Il cuore oltre le sbarre
La Grassi Spa di Lonate Pozzolo, azienda del Presidente di Confindustria Varese, è pronta a far partire una linea di confezione di abbigliamento nel carcere di Busto Arsizio
La Grassi Spa di Lonate Pozzolo, azienda del Presidente di Confindustria Varese, è pronta a far partire una linea di confezione di abbigliamento nel carcere di Busto Arsizio. Un progetto avviato con la Direzione della Casa Circondariale che sta coinvolgendo 12 detenuti in un corso di formazione per operatori del settore tessile. Inizialmente ne verranno assunti almeno 2. Per gli altri, il rilascio di un attestato da poter spendere in percorsi di reinserimento sociale
Sono 12 i detenuti del carcere di Busto Arsizio che prima di Natale hanno iniziato, e nei prossimi giorni termineranno, un corso di formazione di 140 ore per imparare il mestiere di operatore dell’abbigliamento. Di questi, almeno 2 verranno assunti dall’azienda tessile Grassi Spa Società Benefit pronta ad avviare all’interno della Casa Circondariale un laboratorio di confezionamento. Gli altri otterranno comunque un attestato di frequentazione che potranno spendere nei propri percorsi di riabilitazione. È questo il primo risultato della convenzione sottoscritta a metà ottobre 2024 dalla Direzione dell’istituto carcerario bustocco e dalla Grassi Spa, storica impresa di Lonate Pozzolo attiva da 100 anni nella produzione di abbigliamento tecnico, professionale, antinfortunistico, per le forze dell’ordine e sportivo.
“Per la nostra azienda – spiega il Presidente della Grassi Spa, Roberto Grassi – è una tappa fondamentale nel percorso che ci ha portato, un anno fa, a trasformarci in Società Benefit. Siamo estremamente convinti che l’impresa debba saper creare valore non solo economico per le proprie comunità di riferimento. Vogliamo essere strumento di inclusione. Poco importa, in questa fase, la sostenibilità finanziaria del progetto. Questa arriverà con il tempo. Oggi è importante gettare il cuore oltre gli ostacoli, anzi oltre le sbarre, per dare ai detenuti, attraverso il lavoro, un’opportunità di riscatto personale e di reinserimento nella società”.
La convenzione si inserisce all’interno del più ampio “Protocollo d’intesa per promuovere e sostenere il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute e in esecuzione penale esterna” fortemente voluto dal Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello e siglato dagli enti, le organizzazioni sindacali e le Associazioni imprenditoriali del territorio, tra cui Confindustria Varese. Ciò anche alla luce dei dati statistici che mettono in evidenza come il rischio di recidiva tra i detenuti non coinvolti in percorsi di reinserimento lavorativo sia pari a circa il 70%. Percentuale che crolla al 2% nelle persone a cui vengono offerte concrete opportunità di formazione e impiego. Per il Prefetto Pasquariello il progetto portato avanti nel carcere bustocco dalla Grassi Spa, azienda del Presidente degli industriali varesini, è “la dimostrazione dell’attenzione delle istituzioni per questi temi. Siamo in tanti ad avere rispetto per la storia e la vita di questi detenuti e crediamo in quello che possono essere e fare quando usciranno da questa Casa Circondariale”. In tale visione è, per il Prefetto Pasquariello, fondamentale non dimenticare ciò che recita l’articolo 4 della Costituzione: “Ciascuno deve svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale. Questo vale anche per i detenuti una volta scontata la propria pena. Hanno tanti diritti che, insieme alla loro dignità, vengono sempre più riconosciuti, ma hanno anche loro il dovere, come cittadini, e devono esserne sempre più consapevoli, di dare un aiuto alla comunità in cui vivono e a quella società che darà loro una mano, ma con il loro stesso concorso, con la loro volontà, con la loro determinazione”.
