Come nasce un paio di occhiali
Il viaggio per immagini di Varesefocus alla scoperta della manifattura e dei prodotti della provincia di Varese prosegue con il mondo dell’occhialeria. Protagonista di questa nuova tappa è Danor Srl, azienda di Monvalle che dal 1966 si occupa della produzione di prodotti con tecnologia iniettata, per i settori sport, moda e bambino
Si parte da un progetto, sviluppato internamente all’azienda oppure tramite l’appoggio di designer esterni. Si passa poi alla fase di industrializzazione di questo progetto, con la creazione di prototipi con la stampa 3D, utili a verificare le caratteristiche tecniche, la vestibilità e l’estetica degli occhiali prima della produzione degli stampi. A questo punto, viene realizzato uno stampo in acciaio temperato in grado di produrre migliaia di pezzi senza usurarsi, garantendo così omogeneità dal primo all’ultimo articolo stampato. Si passa quindi all’iniezione all’interno dello stampo della montatura, creata a partire da materiali plastici che provengono principalmente dalla Svizzera, originariamente nati per il reparto aerospaziale o quello medicale, per cui dotati di un’alta resistenza tecnica, una trasparenza ed una memoria che permette al prodotto di essere indeformabile nel tempo. Dopo lo stampaggio, si passa al reparto di vibratura che prepara le superfici della montatura dell’occhiale per la verniciatura, andando ad eliminare eventuali sbavature residue dalle lavorazioni precedenti.
Durante la fase di verniciatura, la montatura viene prima di tutto lavata e privata delle impurità, per poi ricevere una prima base di colore a cui seguono diversi passaggi successivi, tutti effettuati manualmente. Segue la finitura con vernici brillanti lucide oppure opache. Se si tratta di occhiali sportivi, a questo punto si aggiungono i dettagli in gomma e poi si passa al montaggio delle lenti e alla registrazione dell’occhiale, in modo tale che acquisisca le caratteristiche finali di indossabilità e comfort. In caso di personalizzazione, prima della tampografia e del confezionamento finale, avviene la laseratura di loghi o particolari specifici, sulle lenti o sulla montatura.
È così che prende vita un paio di occhiali da sole a tecnologia iniettata alla Danor Srl, azienda che si trova a Monvalle sulle rive del Lago Maggiore, nata nel 1966 per volere di Giuseppe Morosi, già produttore di occhiali dal 1956, arrivato oggi al traguardo dei 90 anni di età e ancora presente in azienda al fianco della seconda generazione, i figli Davide e Angela. “La ricerca di un equilibrio tra estetica e funzionalità è da sempre per noi un elemento essenziale. I nostri occhiali sono interamente made in Italy e vengono realizzati con alti standard di qualità tecnica e una flessibilità che ci consente di produrre sia collezioni esclusive per i più importanti brand internazionali, sia di accompagnare le piccole startup”, commenta l’Amministratore Unico di Danor, Angela Morosi. Con una potenzialità di produzione di 2.500 pezzi al giorno, circa 20 dipendenti e l’85% del fatturato destinato alle piazze estere, come ad esempio Usa, Australia e Sud Africa, l’impresa di Monvalle è specializzata in occhiali sportivi, fashion e per bambini, settori che richiedono competenze e lavorazioni ben distinte.
“Gli occhiali pensati per sport come il ciclismo, il running, il tiro a segno e la pesca necessitano di alta protezione e vestibilità, inoltre devono essere antiriflesso – spiega Davide Morosi, Product Manager aziendale –. Per quanto riguarda, invece, il mondo dei bambini sono necessarie caratteristiche di infrangibilità e resistenza agli urti. Con la moda poi ci dedichiamo alla parte più creativa dei nostri processi produttivi, seguendo i trend del momento e variando con forme e colori. In tutti questi casi, conserviamo un certo tratto di artigianalità, ad esempio, nella fase di verniciatura degli occhiali, che viene fatta a mano: questo significa che ogni pezzo, in un certo senso, è a sé e ha la sua identità, banalmente perché le macchie e i disegni che personalizzano l’occhiale, essendo fatti manualmente, non sono sempre nella stessa posizione e non hanno le stesse forme”.
Produzione in conto terzi, collezioni in esclusiva per diversi marchi e ricerca continua di nuovi materiali e processi, con attenzione alle materie prime bio, riciclate o rigenerate, hanno portato Danor, nel corso degli anni, a realizzare progetti a dir poco particolari. “Si parte dagli occhiali pensati con doppia funzione, che nascevano come cerchietto e diventano solo successivamente occhiali, ad astine che si fermano sulle tempie solo tramite pressione. Oppure ancora abbiamo realizzato occhiali sportivi fascianti che andavamo a sostituire in toto l’utilizzo della classica fascia elastica, largamente impiegata per certi tipi di sport. Ma il progetto più innovativo è stato di sicuro la realizzazione, con un medico di Londra, di un occhiale in grado di misurare la temperatura di chi li indossa, insieme ad altri parametri vitali. Servivano principalmente a persone con difficoltà facciali che, grazie agli occhiali da noi sviluppati, erano in grado di trasmettere al medico dati necessari a predisporre una ginnastica correttiva”, racconta di nuovo Angela Morosi.
Le foto di questo reportage sono state scattate da Lisa Aramini Frei