“Il canto non è un di più”
“Il canto non è un di più.” Così si esprimeva Mauro Luoni a margine della presentazione del volume da lui curato, Monasteri Fruttuariensi nel Seprio, una delle prezios
“Il canto non è un di più.” Così si esprimeva Mauro Luoni a margine della presentazione del volume da lui curato, Monasteri Fruttuariensi nel Seprio, una delle preziose e appassionate collaborazioni con l’amico editore Pietro Macchione nel 2013. Un messaggio, quello del direttore di Varesefocus, da poco scomparso, riferito alla sua grande passione per il canto liturgico e per la storia locale. “E’ stretta la connessione” sottolineava “tra monasteri e musica non fosse altro perché Guglielmo da Volpiano fondatore di Fruttuaria, era un grande sostenitore del canto liturgico: dovunque andasse si raccomandava che il canto gregoriano venisse coltivato ed eseguito con cura.”
Badia di Ganna, Monastero di Voltorre, il monastero femminile di Caronno Pertusella, la chiesa di San Sepolcro a Castiglione Olona: in un volume dedicato ai Monasteri Fruttuariensi, musica, storia, architettura, territorio e regola. Le passioni di Mauro Luoni che vogliamo ricordare con queste righe
Ma come questa storia si lega con il nostro territorio? Il volume racconta del ritrovamento alla Badia di Ganna di un antifonale ambrosiano. Curiosa la coincidenza della valorizzazione del documento: a Luoni e al suo gruppo vocale Antiqua Laus si deve il precedente ritrovamento, la traduzione (anche chi vi scrive ha collaborato, solo per sottolineare il valore affettivo e di squadra ndr) e la messa in musica di un codice manoscritto del XVIII secolo, ritrovato presso la parrocchia di Coarezza, frazione di Somma Lombardo, per la liturgia solenne per la festa di San Sebastiano.
Anche quest’ultimo volume – arricchito da un cd con l’esecuzione degli Antica Laus e contributi di Alfredo Lucioni, padre Benigno Comolli, Raffaella Ganna e Alessandro Riganti – parte da un antico manoscritto liturgico di rito ambrosiano dalla data incerta: l’antifonale della Badia. Il valore è quello di restituire al pubblico questo repertorio accompagnando in un viaggio in cui musica, architettura e storia si fondono in un testo che cerca di riannodare i fili di una cultura antica attraverso il contributo di numerosi studiosi.
Il libro accompagna il lettore in un viaggio in cui musica, architettura e storia si fondono in un testo che cerca di riannodare i fili di una cultura antica attraverso il contributo di numerosi studiosi
“C’è un legame intimo tra storia e musica – raccontava Luoni – ma si nota anche una diffusa attenzione al suono nell’architettura stessa. Man mano che i monasteri crescevano, diventando a volte vere e proprie cattedrali, emergeva la necessità di capire come la voce potesse arrivare a tutti”.
“La parte musicale – spiegava Alfredo Lucioni, insigne medievalista, docente dell’Università Cattolica – è pezzo forte di questo recupero che racconta di una affascinante storia collocandosi nettamente nel contesto territoriale”. Fruttuaria era un gruppo di monasteri con particolare ordine e vita religiosa. L’abbazia omonima viene fondata nel comune di San Benigno Canavese, vicino a Chivasso, poco dopo il Mille da Gugliemo da Volpiano, nato ad Orta San Giulio, curiosamente una delle poche personalità contemporanee cui può attribuire una data di nascita precisa perché coincidente un assedio importante. Guglielmo incontra l’Abate di Cluny, lì si trasferisce e impara a vivere alla maniera cluniacense: monachesimo benedettino ma rivisitato. Viene poi invitato a riportare a casa questa sua esperienza e a fondare un monastero in terra di famiglia. Da esperto nel riformare, ma non nel formare da zero, si mette alla prova fondando un’Abbazia e immettendo quello che aveva imparato.
Raccontava Luoni: in questi luoghi “c’è un legame intimo tra storia e musica, ma si nota anche una diffusa attenzione al suono nell’architettura stessa”
Ma veniamo a “noi”. “L’ordine fruttuariense – spiega Alfredo Lucioni nel volume – nell’area del Seprio lascia quattro insediamenti importanti: la Badia Ganna, appunto, il monastero di Voltorre, il monastero femminile di Caronno Pertusella, la chiesa di San Sepolcro a Castiglione Olona, dove esisteva una cappella poi rasa al suolo per iniziativa del Cardinal Branda per lasciar posto alla Chiesa di Villa”.
Musica e architettura, storia e territorio e qualche mistero per cultori – che lo rende una sorta di unicum per gli studiosi – nel volume. “L’antifonario di Ganna – sottolinea Alessandro Riganti, direttore del coro – ha una particolarità molto singolare: pur dovendo servire al servizio liturgico di una comunità benedettina, che esegue il rito romano, riporta brani di liturgia cantata secondo il rito ambrosiano».
Forse profano, sicuramente poco medievale, un consiglio per chi volesse approfondire o semplicemente lasciarsi emozionare: su Youtube trovate brani eseguiti dagli Antiqua Laus e, in particolare, la presentazione del volume con intermezzi musicali. In fondo “il canto non è un di più.”