Il corso di formazione
Il corso di formazione per operatore dell’abbigliamento, attivato anche grazie all’utilizzo di fondi regionali, è stato dato in gestione ad Acof Olga Fiorini ed è partito con le prime lezioni concentratesi sulle tematiche della sicurezza sul lavoro. Da qui si è passati alla teoria con i primi incontri introduttivi sulla conoscenza delle macchine, il corretto utilizzo dei macchinari e la gestione dei tessuti. Infine, la parte pratica con le esercitazioni nella realizzazione di shopper bag, la costruzione di pantaloni, l’upcycling (riutilizzo) di lenzuola e federe di cuscini. Sono 12 i detenuti coinvolti. Obiettivo: trasformarli in operatori di settore in grado di portare avanti le varie fasi del taglio e della confezione per la realizzazione di indumenti. Personale dalle competenze specifiche riguardanti varie fasi della produzione industriale tessile, tra cui, il corretto uso delle macchine da cucire in base ai diversi tipi di tessuto, la padronanza della terminologia tecnica, l’etichettatura dei capi, lo stiro nelle varie fasi di lavorazione, il controllo e la pulizia dei prodotti finiti. “Poter sviluppare competenze professionali in un contesto di potenziamento dell’inclusività è per noi molto importante”, commenta il responsabile formazione di Acof, Sergio Scaltritti: “Siamo certi che questo primo corso possa essere l’inizio di un percorso più lungo”.
L’avvio del laboratorio
La formazione terminerà in questi giorni, dopo di che si aprirà la fase di selezione con i colloqui volti all’individuazione di almeno 2 prime assunzioni che la Grassi Spa effettuerà con l’applicazione del Contratto Nazionale di settore e la possibilità di accedere ai benefici della Legge Smuraglia: fino a 520 euro mensili erogati come crediti d’imposta e la riduzione del 95% di aliquota contributiva. Nel frattempo, il laboratorio è stato dotato, attraverso investimenti della Grassi Spa, di tutta l’attrezzatura necessaria, tra cui 6 macchine da cucire, altri 3 macchinari e tavoli per il taglio. L’obiettivo è partire con la produzione già nei prossimi giorni. All’inizio l’attività che la Grassi gestirà all’interno del laboratorio, con il supporto del proprio personale e degli ex dipendenti dell’Associazione Amici della Grassi, sarà quella della realizzazione di shopper bag, sacche in stoffa porta cataloghi, realizzate con scarti di lavorazione della stessa azienda, in ottica di economia circolare. Ogni ulteriore evoluzione verrà introdotta di volta in volta in base al livello professionale raggiunto dalle persone assunte. Ciò anche in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale e a supporto di alcune carenze del carcere stesso. È allo studio, ad esempio, la realizzazione di una linea di abbigliamento come primo kit per i detenuti che arrivano senza cambio indumenti. Non delle divise carcerarie, ma veri e propri abiti casual realizzati attraverso il riutilizzo di tessuti della Grassi, sempre in coerenza con la logica della simbiosi industriale.
Il Prefetto Salvatore Pasquariello: “Siamo in tanti ad avere rispetto per la storia e la vita di questi detenuti e crediamo in quello che possono essere e fare quando usciranno dal carcere”
“Formazione e lavoro – commenta il Direttore del carcere di Busto Arsizio, Maria Pitaniello – costituiscono il principale strumento per restituire dignità e offrire opportunità di riscatto alle persone detenute, così come previsto dalla Costituzione. Confidiamo che questa iniziativa funga da volano per avvicinare sempre di più il territorio al pianeta carcere e alle sue risorse. L’auspicio è che il laboratorio sia un punto di partenza per creare altre opportunità lavorative interne ed esterne”. Ad oggi, a fronte di circa 400 detenuti nella Casa Circondariale di Busto Arsizio, sono circa 140 quelli impegnati in attività lavorative alle dipendenze dell’Amministrazione e di datore di lavoro esterno nella cioccolateria. “Nel 2024 abbiamo organizzato 23 corsi di formazione con un impegno di 225 detenuti”, chiosa il Direttore.
Nella veste di Presidente di Confindustria Varese, Grassi sottolinea: “Il sostegno al Protocollo proposto dal Prefetto per la nostra Associazione datoriale non è un semplice atto istituzionale dovuto, ma un gesto concreto di coerenza con un percorso che avevamo già avviato all’interno del Piano Strategico #Varese2050 e del Social Progress Index Varese, strumenti con cui puntiamo ad aumentare l’attrattività del sistema varesino, anche attraverso un’industria più inclusiva a 360 gradi”. Anche per questo Confindustria Varese ha supportato attivamente Grassi Spa in questo progetto che “è allo stesso tempo scalabile attraverso il coinvolgimento di altre imprese tessili (a cui stiamo lavorando) e, auspichiamo, replicabile da realtà di altri settori”.