquisti online. Le spese via e-commerce sono aumentate del 10% nel periodo tra il 2018 e il 2022. Le spese via e-commerce ‘grocery’, ovvero quelle in negozi di alimentari o di prodotti casalinghi, sono cresciute dell’11%”.
A delineare il profilo del negozio del futuro è la ricerca svolta dall’Osservatorio Retail MarTech (R)Evolution della Liuc Business School di Castellanza, un hub che studia le trasformazioni del retail dal punto di vista delle tecnologie e della business intelligence
Si tratta di una nuova concezione della vendita al dettaglio. Ma quali sono i vantaggi rispetto al passato? In pochissimi minuti, a piedi o in macchina, si possono raggiungere diversi shop. “A Milano, se si cammina per 98 secondi, è possibile arrivare al primo negozio. Spostandosi nuovamente, se ne trovano ancora di più – informa la ricercatrice Chiara Mauri –. A Varese, invece, il tempo stimato è di 101 secondi a piedi prima di incontrare il primo punto vendita. Se ci si muove in auto, ne bastano 51 di secondi”. Secondo la media lombarda, servono 129 secondi a piedi e 68 in macchina prima di raggiungere uno shop. “A Varese, camminando per circa 10 minuti, si incontra un negozio. Se si guida tra i 10 e i 20 minuti, se ne trovano 24”. E cosa cercano esattamente i consumatori? “Tra i punti vendita preferiti ci sono i supermercati o ipermercati (46%), seguiti dai discount (24%) – specifica di nuovo Mauri –. Meno apprezzati sono invece i negozi di vicinati (13%) e quelli specializzati per acquisti mirati (17%)”.
Questa concentrazione degli spazi e degli spostamenti per acquistare prodotti di qualsiasi necessità porta le persone a cambiare frequentemente abitudini, a muoversi di più, anche tra un punto vendita e un altro. “Non è un caso che, sempre più spesso, in un supermercato sia possibile vedere un cliente con sacchetti di altri store”, precisa Mauri. Questo fenomeno di cambiamento culturale, in primis, ma anche di business, genera inevitabilmente una forte competizione tra negozi. Come combatterla? “Le strategie che i punti vendita stanno mettendo in campo per restare sul mercato sono diverse – conclude la ricercatrice Chiara Mauri –. Promozioni, offerte, sconti e sostegno degli acquisti online sono degli esempi. Servirebbe proporre o cambiare intelligentemente l’assortimento dei prodotti in base alle persone che frequentano determinate zone”.