Il costruttore del Novecento

Al Castello di Masnago una mostra ricorda la figura di Antonio Bassanini, imprenditore e galantuomo, che con grande capacità di innovazione e genio ha saputo cambiare il volto del settore dell

Al Castello di Masnago una mostra ricorda la figura di Antonio Bassanini, imprenditore e galantuomo, che con grande capacità di innovazione e genio ha saputo cambiare il volto del settore delle costruzioni in Italia, lasciando in eredità storici edifici e scegliendo Varese come luogo dell’anima

Una mostra al Castello di Masnago, visitabile fino al 4 febbraio 2024, e un libro biografico edito da Silvana Editoriale nel 2019, ricordano il costruttore Antonio Bassanini (1899-1997), figura eminente dell’imprenditoria e borghesia lombarda che ha contribuito a trasformare l’Italia in un importante Paese industriale. E che con Varese e la vicina Svizzera ebbe sempre profondi legami. L’evento, seguito alla prima rassegna all’ADI Design Museum Milano, promosso dagli eredi di Bassanini, in partenariato con il Comune di Varese e in collaborazione con Ance Varese e Associazione Amici di Piero Chiara, offre anche la possibilità di consultare il ricco archivio, racconto a sua volta dell’uomo e del costruttore.  

Se la professione poneva il personaggio tra i maggiori imprenditori della grande Milano e della terra lombarda del suo tempo, quella dello sviluppo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale prima e della ricostruzione poi, le doti dell’uomo, il coraggio e l’onestà, lo segnalarono tra le anime nobili di non sempre facili momenti storici. Quando non solo le qualità professionali, ma anche e soprattutto quelle umane facevano la differenza. Gli capitò più volte di rifiutare le minacciose proposte di lavoro offerte dal governo tedesco, ben accette invece a tanti suoi concorrenti senza scrupoli, titolari di imprese anche dai nomi altisonanti, arricchitesi proprio in grazia di una scarsa coscienza morale. A guerra finita, racconta lo stesso Bassanini nelle sue memorie, i concorrenti si trovarono più ricchi e pronti ad assumere nuovi appalti, anche perché ben si guardavano dal dichiarare il loro collaborazionismo. Il che non gli impedì di riuscire di nuovo a essere tra i migliori, e certo i più degni, costruttori del Paese. La sua lunga attività ha lasciato opere e realizzato lavori in tutto il Paese in anni di cambiamenti, di criteri edili e stili architettonici, che lo trovarono sempre pronto.

Nel video in mostra curatori e familiari ricordano come fosse passato dal mattone al calcestruzzo, primo ad usarlo, diversificandosi sempre per la qualità del lavoro offerto. Né mancò di occuparsi della ristrutturazione o edificazione di edifici di uso sociale e di chiese. A queste ultime, da buon cristiano e vero uomo di fede, dedicò un alto impegno professionale. L’architettura innovativa della Chiesa della Madonna dei Poveri a Baggio e Santa Maria Nascente, progettata da Magistretti, fu un esempio di risposta alle nuove richieste che arrivavano.    Figlio di una famiglia semplice, di Rosate, titolare di una piccola impresa casearia, Bassanini, orfano del padre in tenera età, si dedicò presto al lavoro e allo studio. Cresciuto professionalmente al Politecnico accanto ad Arturo Danusso, si mise in proprio nel 1920. La sua impresa arriverà nel tempo ad avere fino a 3.000 dipendenti su 20 cantieri. E gli sarà chiesto negli anni di assumere importanti incarichi in Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Assimpredil e Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).

Tra le sue qualità manageriali furono l’ottima organizzazione d’insieme, la scelta dei migliori collaboratori, la qualità dei materiali e l’attenzione perenne alla solidità della ditta e agli sperperi che ne avrebbero potuto mettere a rischio la salute. Raccomandava agli stessi familiari una vita parsimoniosa, condotta nella massima semplicità, per non dover cadere nel rischio dell’indebitamento come tante imprese edili. E non chiedeva niente per se stesso. Semplice nel vestiario e nelle esigenze personali, usava sempre una vecchia macchina per recarsi nei cantieri e per muoversi nei brevi tragitti. Il lavoro era in cima ai suoi pensieri. Ricordano in famiglia che lavorava giorno e notte, correndo da un cantiere all’altro, di città in città. Nelle sue mani si concentrava un’eccezionale organizzazione di uomini e macchinari. Questi erano dallo stesso fatti progettare, quando si trovava di fronte a lavori nuovi o particolarmente impegnativi. Lo raccontano le immagini nella prima sala della mostra, dove si incontrano anche le novità meccaniche introdotte da Bassanini per la realizzazione delle nuove autostrade italiane. Sul piano professionale usò sempre i migliori materiali per i suoi edifici, facendo largo uso del calcestruzzo. Realizzò qualunque tipo di edificio, dai grandi stabilimenti, agli ospedali come il Sacco e il Policlinico Gemelli, alle chiese

