Come ricostruire le supply chain

Sostenibilità e digitalizzazione. Sostegno alle piccole e medie imprese. Flessibilità e resilienza. Competenze come nuova frontiera di sviluppo economico. Adozione di un approccio multi

Sostenibilità e digitalizzazione. Sostegno alle piccole e medie imprese. Flessibilità e resilienza. Competenze come nuova frontiera di sviluppo economico. Adozione di un approccio multidimensionale. Rafforzamento dei comportamenti responsabili dei consumatori. Secondo il Report del World Manufacturing Forum 2022, sono queste le azioni necessarie per riprogettare le catene globali del valore nella nuova era della manifattura, raccolte in 10 raccomandazioni

Il blocco del Canale di Suez e la conseguente ostruzione di un’importantissima rotta di navigazione globale, la pandemia, i cambiamenti geopolitici legati al conflitto russo-ucraino. Nell’ultimo biennio, l’industria manifatturiera è stata travolta da un’escalation di eventi dirompenti che hanno minato l’integrità del comparto, mettendo in crisi le catene globali del valore. In alcuni casi, le supply chain sono state interrotte, in altri, completamente distrutte. Gli approvvigionamenti a livello internazionale sono diventati sempre più difficili. Dalle materie prime ai materiali da costruzione, con l’introduzione di ulteriori restrizioni commerciali, rifornirsi, per le imprese del settore, è stato molto complicato. 

 A tratteggiare i contorni del quadro economico internazionale e a fornire le tendenze per la nuova era della manifattura, è il Report “Redesigning Supply Chains in the New Era of Manufacturing” del World Manufacturing Forum, l’evento internazionale dedicato al comparto che ogni anno riunisce imprenditori, istituzioni, manager e rappresentanti del mondo accademico. Ad organizzarlo, la World Manufacturing Foundation, una piattaforma istituita nel 2018 da Confindustria Lombardia, Politecnico di Milano e Intelligent Manufacturing System, con lo scopo di valorizzare e diffondere la cultura industriale in tutto il mondo, di cui Marco Taisch è lo Scientific Chairman. Il Rapporto elaborato dagli esperti del Wmf mette a disposizione delle imprese, delle organizzazioni e del mercato, misure e strategie per rafforzare la resilienza dei Paesi, per reagire rapidamente o addirittura anticipare scenari simili a quelli dell’ultimo biennio che si potrebbero verificare ancora in futuro. Partendo, appunto, dalla ricostruzione delle catene globali del valore. 

Ridisegnare prudentemente e intelligentemente delle traiettorie propositive per garantire un costante approvvigionamento delle materie prime. Sfruttare le opportunità legate alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Sostenere le piccole e medie imprese. Migliorare il dialogo tra i principali attori del manifatturiero. Saper essere flessibili e resilienti. Puntare sulle competenze come nuova frontiera di sviluppo economico. Adottare un approccio multidimensionale per considerare i rischi geopolitici e altri fattori non di costo. Rafforzare i comportamenti responsabili dei consumatori. Questi, in sintesi, alcuni dei passaggi chiave delle 10 raccomandazioni proposte dal Report del Wmf e rivolte al mondo politico, agli imprenditori e alla società, con l’intento di suggerire azioni e comportamenti da intraprendere per affrontare e anticipare le sfide future a cui il manifatturiero sarà chiamato a rispondere. Delineando, insomma, nuove tendenze da cavalcare e megatrend da attraversare.

“È necessario dotare le piccole e medie imprese dei giusti strumenti affinché raggiungano un buon livello di digitalizzazione per migliorare la capacità delle catene del valore; stabilire e mantenere relazioni; includerle nella riprogettazione delle supply chain per sfruttare i loro punti di forza e venire incontro alle loro necessità”, si legge nel Report

Spesso le supply chain, per condizioni economico-sociali di livello internazionale, si interrompono. Per prima cosa, secondo gli studiosi del Wmf, “è fondamentale che gli attori coinvolti non si lascino prendere dal panico. Per gestire questi eventi, le realtà manifatturiere devono saper essere flessibili e resilienti”. Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda le Pmi. Si legge nel Report: “È necessario dotare le piccole e medie imprese dei giusti strumenti affinché raggiungano un buon livello di digitalizzazione per migliorare la capacità delle catene del valore; stabilire e mantenere relazioni; includerle nella riprogettazione delle supply chain per sfruttare i loro punti di forza e venire incontro alle loro necessità”. Ma la partita si gioca anche su altri aspetti: “Riconoscere le competenze come un valore prioritario e agire attraverso politiche e azioni per migliorare i comportamenti dei consumatori al fine di raggiungere uno sviluppo economico globale stabile”. 

Imprese e governi, scrivono gli esperti del Wmf, “devono comprendere le tendenze globali emergenti per capire quale impatto avranno sulle nostre vite e sulle generazioni future”. È un compito importante, utile ad aumentare la competitività e garantire all’industria manifatturiera la capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini e dei consumatori. Diversi i nuovi megatrend che caratterizzano il futuro di un comparto, quello manifatturiero, che rappresenta, a tutti gli effetti, il perno dell’economia mondiale (il 17% del prodotto interno lordo globale), in grado di stimolare la domanda in altri settori, offrire opportunità di lavoro che impiegano direttamente il 13% dei lavoratori e rappresentare una quota considerevole del commercio internazionale. 

Uno dei primi aspetti da tenere in considerazione è il passaggio dalla globalizzazione alla “slowbalizzazione”, ovvero il rallentamento del processo di internazionalizzazione delle supply chain. Gli studiosi del Wmf mettono in guardia il mondo imprenditoriale anche su un altro fronte: “I livelli inflazionistici in aumento e le politiche protezionistiche avranno un impatto sui produttori. Allo stesso tempo, però, la sostenibilità è diventata il nuovo status quo”. Le abitudini e i comportamenti dei consumatori si stanno evolvendo, mentre diversi cambiamenti nel modo di lavorare sono già stati adottati: introduzione e valorizzazione di nuove competenze, sempre più tecniche e specifiche, politiche di conciliazione vita-lavoro, welfare aziendale. Che il sistema delle supply chain sia multidimensionale è evidente. Le filiere di approvvigionamento sono influenzate dall’ecosistema globale di cui sono parte. Sono, per questo, esposte a sfide e rischi continui. Non tutti inediti o inaspettati. Ma quello che conta è saper adottare un modello produttivo orientato al futuro, che sappia basarsi su una nuova visione dell’industria e della manifattura, sostenibile e digitale, attenta al capitale umano e pronta, con i giusti strumenti, a reggere l’onda d’urto di altre possibili crisi internazionali. Senza mai perdere di vista l’obiettivo: generare sviluppo economico e sociale. 

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