Foliage varesino, tra tradizioni e biodiversità

Che si tratti di aceri campestri, castagni o faggi, di tappeti di piccoli fiorellini color lavanda o ancora di impervi sentieri da percorrere in mountain bike, nel mese di autunno la provincia di Var

Che si tratti di aceri campestri, castagni o faggi, di tappeti di piccoli fiorellini color lavanda o ancora di impervi sentieri da percorrere in mountain bike, nel mese di autunno la provincia di Varese sfoggia le sue mille sfumature di rosso e di arancio.  Una gioia per gli occhi, ma soprattutto per il cuore

Il termine “foliage” indica in italiano lo spettacolo autunnale delle foglie che cambiano colore. La parola “foliage” è francese, ma la moda e il concetto provengono soprattutto dal nord America, dove i boschi del Canada e la parte più settentrionale degli Stati Uniti regalano un panorama particolarmente suggestivo di foglie rosse e oro. In Europa, diversi paesi non hanno un corrispettivo termine nella loro lingua, pur avendo luoghi meravigliosi dove poterlo osservare.  La provincia di Varese non è da meno e al suo interno ospita aree verdi che regalano scenari emozionanti in questo periodo. A partire dal capoluogo, detto non a caso la Città Giardino. Una delle bellezze di Varese è proprio quella di riuscire a scandire il passare delle stagioni e le caratteristiche di ognuna di loro, nonostante sia una città. Questo grazie ai suoi parchi, in primis i Giardini Estensi e alle sue ville e giardini storici che in questo mese cambiano colori e fogliami. Per tuffarsi nella magia del foliage autunnale e comprendere di persona quanto un giardino all’italiana possa diventare romantico in questo periodo, quindi, prima tappa ai Giardini Estensi in centro città. Culla di alberi centenari e biodiversità, ospitano diverse essenze che sanno catturare il visitatore in autunno. Dall’acero campestre, al castagno, al faggio, passando per il corniolo da fiore, che porta un tocco di foliage nordamericano e della sua magia anche qui. Questo arbusto, che può raggiungere un’altezza di 3-4 metri, infatti, proviene dalle regioni orientali del nord America, viene coltivato per la bella fioritura in maggio, costituita da capolini di piccoli fiori circondati da 4 brattee bianche o rosa, seguiti da bacche rosse in autunno, quando le foglie assumono una colorazione rosso scarlatta. 

La fioritura del brugo nel Parco del Ticino
L’inizio dell’autunno offre anche uno spettacolo speciale in una delle aree più caratteristiche del sud della provincia: la brughiera. “In autunno nel Parco del Ticino si può ammirare la fioritura del brugo”, spiega Gabriella Pedranti che gestisce con dei soci il Centro Parco Ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, a Tornavento (VA) di proprietà del Parco del Ticino.
La brughiera di Malpensa in autunno si ricopre di un tappeto color lavanda di piccoli fiorellini disseminati per la pianura. È il brugo, appunto, una pianta tipica ma rara in Italia, a parte qualche altra zona circoscritta in Piemonte e Brianza. Il brugo (Calluna vulgaris) è di certo l’essenza più caratteristica dell’area, spesso legata alle attività contadine del passato, con cui un tempo si producevano scope. “Un’altra zona particolarmente affascinante in questo periodo per il fogliame colorato è quella del Bosco del Vigano”, precisa ancora Pedranti. Il Vigano, Sito di Interesse Comunitario, si snoda nella zona di Somma Lombardo verso il fiume Ticino. L’area è ricca di percorsi di visita indicati nelle Vie Verdi, dove ammirare piante ad alto fusto come il pino silvestre, la quercia farnia e la quercia rossa, che si alternano al castagno e a latifoglie esotiche. Il rosso del foliage e i colori caldi dell’autunno si riflettono sulle acque dei canali lungo il Fiume Azzurro, regalando alle acque nuovi colori e giochi di riflessi. Non a caso l’intero mese di ottobre tra questi boschi a ridosso di canali e brughiera, si organizzano diversi eventi per scoprire la bioadiversità locale. Alla scoperta del fascino del canale Villoresi in autunno e della biodiversità che lo contraddistingue, il Centro Parco Ex Dogana organizzerà un evento, il 31 ottobre, per vivere il tramonto in queste zone speciali. 