Furono suoi collaboratori i migliori tra gli architetti come Adolfo Zocchi, Piero Portaluppi, Gio Ponti e Muzio (edificio Domus Adele). Ma ebbe il piacere di lavorare in un secondo tempo anche con Mattioni, Caccia Dominioni, Magistretti, Figini e Pollini, Asnago e Vender. Operava contemporaneamente con più cantieri dimostrando la sua capacità imprenditoriale in ogni aspetto dell’attività esercitata, creando la massima cooperazione e armonia tra piano progettuale architettonico e costruzione. E realizzando veri capolavori che ancora fanno ricca Milano e altre città d’Italia. La mostra si svolge sui due livelli espositivi del Castello di Masnago, sviluppando 7 sezioni tematiche fondamentali. La prima è dedicata alla biografia, con lettere e oggetti personali, memorie dattiloscritte, medaglie e riconoscimenti di Casa Savoia che attestano il tanto impegno e lavoro legati alla sua lunga attività imprenditoriale. Al piano superiore del castello è invece il regesto delle opere che mostrano l’intera attività produttiva di Bassanini fino al ‘70. Una postazione interattiva consente inoltre di vedere da vicino le costruzioni realizzate in Italia, corredate da fotografie e informazioni di sintesi. Mentre un video biografico nella quarta sezione, con filmati di interviste ai curatori, illustra al meglio il cammino intenso e il lavoro di un uomo competente e onesto nel rapporto interpersonale e lavorativo, proprio di chi a lavoro e professione dedicava tutto se stesso. Particolarmente interessanti anche le numerose notizie e immagini legate al Palazzo dell’Eur di Roma, nella quinta sezione. 

Il perché di aver portato la mostra a Varese, già allestita in passato, va ricercato nella felice frequentazione che Bassanini e la sua famiglia ebbero, e ancora oggi hanno, con la nostra città, quando nel ‘38 decise di costruire una villa di delizia nella località di Sant’Ambrogio Olona. La dimora, ancora oggi di proprietà della famiglia, affacciata con il parco su di uno splendido panorama, offrì poi sicuro rifugio alla stessa durante la guerra. E particolarmente nei periodi in cui Milano fu sventrata dai pesanti bombardamenti. Bassanini trasferì a Sant’Ambrogio Olona anche gli uffici e fu in grado, ricorrendo a capacità organizzative sue e dei monsignori Vittore Maini e Ambrogio Trezzi, di ospitare alcuni perseguitati del regime, soprattutto ebrei, destinati a morte certa nei campi di sterminio. La vicinanza con la Svizzera permetteva l’espatrio e questo servì alla salvezza di molte persone. Fu poi la delazione di una dipendente a interrompere la possibilità di mettere in salvo altre vite. Ma la gratitudine e l’esempio dimostrato in quell’occasione sono rimaste nel cuore di chi sa. Non è dunque un omaggio qualunque quello che merita una così nobile figura di imprenditore, votato al bello e al buono. Visse gli ultimi anni della sua vita in Varese, dopo la buia parentesi dei rapimenti negli anni ‘80 che lo costrinse a rifugiarsi oltreconfine. Appena le condizioni lo consentirono rientrò a Varese, dove si spense il 16 dicembre 1997 nella sua bella casa, ancora oggi amata residenza di famiglia. 

Nella foto di apertura, lo stabilimento industriale della VeDeMe, di proprietà delle famiglie Venegoni De Capitani e Menni, in via De Sanctis 26 a Milano, su progetto dell’Arch. Augusto Alpago: attualmente completamente ristrutturato.

Antonio Bassanini costruttore del Novecento 

A cura di Chiara Bassanini, Giovanna Franco Repellini e Andrea Strambio De Castillia 
  
Dal 10 novembre 2023 al 4 febbraio 2024
Castello di Masnago, Varese
Dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Ance Varese 
Via Cavour 32, Varese 
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Su appuntamento (Tel. 0332 830030)  

Patrocinio di Archivio del Moderno, Università della Svizzera Italiana, Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di Varese, Confindustria Varese, Ordine degli Architetti di Varese, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Varese, UCID Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti

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