Il futuro da scrivere della scuola

Ambienti e programmi didattici immersivi, che sanno andare oltre la tradizionale lezione frontale. La trasformazione delle classiche aule in spazi di studio digitali. Gli investimenti per progetti di

Ambienti e programmi didattici immersivi, che sanno andare oltre la tradizionale lezione frontale. La trasformazione delle classiche aule in spazi di studio digitali. Gli investimenti per progetti di contrasto al fenomeno dell’abbandono degli studi, partendo da un buon orientamento. Ma, soprattutto, la capacità di rispondere alle richieste di ragazzi e ragazze sempre più esigenti e con le idee chiare. Il suono della campanella dà il via ad un nuovo anno scolastico. A fare il punto è Giuseppe Carcano, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese 

‘‘I ragazzi ci stanno chiedendo qualcosa di nuovo e di diverso e gli Istituti del territorio, oserei dire, stanno rispondendo a tono”. Il nuovo anno scolastico 2023/2024 è al via. Giuseppe Carcano, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese, racconta i cambiamenti in atto nel mondo della scuola varesina, tra le richieste degli studenti, progetti innovativi e tanta tecnologia. 

Suona la campanella. Le aule si riempiono e un altro anno scolastico sta per iniziare. Ma i giovani come vorrebbero fosse la loro “scuola ideale”? 
I ragazzi e le ragazze di oggi sono decisamente attenti alla realtà e non sono per nulla indifferenti rispetto a quello che li circonda. Dobbiamo, noi adulti, fare lo sforzo di smetterla di generalizzare e incasellarli nella categoria dei Neet, ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno in cerca di un’occupazione che, pur esistendo, rimangono una minoranza. La scuola, dal canto suo, ha proprio lo scopo di valorizzare i talenti di ciascuno, anche attraverso indirizzi di studio personalizzati e ad hoc. Non è raro trovare, nei Licei e negli Istituti Tecnici e Professionali del Varesotto, corsi dedicati a tematiche sempre più attuali e di interesse per i giovanissimi. Esistono anche svariati percorsi quadriennali, in provincia di Varese, che prevedono la scelta di alcune discipline opzionali, come teatro, informatica e coro, ad esempio. In altre parole, la scuola non è impermeabile ai cambiamenti e agli stimoli che arrivano dall’esterno.

Cosa sognano di studiare i ragazzi e in quale maniera? 
Sono stati, di recente, rilasciati i risultati dell’edizione 2023 dell’indagine sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata ogni anno dall’Associazione Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard, con la collaborazione di Canale Scuola del Corriere della Sera. A rispondere è stato un campione di 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni. Il risultato? L’80,7% degli intervistati pensa che sarebbe utile introdurre nell’universo scolastico metodi e strumenti innovativi, basati sulle potenzialità offerte da Internet e dalle nuove tecnologie. L’86,6%, poi, vorrebbe che nelle scuole superiori il piano di studi potesse essere in parte personalizzato con alcune materie scelte dal singolo studente. Mentre tra gli argomenti di maggior interesse, che secondo i giovani andrebbero trattati in modo sistematico, ai primi due posti troviamo l’educazione sessuale (80%) e la sostenibilità e protezione dell’ambiente (79%).

Verrebbe da dire che non ci troviamo più di fronte a generazioni di giovani choosy, come più di dieci anni fa, l’allora Ministro del Lavoro Elsa Fornero definiva i ragazzi “schizzinosi” nei confronti del lavoro. 
Decisamente no. Il cambiamento in corso nel mondo della scuola, e di conseguenza nei suoi studenti, riflette, inevitabilmente, il mutamento della nostra società. Ci troviamo di fronte a trasformazioni oggettive, legate, ad esempio, alla denatalità, che ha ormai raggiunto il primo ciclo di istruzione, riducendo drasticamente il numero delle classi e con il conseguente grosso problema della sostenibilità economica del mantenimento del servizio di istruzione, diffuso in maniera capillare sul nostro territorio. C’è poi il progresso che corre veloce e che, spesso, mette in difficoltà i giovani, sempre più colpiti da diverse forme di disagio. Primi tra tutti quelli di natura psicologica, ancora legati alla pandemia da Covid-19. Eppure, la stragrande maggioranza dei ragazzi, nonostante tutte le difficoltà sopraelencate, desidera progettare il proprio futuro in maniera proattiva e realizzarsi nella vita. Anche e soprattutto attraverso un lavoro appagante e soddisfacente. I giovani oggi, molto più rispetto alle generazioni precedenti, hanno idee precise e determinate sul proprio futuro impiego. Si aspettano ambienti lavorativi con tempi concilianti con la vita privata e un welfare aziendale di livello, prerequisiti fondamentali in una società matura e in un territorio di benessere diffuso come quello della provincia di Varese. Ma i ragazzi guardano anche molto all’estero, ai Paesi europei e non solo, dove le dinamiche del lavoro sono avanzate e di ispirazione.

E quindi come sta cambiando la scuola, per stare al passo con un “pubblico” di studenti sempre più sul pezzo?
I ragazzi chiedono qualcosa di nuovo e di diverso e gli Istituti del territorio rispondono a tono, oserei dire. Le scuole della provincia di Varese, a tutti i livelli di istruzione, sono dotate di moltissima tecnologia, a partire dalle ormai diffusissime Lim, le Lavagne Interattive Multimediali, passando all’utilizzo di tablet e libri digitali, in sostituzione ai materiali più canonici. Ci sono, inoltre, diverse scuole che si stanno già muovendo nel campo della realtà virtuale e del metaverso, anche grazie all’utilizzo di visori per determinate attività. Sicuramente il Covid e la Dad (didattica a distanza, ndr.) hanno contribuito a scardinare la classicità delle lezioni frontali in aula, sfruttando la versatilità degli ambienti virtuali. Pian piano anche la scuola sta assimilando le novità e le sta mettendo a regime. Gran parte dei fondi del Pnrr per le dotazioni tecnologiche andranno investiti soprattutto nella ristrutturazione degli ambienti scolastici, creandone di nuovi e più creativi e immersivi. Anche sfruttando risorse importanti che, spesso, non vengono utilizzate come gli spazi esterni e i giardini. Sul tema dell’outdoor, ad esempio, è in programma un percorso di formazione dedicato specificatamente ai dirigenti scolastici.

Per quanto riguarda, invece, il tema della dispersione scolastica?
Di fronte ad un ragazzo che abbandona il proprio percorso formativo, viene da chiedersi cosa sia mancato. La risposta, purtroppo, nella maggioranza dei casi è da ricondurre ad un orientamento non andato a buon fine. Ed è per questo motivo che dedicheremo la seconda tranche di fondi del Pnrr specificatamente al tema dell’orientamento, visto proprio in funzione di barriera all’abbandono scolastico e al disagio giovanile. Stiamo investendo molto su questo aspetto, anche attraverso la formazione di orientatori che lavorino nelle scuole: l’obiettivo è orientare meglio per avere sempre meno casi di dispersione.  

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