Il Debate entra in università

Sviluppare non solo le abilità argomentative e di comunicazione degli studenti, ma anche le loro capacità di pensiero critico, di sintesi e di leadership. Ecco gli obiettivi della nuova

Sviluppare non solo le abilità argomentative e di comunicazione degli studenti, ma anche le loro capacità di pensiero critico, di sintesi e di leadership. Ecco gli obiettivi della nuova frontiera didattica aperta dalla LIUC – Università Cattaneo

Il Debate entra in aula attraverso le porte della LIUC – Università Cattaneo. Obiettivo? Dare ai laureati delle discipline economiche e ingegneristiche una marcia in più sul mercato del lavoro in termini non nozionistici, ma di approccio globale al lavoro grazie allo sviluppo di competenze argomentative e comunicative proprie di questo strumento didattico. Ma nelle parole del professor Federico Visconti, Rettore dell’ateneo di Castellanza, c’è molto di più: “Per noi ogni progetto di innovazione, come lo è questo, è un’assunzione di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, un investimento doveroso verso quella next generation che nelle nostre aule prepariamo perché affronti un mercato del lavoro in evoluzione continua. Oggi l’università non può fermarsi, deve essere in grado di innovare continuamente. Proporre uno strumento che aiuta lo sviluppo del pensiero critico va proprio in questa direzione: si tratta di uno dei tanti passi che vogliamo e dobbiamo continuare a fare per rispondere ai bisogni del mercato e alle mosse dei concorrenti”. 

DIDATTICA INNOVATIVA
Concretamente il debutto del Debate avverrà da questo anno accademico 2020/2021, con l’inserimento di un lecturer (docente) a partite da ottobre con laboratori nelle scuole di ingegneria ed economia per lo sviluppo di abilità critico-argomentative e comunicative, fondamentali ad affrontare contesti organizzativi complessi come quelli aziendali. Diffusissimo all’estero (in Italia lo è solo da qualche anno nelle scuole superiori), il Debate entra dunque a fare parte del progetto formativo ed educativo della LIUC, in linea con l’orientamento alla sperimentazione dell’ateneo e si aggiunge al percorso “life skills in action”, alle proposte di didattica esperienziale e ai laboratori con le imprese già garantiti dall’università ai propri iscritti. La LIUC – Università Cattaneo in questa nuova sfida ha scelto di avere al suo fianco la Fondazione Merlini, da anni impegnata nella diffusione del Debate in Italia quale opportunità per accrescere le competenze dei giovani in termini di partecipazione e di cittadinanza attiva, di pensiero autonomo e divergente, di analisi e di sintesi, di lavoro in team e nel contempo di leadership condivisa, di interazione intelligente ed elegante con il proprio interlocutore.
“Ringrazio la Fondazione Merlini, partner autorevole nel favorire la pratica del Debate in Italia, per il prezioso supporto progettuale fornito. Questa ulteriore offerta curriculare ed extracurriculare posiziona la LIUC in modo innovativo e distintivo rispetto ad altri atenei italiani”, annota il Presidente Riccardo Comerio, fermamente convinto della valenza dell’iniziativa. “Crediamo sia compito anche dell’università, e non solo della Scuola Secondaria di Secondo Grado, portare avanti, nel tempo, la crescita delle capacità argomentative e di apprendimento degli studenti. Svincolarsi da convinzioni assunte in maniera acritica, saper prendere decisioni razionali a fronte di ragionamenti validi e delle implicazioni etiche che ogni scelta comporta, sono aspetti fondamentali nella formazione dei giovani che saranno futuri manager, economisti e ingegneri. I quali non possono certo prescindere dal possedere un pensiero critico e dall’essere cittadini responsabili”.

VISIONE CRITICA E ABILITÀ ARGOMENTATIVA
A vivere l’introduzione di questo strumento saranno sia gli studenti del corso di ingegneria che quelli di economia. Due profili differenti per i quali, però, il Debate rappresenta un plus in termini formativi e di ingaggio nel mondo del lavoro. Si tratta infatti di rafforzare le loro hard skill con pratiche esperienziali connesse con le situazioni complesse che affronteranno nel mondo del lavoro e nel contesto internazionale, integrando la dimensione tecnica con quella etica. “Lo scorso anno – spiega il professor Michele Puglisi, Direttore del Centro Linguistico dell’ateneo – abbiamo sperimentato il Debate in inglese con i nostri studenti guidati dai docenti madrelingua. Nel sistema anglosassone questa metodologia costituisce infatti un pilastro della formazione e favorisce le capacità critiche e argomentative. In prospettiva, credo sarà dunque interessante proseguire su questa strada anche in lingua inglese, persino pensando alla nascita di una LIUC Debating Society che veda il contributo anche degli studenti Erasmus”. A spiegare le ricadute concrete del Debate sulla formazione dei futuri laureati è la professoressa Raffaella Manzini, Direttore della Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC: “La figura dell’ingegnere è molto apprezzata sul mercato del lavoro, soprattutto quella dell’ingegnere gestionale: la sua forte connotazione tecnica e di confidenza con le tecnologie si arricchisce in questo modo con un approccio critico, utile nel prendere le decisioni ponderandone tutte le conseguenze e le ricadute, comprese quelle di tipo etico. Un approccio multidimensionale alle decisioni, che va ben al di là, ad esempio, delle considerazioni sull’efficienza di un macchinario o di un processo, per toccare le implicazioni sulle persone che lavorano in quel contesto e le conseguenze in termini di sviluppo sostenibile”. 

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