La brughiera di Malpensa in autunno si ricopre di un tappeto color lavanda di piccoli fiorellini disseminati per la pianura. È il brugo, una pianta tipica ma rara in Italia, a parte qualche altra zona circoscritta in Piemonte e Brianza

Trekking, sentieri e mountain bike tra il foliage
Silvano Moroni, guida Escursionistica, guida Nazionale di Mountain Bike, Istruttore Nazionale e formatore Internazionale di Nordic Walking, esperto anche di alpinismo e trail running, ha percorso in lungo e in largo e in ogni stagione la provincia di Varese e ci svela i luoghi secondo lui da non perdere in questo periodo. “Il nord della provincia e il parco del Campo dei Fiori meritano di essere conosciuti e percorsi anche quando cadono le foglie. Da non perdere anche il Parco Pineta di Tradate, la Via Verde Varesina che attraversa tutta la provincia di Varese, il Passo Forcora. Diversi sentieri riescono a immergere il visitatore nella magia del foliage: da alcuni piccoli lariceti nella parte alta della provincia con le loro foglie dorate, alla fioritura del brugo e dell’erica a sud”. 

Campo dei Fiori e castagne
Il parco regionale Campo dei Fiori in autunno offre il “cambio di vestito” dei boschi di castagni e faggi. Oltre al fascino della natura,  sono rilevanti anche le presenze storico-architettoniche, come il complesso del Sacro Monte (Patrimonio Unesco), il Grande Albergo, le ville Liberty, la Badia di Ganna e la Rocca di Orino. Non solo: se l’autunno è la stagione per antonomasia delle castagne, il Parco Campo dei Fiori ne conserva la loro storia e biodiversità, grazie all’attività del Consorzio Castanicoltori e alle Selve Castanili di Brinzio, Castello Cabiaglio e Orino. Il consorzio ha sede nel Villaggio Cagnola e aiuta nella gestione del vivaio didattico e della selva castanile pilota, oltre che nella promozione dei prodotti tipici della filiera del Castagno.

Tramonti di fuoco al Parco Pineta
Se c’è un altro parco che è sempre stato amato e frequentato in autunno, è il Parco Pineta di Appiano Gentile. Lo ricorda il Presidente, Mario Clerici: “Il parco è sempre stato conosciuto negli anni proprio per la presenza di funghi e castagne, tra cui un tempo famosa era la varietà locale della Rossina di Venegono”. Negli anni però le malattie dei castagni hanno depauperato la risorsa e non è più così semplice trovarle. Quello che si trova senza dubbio è comunque il grande fascino del paesaggio.
“Meravigliose sono le pinete di pino silvestre la cui corteccia rossiccia dà nei periodi autunnali e invernali uno spettacolo unico – aggiunge Clerici -. Nei momenti in cui il sole è più basso, come alba e tramonto, la luce si riflette sulle cortecce, è da vedere”.
È possibile immergersi in questa esperienza seguendo il percorso didattico del Parco, liberamente accessibile, che parte dell’Osservatorio astronomico (parcheggio in via dei Ronchi). Il Parco Pineta è un esempio unico di pineta pedemontana a pino silvestre. La sua particolarità è rafforzata dalla nomina a “Sito di Interesse Comunitario” imposta dalla Comunità Europea e attuata dalla Regione Lombardia, facilitando così l’opera di tutela. La Pineta è la più grande e fitta distesa arborea della zona. Questa sua caratteristica la rende ricca di specie animali tipicamente forestali a tal punto da esserne un importante centro di diffusione verso minori superfici alberate. Il parco è sempre liberamente accessibile e organizza anche diverse iniziative per tutto l’anno, per scoprire i sentieri ma anche per approfondire l’educazione ambientale. 

Galateo per il bosco

Il bosco e la montagna sono casa e habitat per molti animali autoctoni, che vivono in autunno e inverno periodi delicati e particolari. Come fare a rispettare la libertà di noi “umani” a vivere la natura con il rispetto per le altre creature viventi? Passeggiare sempre col cane al guinzaglio per non disturbare animali selvatici e proteggere Fido; se amate guardare un animale selvatico, fatelo da lontano senza allarmarlo; non raccogliere erbe o piante se non si è sicuri di poterlo fare, potrebbero essere specie protette; non sporcare il bosco.  

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