Il cantiere dell’innovazione
Networking con Università, centri di ricerca e cluster. Matching tra aziende. Monitoraggio delle strategie europee tramite la delegazione di Confindustria a Bruxelles. Analisi delle sfide per
Networking con Università, centri di ricerca e cluster. Matching tra aziende. Monitoraggio delle strategie europee tramite la delegazione di Confindustria a Bruxelles. Analisi delle sfide per filiere. Diffusione della cultura dell’Open Innovation: queste alcune delle attività portate avanti da Confindustria Varese per un nuovo ecosistema tecnologico
Un territorio dal grande patrimonio manifatturiero, come quello varesino, per poter essere considerato innovativo e dinamico, deve possedere due requisiti: da un lato, avere capacità brevettuale, dall’altro, orientarsi al futuro attraverso la nascita di nuove startup o piccole e medie imprese innovative. In questo contesto, Varese conferma il proprio posto (76esimo) rispetto all’anno scorso. Se si considera il 2022, invece, la provincia è cresciuta di 4 posizioni. Per quanto riguarda la propensione alla protezione dell’innovazione e, quindi, di tutela della conoscenza attraverso la registrazione di marchi, brevetti e disegni industriali, il Varesotto guadagna terreno, ma resta comunque in 79esima posizione. Rispetto alla classifica di trend (per questa dimensione calcolata sugli ultimi 20 anni, dal 2002 al 2022), la provincia si trova, infatti, solo all’82esimo posto. È questo il quadro delineato dall’ultima edizione dell’Indice del Fermento Imprenditoriale realizzato per Confindustria Varese, dal think tank Strategique e con il supporto scientifico dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo. Un andamento non particolarmente brillante, che ha spinto l’Associazione a lavorare per la costruzione di un ecosistema dell’innovazione in grado di rilanciare la competitività del territorio. Non solo nascita di nuove imprese e diffusione di una cultura della brevettazione. Ma anche attrazione di investitori e capitali a supporto: questi gli obiettivi che l’Area Ricerca e Innovazione, in stretta sinergia con l’Area Digitalizzazione di Confindustria Varese, porta avanti come concreta attuazione di una delle linee strategiche di #Varese2050.
“Per fare innovazione bisogna innanzitutto saper lavorare insieme – afferma Luca Donelli, Vicepresidente di Confindustria Varese –. È di fondamentale importanza creare collaborazioni con Centri di Ricerca, Enti e Università. Inoltre, serve costruire una comunità di imprenditori ed innovatori che sappia coinvolgere anche le aziende più piccole delle filiere. Il sistema innovativo varesino si rafforza solo se ha a disposizione ed utilizza un set di strumenti a supporto delle diverse fasi del processo di innovazione”. La parola d’ordine è: networking. Matching tra aziende per opportunità di sviluppo. Monitoraggio delle strategie europee tramite la delegazione di Confindustria a Bruxelles. Analisi delle sfide innovative per filiere. Diffusione della cultura dell’Open Innovation. Sono alcune delle opportunità messe a disposizione delle imprese varesine dalla Confindustria locale. Sono diverse, inoltre, le iniziative già avviate. Una, per esempio, riguarda il tema della brevettazione: “Knowledge Share è la più grande piattaforma brevettuale italiana per lo scouting di tecnologie provenienti dal mondo della ricerca pubblica, messe a disposizione degli industriali – continua il Vicepresidente Donelli –. In questo modo, un’azienda interessata ad innovare un proprio prodotto o servizio può verificare l’esistenza di brevetti già disponibili, entrando direttamente in contatto con gli inventori. Sono fiducioso che questo strumento possa consentire a tante realtà del territorio di accelerare il proprio percorso di sviluppo e sia in grado di valorizzare la ricerca pubblica con opportunità di applicazione concrete”.
Progetti europei, bandi e finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo sono altri aspetti di forte interesse per le realtà manifatturiere. Oltre all’apertura verso l’orizzonte europeo, grazie alla stretta collaborazione con l’ufficio confindustriale a Bruxelles, che rappresenta un’occasione preziosa per ampliare la capacità innovativa, la vocazione internazionale, la visibilità e la credibilità delle imprese. Confindustria Varese, infatti, porta avanti una campagna di sensibilizzazione e orientamento sulle opportunità per l’innovazione finanziata a livello locale, nazionale ed europeo oltre a partecipare attivamente a progetti di ricerca e innovazione su tematiche rilevanti per il territorio e il tessuto imprenditoriale e a offrire supporto nella scrittura e presentazione di progetti sui vari bandi messi a disposizione della Regione, così come dalla Ue o dal Governo italiano. Un fronte d’impegno locale portato avanti in stretta sinergia anche con il Sistema nazionale di Confindustria, con iniziative e attività per sensibilizzare, sempre di più, le realtà manifatturiere di tutta Italia. Come spiega Andrea Bonfanti, nel suo doppio ruolo di Presidente della Piccola Industria di Varese e Vicepresidente della Piccola Industria di Confindustria con delega a Innovazione, Ricerca e Sviluppo: “A livello nazionale c’è grande interesse verso il tema dell’Intelligenza Artificiale e delle sue applicazioni nelle aziende per ottimizzarne ed efficientarne i processi produttivi. Dal risparmio energetico all’utilizzo dei macchinari, fino alle risorse impiegate negli investimenti”.
È importante costruire una rete stretta di competenze e fare sistema, “rafforzando il legame lungo tutta la filiera per continuare ad essere competitivi sui mercati internazionali. Nel 2023 e anche quest’anno sono stati organizzati da Piccola Industria nazionale dei roadshow che, coinvolgendo le Confindustrie dei vari territori, hanno dato parola ad imprenditori di diverse realtà per raccontare le proprie esperienze sugli investimenti 4.0, sulla gestione dei dati e sull’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nei propri processi produttivi – racconta Bonfanti –. Abbiamo riscontrato dei risultati di partecipazione molto positivi. È indispensabile trasferire di azienda in azienda il know-how innovativo delle eccellenze manifatturiere presenti in Italia. Per le piccole e medie imprese, sicuramente, è un percorso più lungo e complicato. Servono strumenti concreti da poter scaricare a terra”.
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